Ore 17.30 - La mamma di Yara è uscita di casa scortata da due personeLa mamma di Yara Gambirasio, Maura, è uscita di casa poco dopo le 17.30 scortata da due uomini, non si sa se carabinieri in borghese o amici di famiglia. Il terzetto si sarebbe diretto verso il centro sportivo dove Yara è stata vista l'ultima volta lo scorso 26 novembre.
Ore 16.45 - Si continua a cercare nonostante il buio. Arriva la «Scientifica» dell'Arma Nonostante l'oscurità, gli inquirenti hanno deciso di proseguire con le torce le ricerche all'interno del cantiere dell'ex Sobea, dove è in corso la realizzazione di un centro commerciale. Sul posto sono arrivati anche i carabinieri della Scientifica dell'Arma, con le loro tute bianche al seguito. Due fattori - il proseguo delle ricerche nonostante il calar della sera e l'arrivo dei carabinieri della Scientifica - che fanno pensare che gli inquirenti devono aver trovato tracce di una certa rilavanza all'interno del cantiere. Tutta l'area è setacciata in ogni angolo sempre con l'ausilio dei cani molecolari.
Yara, ricerche concentrate su cantiere di Mapello Sulle tracce della 13enne il cane svizzero Joker
di Redazione
Nel cantiere dell’ex Sobea, dove è in costruzione un centro commerciale, però, le tracce della minorenne sembrano sparire nel nulla. E' qui che il fiuto dei cani specializzati, oggi è stato impiegato anche il cane svizzero Joker, porta da due giorni gli inquirenti
Bergamo - Si concentrano in un cantiere a Mapello, comune al confine con Brembate Sopra, le ricerche della 13enne bergamasca Yara Gambirasio. Nel cantiere dell’ex Sobea, dove è in costruzione un centro commerciale, però, le tracce della minorenne sembrano sparire nel nulla. E' qui che il fiuto dei cani specializzati, oggi è stato impiegato anche il cane svizzero Joker, porta da due giorni gli inquirenti. Lo stesso percorso tracciato oggi da Joker è stato fatto, indipendentemente, da altri due cani specializzati.
Indagine serrata in paese Se gli inquirenti non escludono nessuna pista e mantengono il massimo riserbo, il fiuto canino dunque traccia sempre lo stesso percorso. Yara dal centro sportivo si sarebbe diretta verso via Caduti dell’Aeronautica, dalla parte opposta rispetto alla direzione di casa. Difficile capire se dovesse incontrare qualcuno o se è stata costretta a cambiare percorso. L’ultimo sms, delle 18.44, aggancia secondo indiscrezioni una cella di Mapello, pochi minuti dopo verrà spento. Da questa mattina, le ricerche di carabinieri, protezione civile e vigili del fuoco si concentrano in questo piccolo lembo di terra, tra il cimitero e un campo di granturco, che circonda il cantiere in fondo a via Marconi. Anche con il buio le luci del cantiere e quelle alogene aiutano i soccorritori.
La sonda "life detector" Inutile finora l’utilizzo della sonda "life detector", usata anche in caso di terremoti e capace di trovare i dispersi sepolti dalle macerie. Dopo quattro giorni dalla scomparsa non hanno portato nessun risultato neanche le ricerche nei campi circostanti dove trovano rifugio, in casolari di fortuna, alcuni extracomunitari. Zone già setacciate a poche ore dalla scomparsa di Yara, ma che i soccorritori continuano a scandagliare alla ricerca di un elemento utile per trovare la 13enne con la passione per la ginnastica ritmica.
Il paese: "No al circo mediatico" La strada che porta alla villa dei Gambirasio i non residenti possono percorrerla solo a piedi. Un’automobile della polizia locale sbarra l’accesso: i camper delle televisioni per le dirette satellitari e i mezzi di giornalisti e fotografi devono restare rigorosamente parcheggiati a distanza. Calma e silenzio davanti la casa di Yara, dove il dolore dei genitori e dei fratelli resta chiuso nella più assoluta riservatezza. "Non vogliono che il loro dramma si trasformi nello spettacolo di Avetrana - dicono i vicini di casa - qui a Brembate non lo vuole a nessuno". A Brembate tutti si sono stretti attorno alla famiglia di Yara (nome di etimologia atzeca che significa primavera), ma in modo silenzioso, quasi timoroso. Un modo di stare vicino nei momenti dolorosi, tipico di questa terra, la Valle Brembana, contadini e lavoratori, muratori, gente al lavoro anche di notte, se serve. Nessuno ha voluto però invadere la tragedia della famiglia. Se si tratta di dare una mano praticamente, allora si muovono in tanti, a partire dal sindaco, Diego Locatelli, che sta prendendo parte direttamente alle ricerche. Anche stamani era infatti al cantiere dove si è concentrata per alcune ore l’attenzione. Con il viso scuro e chiuso non ha voluto parlare con stampa.
http://www.ilgiornale.it/interni/yara_ricerche_concentrate_cantiere_mapello_sulle_tracce_13enne_cane_svizzero_joker/cronaca-yara-brembate_sopra-ricerche-joker-mapello/30-11-2010/articolo-id=490553-page=0-comments=1
martedì 30 novembre 2010
Yara Gambirasio, Indizi importanti.Sgombrata area dell'ex Sobea.
Sono le ore del terrore per Yara Gambirasio, la ragazzina di 13 anni sparita da venerdì. Un supercane proveniente dalla Svizzera, di nome Joker che vanta una percentuale di successi del 70%, ha fiutato qualcosa al confine del comune di Mapello. E' bastato agli inquirenti per blindare un'area piuttosto vasta che comprende un campo aperto e un centro commerciale in costruzione con data di consegna 2011. I carabinieri avrebbero rinvenuto anche un paio di collant neri o di leggins. Proprio a Mapello si sarebbe agganciata la cella telefonica del cellulare di Yara in uno degli ultimi istanti in cui è rimasto acceso.
Ore 14,15 - Attenzione massima in un cantiere
Il cane «molecolare» svizzero Joker si è diretto nel cantiere dell'ex Sobea dove è in corso di realizzazione un centro commerciale. È in campagna al confine tra Brembate Sopra, Locate e Mapello ma in territorio di Mapello. Sarebbe stato individuato qualcosa di significativo, tanto che è arrivato un consistente spiegamento di forze dell'ordine con i vertici in prima fila. Gli operai che stavano lavorando lì sono stati fatti uscire. Sembra che ci siano importanti indizi.
MAESTRE ASILO PINEROLO: "SIAMO STATE ETICHETTATE COME STREGHE"
Roma, 29 nov. - (Adnkronos) - ''Tutte le illazioni contro di noi sono totalmente false. Siamo state minacciate ed etichettate come streghe. Contro di noi ci sono solo le accuse delle nostre ex dipendenti, non ci sono prove oggettive''. Lo hanno affermato le maestre dell'asilo di Pinerolo, accusate di maltrattamenti dsui bambini in un'intervista a 'Mattino Cinque', programma televisivo trasmesso da Canale 5. Le maestre potrebbero tornare all'asilo gia' domani a seguito della decisione del Tribunale della Liberta' del dissequestro dell'asilo di Pinerolo.
