venerdì 19 novembre 2010

CASAL DI PRINCIPE:IL LETTO DI IOVINE (VIDEO)



GUARDA IL VIDEO: http://vitttaa.blogspot.com/2010/11/casal-di-principe-il-letto-in-cui.

In tre computer i segreti di Iovine. caccia ai complici, due donne nel mirino
Il boss ha tentato una fuga tra i tetti ma i poliziotti nascosti sui terrazzi l'hanno bloccato. Un'intercettazione di martedì sera ha convinto gli inquirenti che Iovine fosse in quella casa. Il plauso di Napolitano

di DARIO DEL PORTO e CONCHITA SANNINO

CASAL DI PRINCIPE - "In un bunker non mi avreste mai trovato. Io non scendo in un cunicolo. Soffro di claustrofobia. Anzi, magari in carcere potessi avere una cella non troppo piccola. E comunque, non sono il boss che viene dipinto in televisione". Mercoledì sera, questura di Napoli. Antonio Iovine, il padrino di Gomorra arrestato dopo quindici anni di latitanza, guarda negli occhi i suoi segugi e conclude: "Sono uno che sa rispettare lo Stato". Lo aspettano il carcere duro e una condanna all'ergastolo. Presto sarà trasferito in un istituto di massima sicurezza, del Nord Est o in Sardegna. Anche di questo i magistrati hanno discusso con i ministri dell'Interno e della Giustizia Roberto Maroni e Angelino Alfano, in trasferta a Napoli dopo il blitz che ha raccolto il plauso del Quirinale: "È l'intero Paese a nutrire sentimenti di profonda riconoscenza", ha detto il Capo dello Stato Giorgio Napolitano.


Per stanare il boss è stata utilizzata anche una telecamera nascosta tra i rifiuti. Ora gli inquirenti coordinati dai pm Antonio Ardituro e Alessandro Milita lavorano ai tre computer, fra cui un portatile, sequestrati nella villetta di Casal di Principe di proprietà di un muratore incensurato dove Iovine si rifugiava. Nell'hard disk potrebbe essere custodito l'archivio della cosca. E dovranno essere decifrati i due "pizzini" rinvenuti nell'appartamento. La squadra mobile di Napoli, diretta dal vice questore Vittorio Pisani, indaga anche sul ruolo rivestito nella fuga del padrino
dalle donne di almeno due nuclei familiari. Autentiche vestali del boss. Complici silenziose dentro e fuori casa. Gestivano logistica e trasferimenti, guidavano auto e portavano il bagaglio, ordinavano la spesa, cucinavano, lavavano, stiravano. Ed erano disposte, se necessario, a lasciare fuori un fidanzato o un cognato ("No, non posso uscire, stasera. No, non puoi venire e basta"), per non mettere in pericolo l'ospite.


Maroni e Alfano, accompagnati dal capo della polizia Antonio Manganelli, hanno incontrato in questura magistrati e poliziotti. "Siamo venuti per complimentarci per il bel colpo, non per fare polemiche. Preferisco parlare di cose concrete: l'antimafia dei successi, dei fatti, dei risultati", ha detto il responsabile del Viminale. "Non vorrei che la caduta del governo spezzasse questo magico circuito", ha affermato il Guardasigilli. I due ministri si sono poi intrattenuti con i pm del pool anticamorra. Il procuratore Giandomenico Lepore ha prima esordito con una battuta: "Siete stati davvero fortunati, l'arresto di Iovine è arrivato in un momento molto difficile per il governo". Quindi ha sottolineato che la cattura "è un risultato straordinario, una vittoria di tutto lo Stato, delle forze dell'ordine, della magistratura. Non solo del governo". Poi il capo dei pm ha posto l'accento sui tagli alla giustizia: "È vero, il governo ha fatto molto, soprattutto approvando leggi che ci hanno aiutato ad aggredire con maggiore efficacia i patrimoni dei camorristi. Ma per la carenza di risorse sono stato costretto a tagliare lo straordinario al personale di cancelleria: così gli uffici restano chiusi di pomeriggio e rischiamo di ritrovarci con una enorme mole di lavoro arretrato".


Il ministro Maroni ha salutato i suoi uomini indicato i prossimi obiettivi: il capo di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro e l'ultimo inafferrabile dei Casalesi Michele Zagaria. "Mi aspetto un buon regalo per Natale", ha concluso. Un altro arresto eccellente, dunque. A Casal di Principe, intanto, la figlia di Iovine, Filomena, difende il padre: "Non è un boss, è innocente. Mi ha raccomandato di continuare a studiare". In paese molti alzano le spalle, alla notizia della cattura del superlatitante e qualcuno si avventura in pericolose analisi sociologiche: "L'arresto di Iovine ci ha finito di rovinare, qui non c'è lavoro, da quando è arrivato lo Stato è tutto fermo". Ma la pensavano diversamente i quaranta ragazzi che, mercoledì sera, avevano sfidato la pioggia per festeggiare l'arresto di Iovine stappando spumante davanti alla sezione distaccata della squadra mobile. Segno che qualcosa forse si sta muovendo, anche nella terra di Gomorra.
(la Repubblica 19 novembre 2010)

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