domenica 25 novembre 2007

Si uuccide gettandosi dal terzo piano con i figli in braccio

di Wildgreta

Questa è una notizia atroce, perchè è l'epilogo di un dramma interiore che, certamente senza colpe, è stato sottovalutato o non appieno compreso. L'impossibilità di sentirsi adeguati al mondo in cui si vive e l'immenso amore per i figli dai quali non ci si vuole separare. Forse un gesto non pensato, improvviso. L'impeto di una infelicità talmente insopportabile da desiderare che finisca in un attimo, con un salto nel vuoto che ponga fine a tanta sofferenza. La solitudine interiore della depressione è figlia di questo tempo, e noi non sappiamo coglierla. Non siamo preparati a comprendere tanta sofferenza. Chi cura le persone che soffrono di depressione, invece, dovrebbe essere in grado di leggere questi segnali e porvi rimedio in tempo. Purtroppo non sempre succede e così si assiste impotenti a drammi così laceranti, da farti venire voglia di risettare il tempo, passare di lì, evitarli. Ma quanti di noi sono capaci di comprendere e interessarsi alle sofferenze interiori degli altri?



Il Giornale di Giacomo Legame - domenica 25 novembre 2007, 07:00


Un tonfo sordo arrivato dalla strada: solo quando si è affacciato ha visto la moglie e i figli a terra e ha cominciato a urlare disperato. La madre dei suoi bambini, 35 anni, era morta, i piccoli sanguinanti, immobili a terra. È la scena alla quale ha assistito il marito della donna che ieri intorno alle 17,30 ad Aprilia ha deciso di farla finita e ha portato con sé i figli di tre e sette anni, maschio e femmina. Lei è morta sul colpo, loro sono stati trasferiti dai mezzi dell’Ares «118» al Cto di Roma con politrauma. Preoccupano soprattutto le condizioni della bambina, sembra che rischi di perdere un braccio.
È accaduto tutto in pochi istanti, sembrava un normale sabato pomeriggio, erano tutti in casa quando Tiziana B., che soffriva da tempo di depressione acuta, ha deciso di lanciarsi. Ha preso i figli, è uscita sul balcone al terzo piano del palazzo di via Sabotino, nel pieno centro di Aprilia, città di poco meno di sessantamila abitanti a nord di Latina, e si è lanciata. L’allarme è scattato immediatamente, tra i primi a intervenire il pediatra che seguiva i bambini e stava recandosi proprio in quella casa perché uno dei piccoli aveva la febbre. Una cosa normale, niente di che preoccuparsi.
Lo stesso pediatra ha chiesto l’intervento del 118, i bimbi infatti erano ancora vivi. E in quella casa al terzo piano nulla che lasciasse presagire quel gesto, nessuna lite prima che accadesse, di colpo la donna è uscita e si è gettata. Da tempo era seguita dal dipartimento di salute mentale per una forte forma di depressione ma non aveva mai manifestato intenti suicidi secondo quanto riferito dai medici ai carabinieri.
Sono stati gli uomini del comando provinciale, diretti dal colonnello Leonardo Rotondi, a svolgere gli accertamenti del caso. I militari della compagnia di Aprilia hanno raccolto le prime informazioni, mentre in casa - a conferma della scelta improvvisa - non è stato trovato alcun biglietto che «motivasse» il suicidio.
Ieri sera la zona dove si è consumata la tragedia si è immediatamente riempita di curiosi, la coppia tra l’altro era conosciuta da tutti nel palazzo e in quelli vicini. Gente tranquilla, lui impiegato e lei casalinga con qualche lavoro saltuario. Ma da quando era subentrata la depressione sempre con meno impegni e via via progressivamente isolata. Da tutti

Via Sabotino e la vicina via Montello sono state transennate dalle forze dell’ordine. Il marito e i familiari della donna, invece, sono corsi al capezzale dei bambini, vittime innocenti di un gesto disperato e inspiegabile.

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