Yara Gambirasio, ricerche sospese. I cani puntano verso Tresolzio
Yara Gambirasio, ricerche sospese:I cani puntano verso Tresolzio
29 novembre 2010 Cronaca
Per Yara Gambirasio al setaccio il centro sportivo
Non ha dato alcun esito il massiccio sopralluogo che le forze dell'ordine hanno effettuato lunedì pomeriggio, 29 novembre, al centro sportivo di Brembate di Sopra, passato interamente al setaccio alla ricerca di Yara Gambirasio o di qualche traccia che potesse far risalire alla ragazzina 13enne che manca da casa dal tardo pomeriggio di venerdì 26 novembre. La ragazza, infatti, sarebbe stata vista uscire dalla palestra ma non dal centro sportivo, un complesso che racchiude al suo interno anche una piscina e una pista di atletica.
Nel corso del sopralluogo sono stati utilizzati anche i cani «molecolari», capaci cioè di seguire tracce quasi inesistenti. Uno di loro avrebbe trovato una traccia di Yara Gambirasio sopra un maniglione antipanico della palestra, mentre le tracce successive avrebbero portato i cani non nella direzione dell'abitazione della ragazza, ma nella direzione opposta.
Un cane in particolare, per tre volte consecutive, ha sempre puntato con insistenza verso via Caduti e Dispersi dell'Aeronautica, nella zona industriale (verso la sede della Nolan, per chi conosce la zona), a destra uscendo dal centro sportivo, mentre per tornare a casa Yara avrebbe invece dovuto svoltare a sinistra.
Proseguendo lungo quella direzione, dopo poche centinai di metri, si arriva nelle campagne della frazione di Tresolzio, peraltro già setacciate dai carabinieri sia nei giorni scorsi sia nella mattinata di lunedì 29. In serata, con il sopraggiungere dell'oscurità, le ricerche sono state sospese e riprenderanno martedì mattina 30 novembre.
I cani avrebbero fiutato le tracce fino alla Briantea - tra Locate di Ponte San Pietro, Ambivere e Mapello - per poi fermarsi lì. Lo stesso sostituto procuratore che coordina le indagini, Letizia Ruggeri, ha percorso a piedi il tragitto, insieme agli investigatori. La zona è battuta palmo a palmo, ma senza esiti.
Lunedì sono stati trovati anche un paio di fuseax neri in un cestino, ma i familiari di Yara hanno escluso che si trattassero di quelli indossati dalla figlia, così come un cellulare di marca Lg - la stessa di quello di Yara - trovato a Bonate. quello era bianco, quello di Yara nero.
Esaminati anche il computer e i diari della ragazza, ma tra le cose di Yara non è stato trovato nulla che possa aiutare gli investigatori nelle indagini.
Lunedì pomeriggio le ragazze della Ginnastica ritmica di Brembate Sopra si sono ritrovate in palestra. «Maura, la mamma di Yara, ha voluto che l'attività continui - dice l'istruttrice Daniela Rossi - . Abbiamo parlato con loro, risposto a domande, discusso e poi le atlete hanno sostenuto un leggero allenamento. Inutile dire che lo smarrimento e il dolore per la loro compagna si leggeva chiaramente nei loro occhi. È stato difficile ma è positivo che si vada avanti, pensando che la nostra Yara ritorni a volteggiare e a ballare nei palazzetti dello sport di tutta Italia. Il mio pensiero, come quello delle atlete e dei loro genitori, è costantemente rivolto a Yara e ora per me la notte è ancora più angosciosa».
http://www.ecodibergamo.it/stories/Cronaca/349372/
domenica 28 novembre 2010
Loano, Condannate per maltrattamenti le maestre dell’asilo Stella Grossi
5 novembre 2010 12:58
5 novembre 2010 12:58
di VALERIA ROSSI – Condannate entrambe, ieri, le maestre accusate di maltrattamenti nel caso dell’asilo nido di Loano sul quale avevamo pubblicato un’ampia intervista all’allora Presidente Emanuele Caglieris.
Ora che la giustizia ha assodato le responsabilità delle dirette interessate, però, sarebbe importante che anche la politica si assumesse le sue: a partire dal sindaco Vaccarezza che parrebbe aver fatto il possibile per insabbiare la vicenda.
Ma non è tutto qui, perché Emanuele Caglieris, che ci ha chiamato ieri dal Sudamerica in cui è andato a vivere, sospetta che ci siano state irregolarità anche nella gara di appalto relativa alla gestione dell’asilo, tanto che “I documenti sono stati fatti sparire – sostiene - non si sa bene da chi. La versione ufficiale è che ci sia stato un misterioso furto nei locali, durante il quale, guarda caso, sono stati rubati proprio quei documenti. E’ stato anche ventilato che fossi proprio io l’autore (o almeno il mandante del furto): cosa che ovviamente non mi avrebbe portato alcun vantaggio. Anzi, quei documenti sarebbero stata un’ulteriore prova a favore di chi sospetta che in quell’asilo i maltrattamenti non fossero l‘unico problema, pur essendo il più grave”.
Ovviamente di tutti questi retroscena non si trova traccia sui giornali di oggi, nei quali le maestre sono uniche protagoniste.
Ma non ci sono solo loro: c’è anche chi ha permesso che tutto questo accadesse e c’è chi ha fatto i salti mortali perché questi crimini (e forse altri) restassero celati all’opinione pubblica, “per non ledere l’immagine della città” (questa è stata la scusa ufficiale di cui ci ha parlato Caglieris quando ci ha raccontato della reazione di Angelo Vaccarezza alla sua denuncia).
C’è stato chi ha chiesto ai genitori dei bambini di “non fare denunce, perché avrebbe aggiustato tutto lui”.
C’è il fatto che la maestre oggi condannate siano state nuovamente impiegate in mansioni che avevano a che fare con i bambini, senza la minima preoccupazione.
Tutto questo ha precise responsabilità e ci piacerebbe, almeno, che se ne parlasse anziché trincerarsi dietro ai “no comment” e alla complicità di chi non fa domande.
Evidentemente il “quieto vivere politico”, e l’interesse che ne deriva, contano anche più della salute fisica e mentale dei bambini.
Ma continuiamo pure a farci del male e a farne ai nostri figli: non sia mai che qualcuno si offenda troppo perché gli abbiamo pestato un delicato piedino.
Ora che la giustizia ha assodato le responsabilità delle dirette interessate, però, sarebbe importante che anche la politica si assumesse le sue: a partire dal sindaco Vaccarezza che parrebbe aver fatto il possibile per insabbiare la vicenda.
Ma non è tutto qui, perché Emanuele Caglieris, che ci ha chiamato ieri dal Sudamerica in cui è andato a vivere, sospetta che ci siano state irregolarità anche nella gara di appalto relativa alla gestione dell’asilo, tanto che “I documenti sono stati fatti sparire – sostiene - non si sa bene da chi. La versione ufficiale è che ci sia stato un misterioso furto nei locali, durante il quale, guarda caso, sono stati rubati proprio quei documenti. E’ stato anche ventilato che fossi proprio io l’autore (o almeno il mandante del furto): cosa che ovviamente non mi avrebbe portato alcun vantaggio. Anzi, quei documenti sarebbero stata un’ulteriore prova a favore di chi sospetta che in quell’asilo i maltrattamenti non fossero l‘unico problema, pur essendo il più grave”.
