E' un NUCLEO DI 4 PERSONE che vive nel lecchese ed e' AMICO DEL suo AVVOCATO
Il tunisino vedovo della strage di Erba in carcere per spaccio di droga verso i domiciliari
MILANO - Una famiglia dell'hinterland lecchese al di sopra di qualsiasi sospetto, composta da quattro persone, residente in un luogo lontano da quelli oggetto d'inchiesta e amica dell'avvocato difensore. Questo l'identikit della famiglia che si sarebbe offerta per ospitare in regime di arresti domiciliari Azouz Marzouk, il 27enne tunisino vedovo della strage di Erba ma finito in carcere a Vigevano a inizio dicembre con l'accusa di essere appartenuto ad un sodalizio a conduzione famigliare dedito al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti. Lunedì prossimo l'avvocato Roberto Tropenscovino dovrebbe presentare istanza al gip Luciano Storaci per ottenere i domiciliari in una famiglia lecchese. Un nucleo familiare di quattro persone è pronto ad ospitarlo. INTERCETTAZIONI - «Speriamo di essere sufficientemente convincenti» spiega l'avvocato che pronostica una decisione entro fine settimana prossima da parte del gudice. Intanto, sul fronte dell'inchiesta che si chiuderà a febbraio continua il lavoro della difesa della traduzione dall'arabo in italiano delle intercettazioni che dimostrano, secondo l'accusa, lo spaccio di cocaina da parte del gruppo finito in manette.
LIBRO - Azouz «è motivato e sta bene» fa sapere il suo legale ma svanisce, intanto, il progetto di un libro sulla vita del tunisino. Una sorta di diario che doveva essere pubblicato da Alessio Sundas, il chiacchierato manager che aveva pensato a una linea di abbigliamento con testimonial Marco Ahmetovic, il romeno che travose e uccise quattro ragazzi. «Prendo le distanze da questo pseudoscrittore -sottolinea Tropenscovino- Non nego di aver avuto contatti con questo personaggio, ma adesso li rinnego. È solo una persona che vuole speculare sulla storia di Azouz».
03 gennaio 2008
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