BARI - “Non è stato mai dimostrato che effettivamente sia stato commesso il sequestro di Ciccio e Tore o che i bambini siano morti o che la morte sia stata provocata o determinata dal comportamento di Pappalardi”. Lo afferma il difensore di Filippo Pappalardi, Angela Aliani, dopo che si sono apprese le motivazioni con cui il tribunale del riesame ha confermato la misura cautelare per il padre dei due fratellini scomparsi a Gravina in Puglia il 5 giugno del 2006. “Non è neanche possibile – prosegue il legale – che una lontana ipotesi di violenza si possa riverberare su una esigenza cautelare”. Riguardo alle accuse di depistaggio mosse dal magistrato inquirente a Pappalardi e condivise dal Riesame, e alla possibile reiterazione del reato nel nuovo contesto familiare, aggiunge l’avvocato di Pappalardi: “Non solo non c'è una situazione di disagio nella famiglia di quest’uomo, tantomeno questa presunzione può derivare da parole che sono state dette nel corso delle intercettazioni che nulla dicono su questa assurda possibilità di depistaggio”. “Certo è che non sono state prese in considerazione – conclude – le intercettazioni in cui Pappalardi ha sempre detto di volere riavere i bambini con sè. Infine, il senso delle parole dette nelle intercettazioni riportate, avulse da ogni contestualità, non corrispondono a quanto detto dal mio assistito”.
La Gazzetta del Mezzogiorno 10/1/2008
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