Ovviamente di tutti questi retroscena non si trova traccia sui giornali di oggi, nei quali le maestre sono uniche protagoniste.
Ma non ci sono solo loro: c’è anche chi ha permesso che tutto questo accadesse e c’è chi ha fatto i salti mortali perché questi crimini (e forse altri) restassero celati all’opinione pubblica, “per non ledere l’immagine della città” (questa è stata la scusa ufficiale di cui ci ha parlato Caglieris quando ci ha raccontato della reazione di Angelo Vaccarezza alla sua denuncia).
C’è stato chi ha chiesto ai genitori dei bambini di “non fare denunce, perché avrebbe aggiustato tutto lui”.
C’è il fatto che la maestre oggi condannate siano state nuovamente impiegate in mansioni che avevano a che fare con i bambini, senza la minima preoccupazione.
Tutto questo ha precise responsabilità e ci piacerebbe, almeno, che se ne parlasse anziché trincerarsi dietro ai “no comment” e alla complicità di chi non fa domande.
Evidentemente il “quieto vivere politico”, e l’interesse che ne deriva, contano anche più della salute fisica e mentale dei bambini.
Ma continuiamo pure a farci del male e a farne ai nostri figli: non sia mai che qualcuno si offenda troppo perché gli abbiamo pestato un delicato piedino.
SARAH, MICHELE HA DETTO LA VERITA' SOLO AL PARROCO DEL CARCERE
Misseri usa ancora il plurale, la verità solo al parroco del carcere
AVETRANA – «Il pozzo era pieno d’acqua?», chiede il giudice. «C’era acqua dentro. Ora, quando “siamo andati” l’ultima volta, era un mare piccolo: non si poteva entrare più». Ancora una volta Michele Misseri parla al plurale per raccontare l’omicidio della nipote Sarah Scazzi. A provocare l’ambigua risposta durante l’incidente probatorio del 19 ottobre, è l’avvocatessa Emilia Velletri che vuole sapere perché Michele ha deciso di spogliare la nipote prima di immergerla nella cisterna. «Senta: ma lei non ha voluto buttare i vestiti nel pozzo perché, secondo lei, si consumavano dopo il cadavere…», chiede la legale. «I vestiti non li ho messi – spiega Michele – perché quando piove là, che si riempie, escono tutti fuori (…) e possono essere trovati». Il contadino accusato di avere ucciso la nipote in concorso con la figlia Sabrina, spiega come tornando sul luogo della sepoltura, lui e qualcun altro («quando siamo andati l’ultima volta»), hanno trovato la superficie completamente sommersa dall’acqua piovana. Già altre volte Misseri è scivolato sulla stessa declinazione al plurale.
sabato 27 novembre 2010
Michele Misseri: "Sarah a Sabrina facevano giochi pericolosi"
"Sarah a Sabrina facevano giochi pericolosi"
Viterbo - 27 novembre 2010 - ore 16,25
- "Mia moglie potrebbe chiedere il divorzio".
E' l'ipotesi che Michele Misseri, accusato di aver ucciso la nipote Sarah Scazzi, ha fatto davanti ai magistrati titolari dell'inchiesta sull'omicidio della 15enne di Avetrana.
Misseri, nell'ambito del confronto coi pm in sede di incidente probatorio, avrebbe escluso che la moglie Cosima sapesse della morte di Sarah.
Lei, ha detto Misseri, credeva, come tutti, che la sua nipotina fosse scomparsa. Mai avrebbe potuto immaginare un coinvolgimento del marito o della figlia Sabrina nella vicenda.
Misseri ha anche spiegato i motivi per i quali ha ritrattato la sua prima confessione. Quella dell'interrogatorio fiume della notte del 7 ottobre, quando l'uomo ammise di aver strangolato Sarah e di averla gettata in una cisterna.
"Perché dovevo fare tanti anni di carcere se una cosa io non l'ho fatta?", ha spiegato ai magistrati. Da qui, la chiamata in correità della figlia Sabrina. Che, però, Misseri, tenta ancora di giustificare.
L'accusato ha infatti ipotizzato che la morte di Sarah possa essere stata un incidente. Lei e Sabrina, infatti, come spiegato da Misseri, erano solite fare "giochi pericolosi", con corde e cinture.
http://www.tusciaweb.it/notizie/2010/novembre/27_29n_scazzi.htm
Viterbo - 27 novembre 2010 - ore 16,25
- "Mia moglie potrebbe chiedere il divorzio".
E' l'ipotesi che Michele Misseri, accusato di aver ucciso la nipote Sarah Scazzi, ha fatto davanti ai magistrati titolari dell'inchiesta sull'omicidio della 15enne di Avetrana.
Misseri, nell'ambito del confronto coi pm in sede di incidente probatorio, avrebbe escluso che la moglie Cosima sapesse della morte di Sarah.
Lei, ha detto Misseri, credeva, come tutti, che la sua nipotina fosse scomparsa. Mai avrebbe potuto immaginare un coinvolgimento del marito o della figlia Sabrina nella vicenda.
Misseri ha anche spiegato i motivi per i quali ha ritrattato la sua prima confessione. Quella dell'interrogatorio fiume della notte del 7 ottobre, quando l'uomo ammise di aver strangolato Sarah e di averla gettata in una cisterna.
"Perché dovevo fare tanti anni di carcere se una cosa io non l'ho fatta?", ha spiegato ai magistrati. Da qui, la chiamata in correità della figlia Sabrina. Che, però, Misseri, tenta ancora di giustificare.
L'accusato ha infatti ipotizzato che la morte di Sarah possa essere stata un incidente. Lei e Sabrina, infatti, come spiegato da Misseri, erano solite fare "giochi pericolosi", con corde e cinture.
http://www.tusciaweb.it/notizie/2010/novembre/27_29n_scazzi.htm
Etichette:
27 novembre 2010,
accuse contro sabrina,
cronaca nera,
delitto Sarah Scazzi,
giochi con cinture,
giochi pericolosi,
incidente probatorio misseri,
sarah vittima incidente
SARAH SCAZZI, MICHELE MISSERI: IL 26 AGOSTO NON ANDAI IN BANCA
Taranto, 27 nov. (Adnkronos) - ''Voglio sapere questo: quella mattina ti ricordi se sei andato in banca a fare qualche operazione?'', chiede il pm della Procura della Repubblica di Taranto Mariano Buccoliero a Michele Misseri durante l'interrogatorio dell'incidente probatorio svoltosi lo scorso 12 novembre nel carcere della citta' jonica nell'ambito dell'inchiesta sul delitto di Sarah Scazzi. ''Banca? No'', risponde Michele Misseri.
