mercoledì 2 novembre 2011

Melania Rea: la vita di Parolisi appesa al filo di due date




di Roberta Calò. 
Sono due le date importanti per Salvatore Parolisi, l'uomo accusato di uxoricidio ai danni della giovane Melania Rea, scomparsa lo scorso 18 Aprile e ritrovata uccisa da 35 coltellate nel Bosco delle Casermette in zona Ripe di Civitella.
E' stata anticipata al 28 Novembre l'udienza dalla Cassazione nel corso della quale i giudici della Corte Suprema renderanno palese il loro verdetto circa la colpevolezza del caporalmaggiore. Si tratta del terzo step per il collegio difensivo che ha già visto rigettare la richiesta di scarcerazione dell'uomo sia in fase preliminare che in fase di Ricorso.


Nelle ordinanze di custodia cautelare precedenti gli inquirenti hanno individuato un movente ambivalente; secondo tale imbuto emotivo l'uomo avrebbe commesso l'efferato delitto in quanto spinto dalle pressioni dell'amante Ludovica Perrone ad abbandonare la famiglia e dalle responsabilità economiche a cui avrebbe dovuto far fronte in caso di separazione.
Ad avvallare l'ipotesi di colpevolezza ci sarebbe anche un tentativo di depistaggio operato con dei segni infarti sul corpo della vittima che, per tempistiche e modalità d'azione, avrebbe potuto compiere solo la medesima persona che si è resa autrice del delitto.



La seconda data, fondamentale per Parolisi, è il 2 Dicembre. In suddetta occasione si esprimeranno i giudici partenopei del Tribunale dei Minori di Napoli a cui è affidato il destino della piccola Vittoria, figlia della vittima e del marito. La piccola si trova al momento presso i nonni materni i quali hanno avanzato attraverso il loro rappresentante legale, richiesta di affidamento temporaneo. Per i suoceri del caporalmaggiore è impensabile dover condurre la minore in carcere per far visita al padre e rischiando di doverla dunque sottoporre ad un ulteriore stress emotivo dopo aver vissuto l'improvvisa scomparsa della madre.
Al momento i contatti tra padre e figlia si limitano a telefonate e lettere; non si esclude che all'uomo possa venir negato l'affido della bambina. Probabilmente il verdetto sulla minore dipenderà molto anche da quanto stabiliranno i giudici di Cassazione circa l'ipotesi o meno di scarcerazione del caporalmaggiore.


Si tratta di una situazione estremamente complessa attorno a cui ruota l'intera vita di Salvatore Paolisi; l'uomo, al momento detenuto presso il carcere di Castrogno, preferisce vivere in una dimensione di solitudine. Trascorre il tempo dividendosi tra palestra e libri e attendendo con ansia quell'unica telefonata concessagli una volta a settimana con Vittoria. 


Il suo precario equilibri psichico è testimoniato anche dal rifiuto dell'uomo di voler condividere con gli altri l'unica ora di aria di cui possono godere i detenuti. Nei giorni scorsi ha ricevuto la visita del cognato e dei due fratelli. I suoceri, certi della sua colpevolezza, non hanno omaggiato l'uomo nè di una visita nè di una telefonata; al contrario stanno cercando di fornire alle forze dell'ordine tutte le eventuali prove che potrebbero incastrare l'uomo e di ostacolare l'esercizio della sua patria potestà.


Intanto proseguono le indagini e gli interrogatori; al vaglio dei Ris ci sono gli indumenti che Parolisi indossava il giorno della scomparsa, gli occhiali da sole e la borsa della moglie. In relazione alla borsa si paventerebbe il dubbio secondo cui l'uomo avrebbe potuto sostituire la borsa originale con un'altra. Resta da verificare la veridicità di tale ipotesi e l'eventuale motivazione che avrebbe spinto Parolisi a commettere un simile gesto.
http://www.giornaledipuglia.com/2011/11/melania-rea-la-vita-di-parolisi-appesa.html

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