lunedì 28 novembre 2011

PAROLISI, CASSAZIONE: NO ALLA SCARCERAZIONE


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(ANSA) - ANCONA, 28 NOV - Rigettare il ricorso della difesa e quindi confermare l'ordinanza di custodia cautelare nei confronti del caporalmaggiore Salvatore Parolisi. E' questa la richiesta del sostituto procuratore generale della Cassazione, Giovanni De Santis, che oggi - in udienza, alla prima sezione penale - ha chiesto il rigetto del ricorso presentato dalla difesa di Parolisi, accusato dell'omicidio della moglie, Melania Rea, trovata morta nel boschetto di Ripe di Civitella del Tronto (Teramo) il 20 aprile scorso. (ANSA)





Oggi si decide sulla libertà di Parolisi
In carcere da 131 giorni, una frase chiave del ricorso in Cassazione potrebbe scagionarlo

di Lorenzo Colantonio

TERAMO. Due parole non possono bastare per condannare Salvatore Parolisi ad altri mesi di carcere. Così dice la difesa. Le due parole sono: «Appare verosimile». I giudici del riesame dell'Aquila le hanno scritte a pagina 22 dell'ordinanza che negò la libertà al caporal maggiore accusato dell'omicidio della moglie, Melania Rea.

Parolisi è in carcere dal 18 luglio: 131 giorni. Ma oggi la Cassazione deciderà se annullare o no l'ordinanza del riesame che, il 23 agosto, negò la libertà a Parolisi. La Suprema corte entro stasera può condannare il marito di Melania a restare in una cella del carcere di Teramo o può farlo tornare a casa a Frattamaggiore. Ma c'è anche una terza possibilità. Può cassare con rinvio affinché il tribunale ridecida, lasciando il caporal maggiore in carcere.


Cosa sostengono gli avvocati di Parolisi, Valter Biscotti, Nicodemo Gentile e Federica Benguardato, nel ricorso? Dicono che il diritto alla difesa è stato negato dai giudici dell'Aquila. Tecnicamente parlano di «Assenza di motivazioni su tutte le prospettazioni difensive». In parole più semplici: «Il Tribunale del riesame non ha dato valore alle nostre tesi», afferma Biscotti, «non spiega il perché del rigetto». Così al centro del ricorso - che non entra nel merito dell'inchiesta trattandosi di giudizio per Cassazione - finisce la frase scritta a pagina 22 dell'ordinanza del Riesame. E' il passaggio che riguarda l'ora del delitto di Melania fissata, dalla consulenza di Adriano Tagliabracci, in un arco di tempo successivo alle 13,30 e antecedente alle 15,30 del 18 aprile. L'indizio temporale è determinante ed è stabilito sulla base dei tempi di digestione di una tazzina di caffè, l'ultima sostanza alimentare che la moglie di Parolisi ha bevuto prima di uscire da casa. Se consideriamo che l'alibi del marito parte dalle 15,26, perché in quell'istante il suo cellulare viene registrato dalla cella telefonica di Colle San Marco di Ascoli, a 16 chilometri dal bosco di Civitella, dove Melania viene uccisa, si comprende bene il perché dell'importanza di questo passaggio dell'accusa. Ma per gli avvocati non sono sufficienti le parole "appare verosimile" per rigettare decine di pagine di prospettazioni difensive.

Qual è la frase sott'accusa? I giudici del riesame scrivono: «Appare verosimile che, poichè la Rea assunse una sola tazzina di caffè, la morte si verificò ad una distanza da tale assunzione minore di 45 minuti, e ciò vale quindi ad anticipare il momento della morte, con conseguenze ulteriori sulla non attendibilità della versione fornita da Parolisi». Il verdetto di oggi gira attorno a queste poche parole. Ma per la difesa sono motivazioni vaghe, quasi come chiedere a un meteorologo che tempo farà, e sentirsi rispondere: «Bel tempo qua e là, e maltempo altrove».
http://ilcentro.gelocal.it/teramo/cronaca/2011/11/28/news/oggi-si-decide-sulla-liberta-di-parolisi-5344830

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