Etichette:
27 novembre 2010,
alibi cosima,
confessione michele misseri,
il 26 agosto non andai in banca,
omicidio sarah scazzi,
verbale incidente probatorio
venerdì 26 novembre 2010
Michele Misseri: verbali incidente probatorio (testo integrale)
Etichette:
26 novembre 2010,
confessione michele misseri,
cronaca nera,
l'ultima verità,
omicidio,
sarah scazzi,
testo integrale,
verbali incidente probatorio
Omicidio Sarah Scazzi: come mai nessuno ha tentato di telefonarle?
SARAH SCAZZI / le NON telefonate al cellulare di Sarah. Ambiguo anche Ivano
Omicidio SARAH SCAZZI. Ultime notizie: il mistero delle NON telefonate al cellulare di Sarah. Comportamento sospetto anche per Ivano - Avetrana - Tra i molti punti oscuri della vicenda Sarah Scazzi c'è senz'altro anche quello relativo alle non chiamate fatte verso il cellulare di Sarah da parte di alcuni dei personaggi coinvolti in questa storia.
Come mai nei giorni successivi alla scomparsa della ragazza, avvenuta il 26 agosto scorso, nessuno tra Sabrina, Cosima e Michele ha provato a chiamare il numero di Sarah sperando magari che trillasse?
Verrebbe da sospettare che il tentativo era ritenuto inutile in quanto a loro era ben chiaro che mai e poi mai dall'altra parte avrebbe potuto rispondere qualcuno.
Inquietante, in tal senso, è anche la posizione del famoso Ivano.
Anche lui non ha mai provato a chiamare il numero di Sarah, forse conosceva la verità anche lui?
Va ricordato che nelle due ora successive alla scomparsa di Sarah, Sabrina Misseri e Ivano hanno avuto qualcosa come una quarantina di contatti tra telefonate e sms. Per dirsi cosa?
http://www.unonotizie.it/12520-sarah-scazzi-le-non-telefonate-al-cellulare-di-sarah-ambiguo-anche-ivano.php
Omicidio SARAH SCAZZI. Ultime notizie: il mistero delle NON telefonate al cellulare di Sarah. Comportamento sospetto anche per Ivano - Avetrana - Tra i molti punti oscuri della vicenda Sarah Scazzi c'è senz'altro anche quello relativo alle non chiamate fatte verso il cellulare di Sarah da parte di alcuni dei personaggi coinvolti in questa storia.
Come mai nei giorni successivi alla scomparsa della ragazza, avvenuta il 26 agosto scorso, nessuno tra Sabrina, Cosima e Michele ha provato a chiamare il numero di Sarah sperando magari che trillasse?
Verrebbe da sospettare che il tentativo era ritenuto inutile in quanto a loro era ben chiaro che mai e poi mai dall'altra parte avrebbe potuto rispondere qualcuno.
Inquietante, in tal senso, è anche la posizione del famoso Ivano.
Anche lui non ha mai provato a chiamare il numero di Sarah, forse conosceva la verità anche lui?
Va ricordato che nelle due ora successive alla scomparsa di Sarah, Sabrina Misseri e Ivano hanno avuto qualcosa come una quarantina di contatti tra telefonate e sms. Per dirsi cosa?
http://www.unonotizie.it/12520-sarah-scazzi-le-non-telefonate-al-cellulare-di-sarah-ambiguo-anche-ivano.php
SARAH,MEDICO LEGALE: ASSENZA DI CIBO DIPENDE DA MOLTI FATTORI
Taranto, 26 nov. (Adnkronos) - ''Il fatto che non siano stati trovati residui di cibo nel corpo di Sarah puo' dipendere da tanti fattori: o non ha mangiato proprio o ha dato solo un morso o ha mangiato molto tempo prima di quanto si e' detto. Potrebbe anche aver mangiato qualcosa vomitandola successivamente. C'e' poi la possibilita' che abbia mangiato poco e abbia bevuto un bicchier d'acqua subito dopo e quindi il cibo si sia diluito lasciando piccoli residui nel liquido''. E' quanto ha affermato, parlando con l'ADNKRONOS, il professor Luigi Strada, medico legale incaricato dalla Procura della Repubblica di Taranto, a proposito del delitto di Sarah Scazzi, uccisa il 26 agosto ad Avetrana. Strada conferma di aver trovato ''un liquido torbido di 20 cc nell'intestino della vittima''.
giovedì 25 novembre 2010
Sarah Scazzi, cosa nasconde Cosima? Al vaglio il suo alibi
AVETRANA - Emergono dei dubbi sulla posizione di Cosima Serrano, la moglie e madre di Michele e Sabrina Misseri, entrambi in carcere per l'omicidio della quindicenne Sarah Scazzi. Gli inquirenti stanno vagliando un "buco" di due ore nell'alibi della donna per il 26 agosto scorso, quando venne uccisa la nipote. Gli investigatori sospettano che quella mattina la donna possa essere stata testimone di episodi importanti ai fini del movente del delitto.
La moglie del contadino di 57 anni ha sempre riferito di essere andata a lavorare la mattina dell'omicidio della nipote, accompagnata in campagna da un pulmino. Ma la sua versione non combacia con alcune testimonianze. Tra queste c'è quella
del marito, che ha riferito che Cosima era ancora a casa quella mattina intorno alle 8.30, e non, quindi, in campagna. Inoltre l'uomo ha riferito che alle 9 circa non c'erano più né lei né la sua Opel Astra. Dai movimenti bancari, inoltre, risulta che la donna abbia eseguito un versamento dal Credito cooperativo di Avetrana alle 12.18, orario incompatibile con l'eventuale sua giornata lavorativa in campagna.
Dai riscontri effettuati sui tabulati telefonici del cellulare di Cosima, gli investigatori hanno scoperto che intorno alle 10 del 27 agosto scorso la donna, lasciata Avetrana, telefonò poco dopo e per tre volte all'altra figlia, Valentina, residente a Roma, e che la cella telefonica utilizzata dalla «rete» è quella che garantisce il segnale proprio nelle campagne in contrada "Mosca", dove Michele aveva occultato in un pozzetto il corpo della nipote Sarah.
25 Novembre 2010 - 21.34
http://www.romagnaoggi.it/cronaca/2010/11/25/178890/
mercoledì 24 novembre 2010
CONDANNA DON MAURO STEFANONI, LA DIFESA: ATTACCHI ALLA CHIESA HANNO INFLUITO
Nuova condanna per don Mauro. Confermati gli 8 anni in Appello
Ribadita la sentenza già pronunciata a Como. La famiglia della vittima: «Giustizia è fatta»
«Otto anni». Nessuno sconto. Una condanna pesantissima pure in secondo grado. Don Mauro Stefanoni è stato dichiarato colpevole anche dal collegio d’Appello di Milano, a cui aveva fatto ricorso contro la sentenza rimediata di fronte ai giudici del tribunale di Como. Per sei giudici - tre di primo grado, tre di secondo - è colpevole del reato di violenza sessuale ai danni di un ragazzo dell’oratorio di Laglio che, all’epoca dei fatti contestati dall’accusa, era minorenne. La sentenza è stata letta ieri nel primo pomeriggio, poco dopo le quattordici, al termine di una camera di consiglio breve, protrattasi per circa un’ora. Una simile decisione, per la verità, era nell’aria.
