mercoledì 10 giugno 2009

Processo Perugia: Parlano i parenti di Meredith



Al processo di Perugia hanno parlato i parenti di Meredith Kercher, la giovane inglese uccisa in via della Pergola il 2 novembre 2007. Mentre Amanda Konx si commuove, Raffaele Sollecito chiede giustizia.
di Arianna Luciani

LA MADRE, LA CERCO ANCORA – Dal 16 settembre 2008 – da quando è iniziato il processo a Raffaele Sollecito, Amanda Knox e Rudy Guede – non avevano mai parlato. Ora l’hanno fatto, per spiegare chi fosse Meredith, i suoi sogni, le sue aspirazioni e il dolore incolmabile che ha lasciato la sua assenza. In aula, di fronte alla corte di assise di Perugia, nel silenzio totale, John, Arline e Stephanie Kercher hanno raccontato il loro dolore. Giunti in Italia per "per chiedere giustizia e per dire cosa è successo a una persona speciale come Meredith, che era arrivata qui solo per studiare", i congiunti della giovane hanno ricordato la loro Mez. "La morte di Meredith è stata incredibile, irreale. La cerco ancora...", ha detto Arline, che si è commossa nel rievocare la figlia. “È uno choc tremendo mandare tua figlia a studiare e poi lei non torna più. Non lo supereremo mai", ha aggiunto la madre. "La morte di Meredith - ha affermato Arline Kercher - è stata incredibile, surreale. Non è solo la morte, ma la brutalità e la violenza". Si erano sentite il pomeriggio del 1 novembre 2007, l’ultima volta prima che la ragazza fosse uccisa: "Mi chiamò per farmi sapere che tornava a casa per il mio compleanno" ha spiegato. "Stava portando regali per me - ha aggiunto Arline Kercher - e una valigia piena di cioccolato per la sorella". Riguardo alla sera del primo novembre, la madre di Meredith ha riferito che la figlia "era molto stanca perché aveva fatto tardi la sera prima, quella di Halloween". "Stava per andare da amici - ha detto - ma sarebbe tornata presto, anche perché aveva da fare un tema e voleva completarlo prima di partire". Arline Kercher ha detto che Mez arrivò a Perugia quando aveva 22 anni per approfondire la lingua e la cultura italiana. Scelse la casa in via della Pergola per il "panorama offerto da una delle finestre". La donna, ma anche gli altri familiari. La madre ha poi spiegato che la figlia era "stupita perché Amanda aveva trovato il ragazzo dopo una settimana dal suo arrivo" in Italia.

IL PADRE, VOLEVA FARE LA GIORNALISTA – Ha parlato di quello che sarebbe potuto essere il futuro della figlia John Kercher, raccontando delle sue aspirazioni: "Meredith sognava di fare la giornalista o di lavorare a Bruxelles per la Commissione europea. Qualsiasi cosa avesse scelto per me sarebbe andato bene". Inoltre, l’uomo ha ricordato come lui, un giornalista, proprio dai media abbia saputo dell’omicidio della figlia: "Mi chiamò Arline - ha spiegato - e mi disse che aveva saputo dai telegiornali della morte di una studentessa a Perugia. Contattai i giornali inglesi ma non sapevano niente. Provai una dozzina di volte a fare il numero del telefono cellulare di mia figlia ma rispose sempre la segreteria. Poi richiamai i giornali che avevano il nome della studentessa uccisa - ha concluso John Kercher - ed era quello di Meredith". "Le piacevano tantissimo la pizza e il cioccolato" ha aggiunto John Kercher, ed era stata proprio questa passione che le aveva fatto scegliere, per i suoi studi universitari, Perugia, città nota a livello internazionale per la rassegna Eurochocolate, dedicata proprio a questo prodotto.

