lunedì 29 giugno 2009

Meredith, Udienza 27 giugno: tutti gli articoli

Meredith, la madre di Amanda: abbiamo
ipotecato casa per stare qui al processo

PERUGIA (26 giugno) – Ha consumato tutte le ferie, adesso è senza stipendio e ha anche ipotecato la casa: tutto per stare il più possibile vicino alla figlia Amanda Knox, accusata dell'omicidio a Perugia della studentessa inglese Meredith Kercher. Edda Mellas ha viaggiato già almeno dieci volte dagli Usa all'Italia, in una sorta di staffetta con l'ex marito Curt e l'attuale compagno Chris. «Ci siamo impegnati tutto, abbiamo ipotecato anche la casa per poterci riuscire» ha detto Edda Mellas al termine dell'udienza di oggi davanti alla Corte d'assise di Perugia.

Dopo avere deposto come teste della difesa nel processo alla figlia, la donna ogni volta che è a Perugia prende posto in aula. Rimane a pochi metri da Amanda come prevede il regolamento e con lei si scambia solo qualche sorriso o cenno d'intesa. Edda Mellas non parla l'italiano e per questo ha quasi sempre accanto qualcuno che le spiega cosa accade. Anche gli avvocati Luciano Ghirga, Carlo Dalla Vedova e Maria Del Grosso, i difensori della giovane americana, le si avvicinano spesso. «Niente è più normale, niente più quotidianità...» ha detto la Mellas ripensando al giorno dell'arresto della figlia, il 6 novembre del 2007.

A Seattle la donna lavora come maestra elementare e ha spiegato di avere «già utilizzato tutte le ferie per stare vicino ad Amanda». «Ora sto rinunciando allo stipendio - ha aggiunto - per essere qui. Tutte le volte mi fermo infatti dalle due alle sette settimane. Pur di stare vicino ad Amanda abbiamo impegnato anche la casa».

Quando sono a Perugia la Mellas, il marito Chris e Curt, il padre di Amanda, vivono in un appartamento alle porte della città. È qui che la donna passa la maggior parte del tempo, leggendo libri e utilizzando il pc, in attesa di andare in carcere a trovare la figlia. Chris riesce a seguire il suo lavoro di ingegnere informatico tramite Internet e lo stesso faceva Curt Knox che però recentemente - ha rivelato la ex moglie - ha perso il lavoro non avendo accettato il trasferimento da Seattle a San Francisco che gli era stato proposto dalla catena di grandi magazzini della quale era dipendente.

A Seattle Amanda ha una sorella, Deanna. «È stata qui due o tre volte - ha spiegato Edda Mellas - e per il resto cerca di concentrarsi sugli studi di biologia alla Western Washington University». Dell'Italia e di Perugia Edda Mellas ha detto: «la gente è carina e amichevole, pronta ad aiutarti». «E adesso che stiamo sentendo i testimoni della difesa - ha concluso Edda Mellas abbozzando un sorriso - cominciamo a stare tutti un po' meglio».
il messaggero 27 giugno 2009

OMICIDIO MEREDITH: IN AULA AMICA DI AMANDA, E' STUDIOSA E COSCIENZIOSA

Perugia, 27 giu. - (Adnkronos) - "Amanda prima di venire in Italia ha fatto tre lavori per mettere da parte soldi, e' molto studiosa e coscienziosa". Lo ha affermato un'amica di college di Amanda Knox, imputata insieme a Raffaele sollecito nel processo per omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher nell'udienza di oggi.

"A scuola aveva il massimo dei voti, ama scrivere e leggere - ha continuato l'amica nella testimonianza - e che scelse di venire a Perugia perche' voleva immergersi nella cultura di questo paese e imparare l'Italiano. Mi disse che la casa doveva viveva le piaceva e che andava d'accordo con le sue coinquiline''. Il processo, che oggi si era aperto con la testimonianza anche della direttrice dell'asilo di Milano dove alla fine di ottobre 2007 la polizia trovo' a dormire Rudy Guede, riprendera' venerdi' prossimo.

27-06-09 MEREDITH: TESTI DIFESE PER 'SPIEGARE' PERSONALITA' DEI DUE IMPUTATI

(ASCA) - Perugia, 27 giu - Amanda Knox e Raffaele Sollecito sono due giovani del loro tempo, normali, incapaci di essere violenti, pronti a nuovi rapporti con i coetanei, impegnati negli studi; lei per apprendere la cultura e la lingua italiana (ha pure lavorato in America per guadagnarsi un po' di soldi), lui per laurearsi in informatica ed affermarsi nel lavoro. La trentunesima udienza del processo per l'omicidio di Maredith Kercher, la studentessa inglese uccisa con una coltellata alla gola e strangolata nella sua casa di via della Pergola a Perugia la notte tra il 1 e il 2 novembre 2007, si e' aperta stamane con la testimonianza di Maria Antonietta Salvatore del Prado Titone, direttrice dell'asilo di Milano, dove venne trovato Rudy Guede (l'ivoriano 22enne gia' in carcere, condannato con rito abbreviato per quell'omicidio in concorso, a 30 anni) che aveva li' compiuto un furto. La donna ha detto di aver visto un'ombra, ''di questo giovane (non ha detto il nome) che mi e' venuto incontro in un corridoio stretto, il 27 ottobre''.