Soprattutto dopo l’esito della perizia chiesta dal collegio meneghino - composto di sole donne - a tre medici, per meglio analizzare la patologia di don Mauro e verificarne, di conseguenza, le possibilità di compiere gli atti sessuali raccontati dal ragazzino che nel frattempo è diventato maggiorenne.
I professori Sergio Cosciano Cunico, Francesco De Ferrari e il dottor Giovanni Stocovaz, nominati dai giudici, con il loro lavoro hanno messo fine, in pratica, al processo sentenziando che i guai fisici del parroco canturino, 41 anni, «di per sé non rappresentano una situazione anatomica tale da rendere impossibile qualunque tipo di rapporto sessuale».
Ribadita la sentenza già pronunciata a Como. La famiglia della vittima: «Giustizia è fatta»
«Otto anni». Nessuno sconto. Una condanna pesantissima pure in secondo grado. Don Mauro Stefanoni è stato dichiarato colpevole anche dal collegio d’Appello di Milano, a cui aveva fatto ricorso contro la sentenza rimediata di fronte ai giudici del tribunale di Como. Per sei giudici - tre di primo grado, tre di secondo - è colpevole del reato di violenza sessuale ai danni di un ragazzo dell’oratorio di Laglio che, all’epoca dei fatti contestati dall’accusa, era minorenne. La sentenza è stata letta ieri nel primo pomeriggio, poco dopo le quattordici, al termine di una camera di consiglio breve, protrattasi per circa un’ora. Una simile decisione, per la verità, era nell’aria.
Soprattutto dopo l’esito della perizia chiesta dal collegio meneghino - composto di sole donne - a tre medici, per meglio analizzare la patologia di don Mauro e verificarne, di conseguenza, le possibilità di compiere gli atti sessuali raccontati dal ragazzino che nel frattempo è diventato maggiorenne.
I professori Sergio Cosciano Cunico, Francesco De Ferrari e il dottor Giovanni Stocovaz, nominati dai giudici, con il loro lavoro hanno messo fine, in pratica, al processo sentenziando che i guai fisici del parroco canturino, 41 anni, «di per sé non rappresentano una situazione anatomica tale da rendere impossibile qualunque tipo di rapporto sessuale».
Argentina: abusa della figlia per 30 anni, nati 10 figli.La Polizia:abituali gli abusi in famiglia nella zona
ARGENTINA: UOMO ABUSA DELLA FIGLIA PER 30 ANNI – Un uomo di 62 anni è stato arrestato oggi a Santa Fe, circa 300 chilometri da Buenos Aires, dopo essere stato accusato dalla figlia 43enne di aver abusato di lei per almeno tre decenni, periodo in cui ha dato alla luce 10 figli. Lo hanno reso noto i media locali. La famiglia risiede in una zona rurale di Santa Fe e già lo scorso giugno la donna aveva effettuato una denuncia in tal senso alla giustizia. In dichiarazioni alle radio locali, il gip della cittadina di Reconquista, Virgilio Palud ha specificato che con il test del Dna è stato possibile accertare che almeno otto dei ragazzi, 27 anni il più grande e sette il più piccolo, sono figli dell’uomo. «Lui nega tutto in modo cinico, ma, al di là dei test, le perizie psicologiche confermano che è conscio degli abusi commessi», ha assicurato il magistrato. Il gip, comunque, ha anche precisato che gli abusi sessuali nell’ambito familiare «sono del tutto abituali» nella zona rurale circostante, tanto che «nella prigione della città di Vera, hanno dovuto creare un padiglione speciale apposta per loro».
Fonte: Ansa
23 novembre 2010
Fonte: Ansa
23 novembre 2010
OMICIDIO ELIANA FEMIANO: DUE ARRESTI PER FAVOREGGIAMENTO
Luigi faccetti, foto Il Messaggero
Giugliano (NA) - Omicidio Femiano, due arresti per favoreggiamento 2. A pagare per la morte di Eliana Femiano, oltre allex fidanzato Luigi Faccetti, probabilmente ci saranno anche due persone arrestate poco fa dai carabinieri di Giugliano. Due cugini che hanno accompagnato la donna all'appuntamento e che ora sono accusati di favoreggiamento personale. Secondo quanto ricostruito dai militari, Eliana e Luigi si erano riavvicinati attraverso Facebook. Poi lincontro a casa di lui che era ai domiciliari per aver accoltellato la donna un anno fa.
RAGAZZA UCCISA DA EX FIDANZATO:FORSE LE E' STATA TESA UNA TRAPPOLA
Uccide a coltellate l’ex ragazza, ci aveva già provato un anno fa
L’uomo scontava ai domiciliari 8 anni per il tentato omicidio
L’aveva colpita al collo ed era fuggito, quindi si era costituito presso il carcere di Secondigliano. La ragazza lo temeva, non voleva più vederlo stando a quanto raccontano i familiari dopo la tragedia, ma l’altra sera è arrivata fino all’appartamento in centro dove lui era ai domiciliari. Doveva essere un tentativo di “chiarimento”, l’ennesimo. Una lite, forse, la discussione degenerata e poi un grosso coltello da cucina sferrato più volte sul corpo e sul viso di Emiliana. Decine di fendenti e, ancora una volta, la fuga. Verso casa, a Napoli, ma una mano sanguinante l’ha costretto a fermarsi in ospedale a Giugliano in Campania. Ha detto ai medici di essersi ferito accidentalmente, ma i sanitari non gli hanno creduto e hanno chiamato i carabinieri. Stavolta non c’è stato bisogno di costituirsi: di fronte ai militari il giovane avrebbe ammesso subito le proprie responsabilità, addirittura dicendo «ci avevo già provato l’anno scorso».
L’uomo scontava ai domiciliari 8 anni per il tentato omicidio
di GIOVANNI DEL GIACCIO
e DANIELE SPERLONGAL’aveva colpita al collo ed era fuggito, quindi si era costituito presso il carcere di Secondigliano. La ragazza lo temeva, non voleva più vederlo stando a quanto raccontano i familiari dopo la tragedia, ma l’altra sera è arrivata fino all’appartamento in centro dove lui era ai domiciliari. Doveva essere un tentativo di “chiarimento”, l’ennesimo. Una lite, forse, la discussione degenerata e poi un grosso coltello da cucina sferrato più volte sul corpo e sul viso di Emiliana. Decine di fendenti e, ancora una volta, la fuga. Verso casa, a Napoli, ma una mano sanguinante l’ha costretto a fermarsi in ospedale a Giugliano in Campania. Ha detto ai medici di essersi ferito accidentalmente, ma i sanitari non gli hanno creduto e hanno chiamato i carabinieri. Stavolta non c’è stato bisogno di costituirsi: di fronte ai militari il giovane avrebbe ammesso subito le proprie responsabilità, addirittura dicendo «ci avevo già provato l’anno scorso».
martedì 23 novembre 2010
SARAH,IN UNA VECCHIA INTERVISTA A COSIMA SERRANO PARTICOLARI INTERESSANTI
Intervista alla zia di Sarah Scazzi dell'8 settembre 2010
"Ma se avesse deciso di fuggire da Avetrana, mia nipote avrebbe potuto dire alla madre, già al mattino, che sarebbe venuta da Sabrina. In questo modo avrebbe avuto tutto il tempo di allontanarsi, e non destare sospetti almeno fino a sera”. Qual è l’idea che si è fatta riguardo alla scomparsa di sua nipote? “E’ una domanda che ci poniamo noi familiari ogni giorno che passa, ma non riusciamo a darci ancora una spiegazione plausibile. Ci chiediamo in continuazione: perché è stata rapita? E da chi?”"