LA SORELLA, SAPEVA DIFENDERSI – Da parte sua Stephanie, la sorella di Meredith, ha spiegato che da ragazzina la studentessa inglese aveva seguito un corso di karate, e che quindi era in grado di difendersi. Se fosse stata aggredita "Meredith avrebbe lottato fino alla fine". Inoltre, Stephanie ha descritto la sorella come "molto forte di carattere e fisicamente. Passionale sulle cose importanti per lei". Di Amanda Knox Meredith riferì alla sorella via mail che "cantava sempre". "Non vedeva l'ora di venire a Perugia - ha detto Stephanie Kercher - e prima di partire fece anche due lavori in Inghilterra per risparmiare". In ogni caso, i congiunti della giovane hanno detto di non aver mai sentito parlare di Raffaele Sollecito o di Rudy Guede (già condannato a 30 anni di reclusione per il delitto al quale si dice estraneo).

LEGALE DEI KERCHER, MEZ PIENA ENTUSIASMO E FELICITÀ – In aula ha parlato anche l’avvocato Francesco Maresca, che rappresenta i familiari di Meredith come parte civile nel processo ad Amanda e Raffaele. Anche lui ha tracciato un ritratto della giovane – ricavato dai ricordi dei congiunti – sottolineando come fosse "piena di entusiasmo e di felicità di stare in Italia, impegnata in modo molto forte nello studio". Il legale ha detto di avere "apprezzato ancora una volta la loro assoluta tranquillità nel ricordo della figlia", ha aggiunto che “è stato sicuramente un momento emozionante e importante, per capire che tipo di ragazza è stata uccisa quella notte. Ma anche per qualche aspetto processuale. Più volte il padre mi ricordava che Meredith era una ragazza forte. Abituata a difendersi, a combattere e a ottenere tutto con i denti. John Kercher è quindi rimasto stupito dell'assenza di resistenza da parte della figlia nel momento della sua morte. A conferma che l'aggressione – ha concluso Maresca – è stata forte, ripetuta e sostenuta da più persone".

AMANDA RISPONDERÀ ALLE DOMANDE – Amanda si è commossa quando in aula ha visto i parenti di Meredith, secondo quando ha riportato il suo legale, Luciano Ghirga: È molto commossa perché ha visto i genitori di Mez che per lei era un'amica. Con una trasposizione di affetti, pensando ai suoi genitori ha visto quelli di Meredith e si è commossa. Lei – ha concluso l'avvocato Girga – non l'ha uccisa". Nonostante potrebbe avvalersi della facoltà di non rispondere, la giovane di Seattle, “salvo imprevisti”, risponderà nel suo interrogatorio, previsto per sabato 13 giuno davanti alla Corte d'assise di Perugia, e che sarà "a tutto campo". "Ci tiene molto a raccontare il suo punto di vista – ha detto l’avvocato Ghirga – Se l'interrogatorio si svolgerà, come noi pensiamo, nell'assoluta garanzia del dire e del proporre sarà completo e non come davanti al pm quando dovemmo interromperlo. Vogliamo rendere un lungo esame. Lei racconterà fatti, dirà la sua verità poi su come lo farà noi non possiamo intervenire. E la verità di Amanda – ha concluso il suo difensore – è che innocente perché quella sera non era nella casa del delitto".

RAFFAELE, VOGLIO GIUSTIZIA – Rivolgendosi alle telecamere mentre usciva dall’aula, Raffaele Sollecito ha detto: “Attendo giustizia come loro". "Anche io sono una vittima, anche se certamente non come loro", ha ripetuto il giovane pugliese all'avvocato Luca Maori, uno dei suoi difensori. "Oggi abbiamo ascoltato un ricordo della giovane uccisa – ha detto ancora l'avvocato Maori – e capiamo il loro dolore. Era doveroso non fare domande in una giornata come questa e così è stato da parte nostra".

Nell’apprezzare la compostezza dei genitori e della sorella di Meredith, il pubblico ministero Manuela Comodi ha detto: "Finalmente abbiamo potuto sentire anche i congiunti di Mez". Intanto la Corte d'assise di Perugia non ha ammesso la deposizione della psicologa citata come consulente dal legale di Patrick Lumumba Dia sul dolo relativo alla calunnia contestata ad Amanda, nei confronti della quale il musicista è costituito parte civile. Al termine della deposizione dei familiari di Meredith Kercher, l'udienza è stata quindi sospesa e rinviata a venerdì 12 giugno, quando è in programma l'esame della stessa Amanda Knox.

Arianna Luciani
( lunedì 08 giugno 2009-FONTE )

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