La circostanza era gia' stata verbalizzata e la polizia aveva gia' svolto accertamenti di rito. La deposizione del teste e' stata breve; la corte (presidente Giancarlo Massei) voleva appunto conoscere, su domande della difesa di Amanda Knox, quella circostanza. In aula come sempre i due imputati; presenti anche il padre di Sollecito e la madre.

Successivamente e' stata la volta di un conoscente di Amanda, un greco gia' venuto nel capolugo nel 1999 con i genitori e poi studente di agraria, dopo aver frequentato l'Universita' per Stranieri per apprendere la lingua italiana. Anche lui ha ricostruito i rapporti amichevoli che aveva intrattenuto con Amanda, invitata ''piu' volte - 4 o 5 ha detto - a prendere un caffe''', dopo averla conosciuta in un Cafe' Internet-poit del centro di Perugia, dove si recava per ''parlare'' (attraverso internet) con il suo ragazzo americano. ''Io gli sistemavo la web-cam che delle volte aveva problemi - ha detto il giovane greco''. Ha anche raccontato di essere stato a casa sua, in via della Pergola per ascoltare la giovane americana suonare la chitarra. In quella occasione, conobbe per pochi minuti Meredith Kercher che poi si chiuse in camera. L'inglesina e' stata incontrata alcuni giovani dopo dal giovane greco, con sue amiche e poi sulle scalette del Duomo, insieme ad Amanda, ma nulla piu'.

''Io, con mia sorella e alcuni amici - ha detto il ragazzo greco - poiche'andavamo alla festa di Hallowen, ho invitato a venire Amanda. Andavamo in bus, mentre solo dopo, ho saluto che Amanda era tornata in auto con un amico italiano (appunto il Sollecito - ndr-) che aveva conosciuto ad un concerto alla 'stranieri', una quindicina di giorni prima, quindi attorno a meta' ottobre''. Varie sono state le domande dei legali di Amanda (Ghirga e Dalla Vedova) anche sul testo degli SMS inviati e ricevuti, tra Amanda e il ragazzo greco. Un'amica americana chiamata a testimoniare (assistita dall'interprete) ha spiegato che ''Amanda era una giovane molto brava, studiava con profitto e che aveva fatto tre lavori per venire in Italia ed imparare la lingua''.

Anche per la prossima udienza, a fine della prossima settimana, sono stati citati testi dalle difese, per spiegare alla corte le personalita' dei due giovani accusati di omicidio in concorso. Stamane, diversamente da altre giornate, nella piazza antistante il Tribunale, non c'erano i mezzi per i collegamenti Tv, segno evidente della minor importanza dei testi e del fatto che l'interesse mediatico del processo, sta diminuendo.

red/sam/ss

MEREDITH:IN AULA DIRETTRICE ASILO DOVE FU SORPRESO GUEDE

Si e' aperta con la testimonianza della direttrice della scuola materna di Milano dove il 27 ottobre 2007 venne sorpreso Rudy Hermann Guede, l'udienza di oggi davanti alla Corte d'assise di Perugia nell'ambito del processo che vede imputati Amanda Knox e Raffaele Sollecito per l'omicidio di Meredith Kerher. La donna ha riferito in aula di essersi recata al mattino, intorno alle 9.15, all'asilo dove aveva un appuntamento con un fabbro che avrebbe dovuto svolgere dei lavori in giardino. "Quando entrai vidi che dal mio ufficio stava uscendo un ragazzo che poi si rivelo' essere Guede (il giovane ivoriano condannato a 30 anni di carcere per l'omicidio di Meredith Kercher, ndr)- ha spiegato la direttrice della scuola. - Mi sembro' molto tranquillo e sereno. Mi disse che era di Perugia, che era arrivato a Milano in treno la sera precedente e che, alla stazione, un ragazzo gli aveva detto per 50 euro che avrebbe potuto dormire li'". La donna ha ricordato di aver trovato l'armadio e la cassetta dei soldi aperta. Da questa ultima, in particolare, mancavano pochi spiccioli. La direttrice ha infine spiegato di aver chiamato la polizia che, una volta sul posto, fece aprire a Guede il suo zaino. "Ricordo che all'interno c'era uno dei nostri coltelli da cucina che solitamente la cuoca usava per tagliare la carne - ha riferito.


(27 giugno 2009)

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