(di Marco D’Errico) AVETRANA Cosima Serrano, zia di Sarah Scazzi e mamma della cugina Sabrina Misseri, ribadisce l’estraneità della figlia riguardo la sparizione della 15enne. La donna, intervistata da Senzacolonne ieri mattina, ha ricostruito gli ultimi giorni di Sarah, prima di quel tragico 26 agosto quando, tra le 14 e 40 e le 14 e 42, la ragazzina è svanita nel nulla. Sabrina Misseri, di 22 anni, sarebbe ritenuta dagli inquirenti una delle persone più informate circa gli amici che frequentava assieme alla cugina scomparsa. Per questo i carabinieri di Avetrana la continuerebbero a convocare ripetutamente presso la caserma, e avrebbero avviato un filone delle indagini sulla base delle sue dichiarazioni. Sabrina avrebbe dichiarato che Sarah, nei giorni trascorsi dalla cugina a San Pancrazio Salentino, sarebbe stata adocchiata da qualcuno, che poi l’avrebbe rapita ad Avetrana. Cosa ne pensa di questa ipotesi? “Se qualcuno l’abbia notata quando è andata al mercato con la cugina Antonella, poiché non passava inosservata per il colore biondo dei capelli, io non posso saperlo.
Ma durante il soggiorno da mia sorella Salvatora, Sarah non è stata mai da sola. Ha incontrato il padre, che si trovava anche lui in paese, e poi ha trascorso gran parte del tempo in casa davanti al computer e, con l’aiuto di Antonella, ha creato un profilo su Facebook con il nickname di “Buffy”.
Sarah Scazzi, Riesame: “Sabrina può uccidere ancora. E la madre ha mentito”
DEPOSITATE LE MOTIVAZIONI CON CUI IL RIESAME HA RESPINTO LA RICHIESTA DI SCARCERAZIONE
Sabrina «abile e scaltra» nel depistare, «sleale», «traditrice» della fiducia di Sarah. Sabrina che uccide «sotto la spinta immediata del rancore giunto al culmine nel corso di un ennesimo litigio» per la gelosia verso Ivano, del quale lei è «fortemente innamorata», anzi «ossessionata». E ancora: Sabrina che forza il lucchetto del diario segreto di Sarah e si ferma sull’appunto del 28 luglio: «Ciao mi chiamo Sarah, in questo periodo sono molto legata ad 1 ragazzo che ha 27 anni, io ne ho solo 15 ma lui è dolcissimo con me e mi coccola sempre, si chiama Ivano, e lui piace anche a mia cugina Sabrina ma io non capisco se mi piace o se gli voglio solo bene come 1 amico…». Sabrina è messa all’angolo, con i suoi mille «gravissimi comportamenti» dai quali «emerge il concreto e attuale pericolo che costei c ommetta delitti del l a stessa specie di quello per cui si procede». E poi Sabrina e la sua «insoddisfazione per il proprio aspetto fisico» che aveva «trasformato l’inconsapevole Sarah, in una sua antagonista».
lunedì 22 novembre 2010
Belluno:Scuolabus sponsorizzato da sexy shop.Genitori in rivolta
(foto archivio)
Logo del negozio dell'eros sulle fiancate del pulmino degli scolari delle elementari. Una mamma: turba i piccoli
BELLUNO (21 novembre) - Alle elementari con lo scuolabus "erotico". E questo ha fatto gridare allo scandalo. A puntare il dito contro il mezzo i genitori che ogni giorno vedono i loro figli trasportati dai pullman della Dolomitibus alle primarie del Boscariz. Mezzi che sulle fiancate hanno appese le pubblicità di un noto sexy shop della provincia. Corriere "hot" che, secondo mamme e papà non sono adeguate al trasporto dei piccoli che frequentano le scuole elementari. «Da qualche giorno - sbotta una mamma - sulle fiancate delle corriere adibite a scuolabus, gestite e di proprietà della Dolomitibus, campeggiano le pubblicità di un noto sexy shop bellunese. Non è per essere bacchettoni, ma ritengo e pensano anche altri genitori che come me hanno i figli che frequentano la primaria del Boscariz, che non sia opportuno appiccicare reclame così ad un mezzo adibito ad attività didattiche».
«Non è certo la fine del mondo, non penso che i piccoli potranno avere turbe perchè trasportati da una corriera "sponsorizzata" in questo modo. È una questione però di rispetto e di savoir faire. Nulla più». «È per questo che, ritenendo le corriere scuolabus "erotiche" non adeguate a far salire i piccoli, che tra l’altro frequentando le elementari sanno leggere, come genitori chiediamo a Dolomitibus o di togliere la sponsorizzazione o di cambiare i mezzi».
SARAH, LA RETE SUGGERISCE L'ARMA DEL DELITTO
sabato 20 novembre 2010
L'avvocato di Sabrina lascia l'incarico
«Il caso Sarah trasformato in business»
Michele inchioda Sabrina: «Quando sono arrivato in garage Sarah era già fredda. Lo stupro? Volevo essere credibile»
«Quando sono sceso in garage l'ho vista per terra con una cinta al collo, le ho toccato gli occhi ed era già fredda. Era morta. Allora ho detto mi prendo tutta la colpa io». E alla domanda dei magistrati sul perchè fosse così certo della morte di Sarah e non avesse invece ipotizzato un malore o uno svenimento Michele avrebbe risposto solamente ribadendo «era morta, era morta». Ai giudici Michele avrebbe anche ripetuto con un secco «no» alla domanda del perchè in quei quaranta giorni trascorsi dalla scomparsa di Sarah al suo arresto non avrebbero mai parlato della vicenda in casa e sarebbe stato molto determinato nel non chiamare mai in causa nel corso delle 11 ore la moglie Cosima, respingendo con fermezza ogni domanda di questo tipo.
Etichette:
20 novembre 2010,
AVVOCATO SABRINA,
cronaca,
francesca conte,
incidente probatorio,
interrogatorio michele misseri,
LASCIA INCARICO,
omicidio sarah scazzi,
sabrina,
sarah era già morta
MICHELE MISSERI A SABRINA: SARAH L'HAI UCCISA TU
20/11/2010 - IL CASO
Michele alla figlia: "Sarah l'hai uccisa tu"
Tra i Misseri drammatico confronto in carcere: ma i loro sguardi non si sono mai incrociati
MARIA CORBI
Papà ti voglio bene». Nel giorno dell’incontro con suo padre, Sabrina consegna questa frase ai suoi avvocati. Avrebbe voluto dirgliele lei, ma le è stato spiegato che la condizione della sua presenza nell’aula dove si è svolto, ieri, l’incidente probatorio, era quella di non proferire parola. «Non riesce ad odiarlo e a non continuare a considerarlo un padre», ha spiegato la psicologa Cinzia Gimelli. La dichiarazione d’amore del padre per la figlia invece ha il peso di una condanna: «A Sabrina voglio bene, è mia figlia, ma deve pagare per quello che ha fatto».
