sabato 13 giugno 2009

Amanda risponde in aula: «Picchiata, chiamata stupida e bugiarda»


«Sotto pressione prima dell'arresto, immaginavo tante cose»
Il padre: «Non vedrete quella “dark angel” descritta»




PERUGIA (12 giugno) - Si è presentata in aula con una camicetta e pantaloni chiari, i capelli raccolti a coda, Amanda Knox al suo arrivo nell'aula della Corte d'Assise di Perugia dove stamani era in programma il suo interrogatorio nel processo per l'omicidio di Meredith Kercher nel quale è imputata insieme a Raffaele Sollecito. La giovane americana ha accennato un sorriso rivolto ai suoi avvocati. In aula c'era anche il padre Kurt il quale al suo arrivo al Palazzo di Giustizia aveva annunciato che «si vedrà una nuova Amanda, non quella dark angel che è stata descritta finora». Presente al processo, come al solito, anche Sollecito che oggi indossava jeans e una camicia rosa.

La Corte d'assise di Perugia ha autorizzato le riprese audio e video per i primi cinque minuti dell'esame, chieste da diverse testate, dell'interrogatorio ad Amanda Knox che ha raccontato la sua verità senza evitare di accusare gli investigatori o di narrarer i suoi pensieri di quei giorni.

«Sotto pressione ho immaginato tante cose». Amanda Knox ha giustificato così le accuse a Patrick Lumumba rispondendo alle domande del legale che rappresenta il musicista come parte civile. Riferendosi agli interrogatori ai quali venne sottoposta prima di essere arrestata ha parlato di «dichiarazioni prese contro la mia volontà». «Tutto ciò che ho detto - ha aggiunto - l'ho detto sotto pressione. Mi è stato suggerito dal pubblico ministero. Loro (il riferimento della domanda era alla polizia - ndr) suggerivano la via». «Sotto pressione - ha detto ancora la Knox - ho immaginato tante cose diverse». «Le ha suggerito la polizia di dire che Meredith aveva fatto sesso la notte dell'omicidio?» ha chiesto l'avvocato Pacelli. «Si» la risposta della Knox. «L'hanno picchiata per farle dire questo?» ha chiesto ancora il legale. «Si» ha replicato Amanda. La Knox ha quindi negato di avere incontrato Patrick Lumumba e di essere stata nella casa del delitto la sera del primo novembre del 2007.

«Mi chiamavano stupida, bugiarda» Ha sostenuto di essere stata chiamata ripetutamente «stupida bugiarda» durante gli interrogatori in questura la notte tra il 5 e il 6 novembre del 2007 prima di essere arrestata. Amanda ha raccontato di essere andata in questura quella sera perchè aveva paura di stare sola «perchè non avevano trovato chi aveva fatto questa cosa». «Quando ho detto Patrick - ha affermato la Knox - non sapevo se ero colpevole o no. Sapevo solo che non ero là (nella casa del delitto - ndr)». Nessuno dei testi d'accusa sentiti nel processo ha mai parlato di pressioni alla Knox. I pm presenti in aula non hanno voluto finora commentare le dichiarazioni di Amanda. I magistrati starebbero comunque valutando la possibilità di chiedere la trasmissione del verbale di udienza per valutare eventuali reati.

Ieri dal New York Times un attacco ai giornali e alla giustizia italiani

Al termine delle domande dei suoi difensori è stato sospeso l'interrogatorio di Amanda Knox davanti alla Corte di Assise di Perugia che la sta processando insieme a Raffaele Sollecito per l'omicidio di Meredith Khercher. L'esame proseguirà sabato mattina a partire dalle 9.

il messaggero 12 giugno 2009

Nessun commento:

VIAGGI

Partenza:
Camere:
Adulti:
Ritorno: