venerdì 28 dicembre 2007

Transgender minore suicida,nessuna comunità voleva ospitarlo

A Palma di Montechiaro amata e rispettata, stava bene

Palermo, 19 dic. (Apcom) - Loredana sarebbe dovuta comparire questa mattina davanti al giudice del tribunale dei minori di Catania per l'udienza preliminare. Secondo la denuncia presentata dal padre, avrebbe aggredito e picchiato il genitore provocandogli delle fratture. Ed è stato proprio in seguito a quell'episodio che il tribunale dei minori, in via cautelativa e per tutelarla, aveva deciso di affidarla ad una comunità dando incarico ai servizi sociali del comune di Giarre di individuare una struttura idonea ad ospitarla.
Ieri nel corso di una conferenza stampa convocata a tarda sera nella sede legale della cooperativa sociale 'Sole' che gestisce la struttura che ospita 17 minori a Palma di Montechiaro (Agrigento) è stato anche confermato che Loredana, subito dopo la denuncia del padre aveva presentato a sua volta una denuncia nei confronti del genitore per atti di libidine. Denuncia che poi, però, avrebbe ritirato. Le difficoltà incontrate per trovare una sistemazione idonea a Loredana sono stato raccontate anche dal presidente regionale di Arci-gay Sicilia, Paolo Patanè. "C'è stata una lunga e difficoltosa ricerca - ha detto - ma alla fine si è scoperto che in tutta Italia non esistono comunità di accoglienza per minori con diverso orientamento sessuale o diversa identità di genere".
"Questa di Palma di Montechiaro rispetto ad altre comunità, è una buona comunità, tenendo anche conto che la comunità 'ideale' per un caso come questo, non c'è, non esiste in Italia. Se andiamo in un gradino sotto, cioè quello delle comunità 'adattabili' al caso, alcune hanno detto no e altre che sono state valutate non idonee dai servizi sociali". "Questo - ha proseguito - era un caso molto difficile e abbiamo dovuto prendere atto di un sistema, di un mondo, che non prende in considerazione l'esistenza di queste persone e quindi non prevede l'esistenza di percorsi e di norme e di comunità specifiche. Siamo di fronte ad una tragedia spaventosa in cui tutti quelli che hanno avuto a che fare con Loredana, gli operatori sociali e questa comunità hanno fatto il possibile e l'impossibile dando il più grande affetto".
La comunità Alice ha affidato al suo legale, l'avvocato Santo Lucia il compito di chiarire che "l'idoneità di questa struttura è stata individuata dall'ufficio minorile, servizio sociale minorenni del dipartimento giustizia minorile. La comunità ha ottemperato a quanto prescritto dal Tribunale dei minori che ha individuato in questa struttura tutti gli elementi necessari per poter ricoverare Loredana. Qui si trovava bene e non solo all'interno della comunità ma anche a Palma di Montechiaro - ha aggiunto sottolineando come la ragazza avesse anche allacciato nuove amicizie. "Sulle motivazione che l'hanno condotta a questo gesto estremo - ha concluso il legale - vi sono delle indagini in corso ma nessuno della comunità indagato di alcunché".
Che a Loredana volessero bene, nella comunità di Palma di Montechiaro lo testimoniano anche gli opertori della 'Alice' che la ricordano "allegra, spensierata, socievole e affettuosa". Il tragico gesto di "Lory" come la chiamavano tutti "è inspiegabile, siamo sbigottiti e affranti" dice scosso Carlo Di Miceli, il presidente dell'associazione che gestisce la comunità. "Le volevamo tutti bene e anche gli altri ragazzi nostri ospiti sono rimasti sconvolti. L'hanno sempre rispettata tutti e le hanno voluto bene" riprende l'assistente sociale Linda Lumia.
"Qui a Palma - ricorda Di Miceli - aveva tanti amici anche fuori dalla comunità. Si rendeva sempre utile, alle volte aiutava anche in cucina le quattro ragazze addette a preparare il pranzo o la cena". E poi ricorda la sua voglia di giocare, l'affetto e l'amicizia che provava per gli operatori della comunità: "Comprava sempre delle cioccolate e poi le nascondeva e ci diceva ridendo :'adesso trovatele'".
Intanto Arcigay della provincia di Catania sta valutando di intitolare il proprio comitato etneo a Loredana R.. Lo ha annunciato ieri sera il presidente siciliano, Paolo Patanè. "Noi - ha detto precisando che la decisione dovrà essere assunta dal Congresso dell'associazione - vogliamo assolutamente sottolineare quanto la vita e la morte di questa persona siano una denuncia non nei confronti della cattiva volontà dei singoli, ma nei confronti, purtroppo, di una classe politica che deve al più presto trovare delle soluzioni perché morti come queste sono una conseguenza della solitudine, dell'assenza di leggi e dell'assenza di percorsi".

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