È la sala polifunzionale della sezione femminile ad ospitare questo interrogatorio che cristallizza per il giudizio la versione di papà Michele. Una scenografia allestita con attenzione, la cattedra con i magistrati, Misseri davanti a loro, che si tormenta tra le mani il tau, il crocifisso francescano, protetto da un cordone di dieci guardie penitenziarie, uno scudo tra lui e la figlia. Sabrina la tigre che riesce a intimidire il contadino stanco, il padre avvilito e maltrattato. Così è stata dipinta. E invece Sabrina a chi l’ha vista è parsa uno scricciolo, i chili in più dissolti nella sua cella, ma anche nella sua disperazione.
All’interrogatorio presieduto dal gip del tribunale di Taranto Martino Rosati ci sono il procuratore Franco Sebastio, il procuratore aggiunto, Pietro Argentino e il sostituito procuratore Mariano Buccoliero. Ci sono gli avvocati delle parti, anche quelli della famiglia Scazzi e i consulenti di parte. Una folla di criminologi. Sono da poco passate le tre quando inizia questo ennesimo atto della tragica saga. E si va avanti ad oltranza con momenti di grande tensione tanto che il Gip pensa di aggiornare la seduta dopo che Misseri riconferma ai giudici la versione del 5 novembre, quella in cui addossa la responsabilità del delitto alla figlia mossa dalla gelosia per Ivano. «Stavo dormendo in casa, Sabrina mi ha svegliato e ha detto “papà è successo un guaio”». Sabrina, secondo Michele gli avrebbe detto che stavano giocando con la cinta insieme a Sarah come se fosse stato un incidente. «Sabrina mi aveva detto così». Su sua moglie Cosima, Michele avrebbe continuato a dire che non ha mai saputo niente. Il primo colpo di scena quando ritratta ancora una volta la violenza su Sarah. Sia il vilipendio di cadavere che le molestie. «Non l’ho mai sfiorata la creatura». Sarebbe in questo caso un punto a favore della difesa visto che solo 14 giorni fa aveva circostanziato in due pagine di interrogatorio quell’atto assurdo e crudele sulla ragazzina ormai morta. E in quell’occasione era stata proprio la sua consulente Roberta Bruzzone a fargli la domanda decisiva, che lo aveva spinto a chiarire esattamente cosa era successo. Il continuo cambio di versione non aiuta certo la credibilità di Michele nella veste di chiamante in correità. Ma qualora la procura decidesse di credergli, per lui potrebbero anche riaprirsi le porte del carcere. Michele ha aggiunto particolari anche alla fase dell’occultamento. «Quando ho messo Sarah nel pozzo prima con la sua mano le ho fatto segnare il petto e la fronte». Un pietoso segno della croce. Emilia Velletri e Francesca Conte che hanno controinterrogato Misseri hanno cercano di farlo cadere in contraddizione, di capire se c’è qualcuno che lo ha condizionato.
Gli chiedono anche delle rivelazioni che avrebbe fatto a Cosima e alla figlia Valentina durante le visite in carcere. Misseri avrebbe detto in queste conversazioni, di essere certo di finire presto in un convento, dove poter continuare a zappare la terra. E mentre in carcere Michele prosegue il suo racconto, negli uffici del comando provinciale dei carabinieri di Taranto sono stati sentiti nuovamente alcuni testimoni, tra i quali due fidanzati che riferirono di aver visto Sarah il 26 agosto verso le 14,25 che camminava dirigendosi verso casa della cugina, con la quale doveva andare al mare. Solo anticipando l’orario del delitto infatti i pezzi del puzzle che vogliono Sabrina colpevole si incastrerebbero con maggiore precisione. E in questa direzione va anche la testimonianza di Francesca, che ha detto di aver mandato all’amichetta Sarah un messaggino alle 14,18 e di averle telefonato alle 14,23, senza mai ricevere risposta. A quell’ora per gli inquirenti Sarah poteva essere, dunque già morta. Sarebbe stata dunque Sabrina a chiamarsi con il cellulare della cuginetta per confezionarsi un alibi.
la stampa 20 novembre 2010
Michele alla figlia: "Sarah l'hai uccisa tu"
Tra i Misseri drammatico confronto in carcere: ma i loro sguardi non si sono mai incrociati
MARIA CORBI
Papà ti voglio bene». Nel giorno dell’incontro con suo padre, Sabrina consegna questa frase ai suoi avvocati. Avrebbe voluto dirgliele lei, ma le è stato spiegato che la condizione della sua presenza nell’aula dove si è svolto, ieri, l’incidente probatorio, era quella di non proferire parola. «Non riesce ad odiarlo e a non continuare a considerarlo un padre», ha spiegato la psicologa Cinzia Gimelli. La dichiarazione d’amore del padre per la figlia invece ha il peso di una condanna: «A Sabrina voglio bene, è mia figlia, ma deve pagare per quello che ha fatto».
È la sala polifunzionale della sezione femminile ad ospitare questo interrogatorio che cristallizza per il giudizio la versione di papà Michele. Una scenografia allestita con attenzione, la cattedra con i magistrati, Misseri davanti a loro, che si tormenta tra le mani il tau, il crocifisso francescano, protetto da un cordone di dieci guardie penitenziarie, uno scudo tra lui e la figlia. Sabrina la tigre che riesce a intimidire il contadino stanco, il padre avvilito e maltrattato. Così è stata dipinta. E invece Sabrina a chi l’ha vista è parsa uno scricciolo, i chili in più dissolti nella sua cella, ma anche nella sua disperazione.
All’interrogatorio presieduto dal gip del tribunale di Taranto Martino Rosati ci sono il procuratore Franco Sebastio, il procuratore aggiunto, Pietro Argentino e il sostituito procuratore Mariano Buccoliero. Ci sono gli avvocati delle parti, anche quelli della famiglia Scazzi e i consulenti di parte. Una folla di criminologi. Sono da poco passate le tre quando inizia questo ennesimo atto della tragica saga. E si va avanti ad oltranza con momenti di grande tensione tanto che il Gip pensa di aggiornare la seduta dopo che Misseri riconferma ai giudici la versione del 5 novembre, quella in cui addossa la responsabilità del delitto alla figlia mossa dalla gelosia per Ivano. «Stavo dormendo in casa, Sabrina mi ha svegliato e ha detto “papà è successo un guaio”». Sabrina, secondo Michele gli avrebbe detto che stavano giocando con la cinta insieme a Sarah come se fosse stato un incidente. «Sabrina mi aveva detto così». Su sua moglie Cosima, Michele avrebbe continuato a dire che non ha mai saputo niente. Il primo colpo di scena quando ritratta ancora una volta la violenza su Sarah. Sia il vilipendio di cadavere che le molestie. «Non l’ho mai sfiorata la creatura». Sarebbe in questo caso un punto a favore della difesa visto che solo 14 giorni fa aveva circostanziato in due pagine di interrogatorio quell’atto assurdo e crudele sulla ragazzina ormai morta. E in quell’occasione era stata proprio la sua consulente Roberta Bruzzone a fargli la domanda decisiva, che lo aveva spinto a chiarire esattamente cosa era successo. Il continuo cambio di versione non aiuta certo la credibilità di Michele nella veste di chiamante in correità. Ma qualora la procura decidesse di credergli, per lui potrebbero anche riaprirsi le porte del carcere. Michele ha aggiunto particolari anche alla fase dell’occultamento. «Quando ho messo Sarah nel pozzo prima con la sua mano le ho fatto segnare il petto e la fronte». Un pietoso segno della croce. Emilia Velletri e Francesca Conte che hanno controinterrogato Misseri hanno cercano di farlo cadere in contraddizione, di capire se c’è qualcuno che lo ha condizionato.
