Non ha mezzi termini Mario Frigerio, l'unico sopravvissuto alla strage di Erba, al suo arrivo al palazzo di Giustizia a Milano, dove è in corso il processo a Olindo Romano e Rosa Bazzi. "Sono bestie sanguinarie: in questo modo l'hanno dimostrato - ha detto Frigerio riferendosi alla lettera che i coniugi gli hanno inviato per ribadire la loro innocenza -. Ho sempre detto che è stato Olindo, ho voluto esserci oggi per poterlo guardare negli occhi".
Il fatto che i difensori mettano in dubbio la sua testimonianza gli procura. "E' un dolore che si aggiunge a quello che già abbiamo provato - ha aggiunto Frigerio - Questo non è giusto per noi e per le vittime".
Frigerio nella strage perse la moglie Valeria Cherubini. La coppia era intervenuta nell'appartamento di Raffaella Castagna dove era scoppiato un incendio. Oltre a Valeria Cherubini, nella strage furono uccisi Raffaella Castagna, suo figlio Youssef e la madre di Raffaella, Paola Galli.
Frigerio, nonostante una profonda ferita alla gola, riuscì a sopravvivere e riconobbe Olindo Romano come suo aggressore. I difensori degli imputati hanno più volte cercato di smontare la sua testimonianza, sottolineando come l'uomo non fece subito il nome di Olindo, descrivendo, secondo la difesa, un'altra persona, e chiamò in causa l'ex netturbino solo in un secondo tempo.
Oggi è previsto l'intervento dell'ultimo difensore, il professor Nico D'Ascola. Il sostituto pg di Milano Nunzia Gatto nelle precedenti udienze ha chiesto la conferma della condanna dei coniugi Romano all'ergastolo e a tre anni di isolamento diurno.
Frigerio: "Odio Olindo e Rosa"
"Provo vero odio, non li perdonerò mai". Sono questi i sentimenti che Mario Frigerio dice di avere nei confronti di Olindo Romano e Rosa Bazzi. Dopo la sua testimonianza nel processo di primo grado, è tornato in aula e li ha rivisti, seduto in gabbia. "Hanno toccato il fondo - dice, rivolgendosi alla difesa - cercano di stravolgere tutto e questo non è giusto, soprattutto per rispetto delle vittime. Continuano a calpestare, a confondere, invece ci vogliono un po' di valori". Nessun dubbio sul suo aggressore, anche se la difesa parla di testimonianza 'indotta'. "Dall'inizio alla fine ho sempre saputo chi è il vero assassino: Olindo Romano. Sono sicurissimo". La sentenza potrebbe già arrivare nell' udienza del 20 aprile: "Ci sarò, sarà - conclude - un giorno importantissimo".
fonte tgcom 14 aprile 2010
Ultimo aggiornamento ore 15:55
Il fatto che i difensori mettano in dubbio la sua testimonianza gli procura. "E' un dolore che si aggiunge a quello che già abbiamo provato - ha aggiunto Frigerio - Questo non è giusto per noi e per le vittime".
Frigerio nella strage perse la moglie Valeria Cherubini. La coppia era intervenuta nell'appartamento di Raffaella Castagna dove era scoppiato un incendio. Oltre a Valeria Cherubini, nella strage furono uccisi Raffaella Castagna, suo figlio Youssef e la madre di Raffaella, Paola Galli.
Frigerio, nonostante una profonda ferita alla gola, riuscì a sopravvivere e riconobbe Olindo Romano come suo aggressore. I difensori degli imputati hanno più volte cercato di smontare la sua testimonianza, sottolineando come l'uomo non fece subito il nome di Olindo, descrivendo, secondo la difesa, un'altra persona, e chiamò in causa l'ex netturbino solo in un secondo tempo.
Oggi è previsto l'intervento dell'ultimo difensore, il professor Nico D'Ascola. Il sostituto pg di Milano Nunzia Gatto nelle precedenti udienze ha chiesto la conferma della condanna dei coniugi Romano all'ergastolo e a tre anni di isolamento diurno.
Frigerio: "Odio Olindo e Rosa"
"Provo vero odio, non li perdonerò mai". Sono questi i sentimenti che Mario Frigerio dice di avere nei confronti di Olindo Romano e Rosa Bazzi. Dopo la sua testimonianza nel processo di primo grado, è tornato in aula e li ha rivisti, seduto in gabbia. "Hanno toccato il fondo - dice, rivolgendosi alla difesa - cercano di stravolgere tutto e questo non è giusto, soprattutto per rispetto delle vittime. Continuano a calpestare, a confondere, invece ci vogliono un po' di valori". Nessun dubbio sul suo aggressore, anche se la difesa parla di testimonianza 'indotta'. "Dall'inizio alla fine ho sempre saputo chi è il vero assassino: Olindo Romano. Sono sicurissimo". La sentenza potrebbe già arrivare nell' udienza del 20 aprile: "Ci sarò, sarà - conclude - un giorno importantissimo".
fonte tgcom 14 aprile 2010
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