Gli chiedono anche delle rivelazioni che avrebbe fatto a Cosima e alla figlia Valentina durante le visite in carcere. Misseri avrebbe detto in queste conversazioni, di essere certo di finire presto in un convento, dove poter continuare a zappare la terra. E mentre in carcere Michele prosegue il suo racconto, negli uffici del comando provinciale dei carabinieri di Taranto sono stati sentiti nuovamente alcuni testimoni, tra i quali due fidanzati che riferirono di aver visto Sarah il 26 agosto verso le 14,25 che camminava dirigendosi verso casa della cugina, con la quale doveva andare al mare. Solo anticipando l’orario del delitto infatti i pezzi del puzzle che vogliono Sabrina colpevole si incastrerebbero con maggiore precisione. E in questa direzione va anche la testimonianza di Francesca, che ha detto di aver mandato all’amichetta Sarah un messaggino alle 14,18 e di averle telefonato alle 14,23, senza mai ricevere risposta. A quell’ora per gli inquirenti Sarah poteva essere, dunque già morta. Sarebbe stata dunque Sabrina a chiamarsi con il cellulare della cuginetta per confezionarsi un alibi.
la stampa 20 novembre 2010
INCIDENTE PROBATORIO, MICHELE CONFERMA ACCUSE A SABRINA E COSIMA NON SAPEVA NULLA
Sarah Scazzi, concluso l’incidente probatorio
Non ho mai molestato mia nipote, non ho commesso vilipendio
Ecco ciò che è emerso quando si è appena concluso l'incidente probatorio.Michele Misseri ha ritrattato le violenze su Sarah, sia prima che dopo la sua tragica morte. Ha confermato le accuse contro sua figlia Sabrina, ma avrebbe anche detto di non conoscere il movente per cui Sabrina avrebbe ucciso Sarahe che la sua morte sarebbe stato un "incidente".Nel corso del programma Quarto Grado, una giornalista sottolinea come Michele abbia sempre difeso la moglie Cosima, che però è sempre rimasta nell'ombra.Ha citato due versamenti da 4000 euro che Michele avrebbe fatto la mattina del 26 agosto in banca, sul conto di Cosima che, stando al registro della ditta per cui raccoglieva i pomodori in agosto, era al lavoro.Il proprietario, però, nega che si sia recata al lavoro quella mattina.
Sarah Scazzi, durante l’incidente probatorio Sabrina si sente male
Sabrina Misseri ha accusato un lieve malore verso la fine dell’incidente probatorio nel carcere di Taranto dove è stato sentito per oltre 11 ore il padre Michele.
La ragazza, accusata dal padre di aver ucciso Sarah, ha lasciato la sala dove il padre stava raccontando la sua versione dei fatti, rinnovando le accuse nei suoi confronti, circa un’ora prima della fine dell’interrogatorio ed è stata riportata in cella.
Si è concluso dopo 11 ore nel carcere di Taranto l’interrogatorio sotto forma di incidente probatorio di Michele Misseri.
Poco dopo le 23,30 il procuratore di Taranto Franco Sebastio ha lasciato il penitenziario e subito dopo è uscito uno degli avvocati di Sabrina, la figlia di Michele che è stata accusata dal padre di aver ucciso Sarah.
19 novembre 2010 | 23:43
Sarah Scazzi/ Zio Michele conferma: è stata Sabrina ad uccidere
Non ho mai molestato mia nipote, non ho commesso vilipendio
Taranto, 19 nov. (Apcom) - "Ad uccidere Sarah Scazzi lo scorso 26 agosto nel garage della villetta di via Deledda è stata mia figlia Sabrina, che poi è venuta in cucina a chiamarmi mentre io dormivo". A confermarlo davanti al Gip Martino Rosati che lo sta interrogando è stato Michele Misseri lo zio di Sarah e padre di Sabrina. L'uomo avrebbe anche aggiunto che non ha mai molestato la nipote e non ha mai fatto violenza sul cadavere. Ma lo stesso Michele avrebbe anche confermato che l'omicidio della quindicenne è avvenuto in garage e che sua moglie Cosima non sapeva nulla di quanto fosse accaduto. L'interrogatorio di Michele Misseri che si era, in un primo momento, autoaccusato probabilmente per salvare la figlia sta proseguendo con il contro esame da parte della difesa di Sabrina.
Non ho mai molestato mia nipote, non ho commesso vilipendio
Ecco ciò che è emerso quando si è appena concluso l'incidente probatorio.Michele Misseri ha ritrattato le violenze su Sarah, sia prima che dopo la sua tragica morte. Ha confermato le accuse contro sua figlia Sabrina, ma avrebbe anche detto di non conoscere il movente per cui Sabrina avrebbe ucciso Sarahe che la sua morte sarebbe stato un "incidente".Nel corso del programma Quarto Grado, una giornalista sottolinea come Michele abbia sempre difeso la moglie Cosima, che però è sempre rimasta nell'ombra.Ha citato due versamenti da 4000 euro che Michele avrebbe fatto la mattina del 26 agosto in banca, sul conto di Cosima che, stando al registro della ditta per cui raccoglieva i pomodori in agosto, era al lavoro.Il proprietario, però, nega che si sia recata al lavoro quella mattina.
Sarah Scazzi, durante l’incidente probatorio Sabrina si sente male
Sabrina Misseri ha accusato un lieve malore verso la fine dell’incidente probatorio nel carcere di Taranto dove è stato sentito per oltre 11 ore il padre Michele.
La ragazza, accusata dal padre di aver ucciso Sarah, ha lasciato la sala dove il padre stava raccontando la sua versione dei fatti, rinnovando le accuse nei suoi confronti, circa un’ora prima della fine dell’interrogatorio ed è stata riportata in cella.
Si è concluso dopo 11 ore nel carcere di Taranto l’interrogatorio sotto forma di incidente probatorio di Michele Misseri.
Poco dopo le 23,30 il procuratore di Taranto Franco Sebastio ha lasciato il penitenziario e subito dopo è uscito uno degli avvocati di Sabrina, la figlia di Michele che è stata accusata dal padre di aver ucciso Sarah.
19 novembre 2010 | 23:43
Sarah Scazzi/ Zio Michele conferma: è stata Sabrina ad uccidere
Non ho mai molestato mia nipote, non ho commesso vilipendio
Taranto, 19 nov. (Apcom) - "Ad uccidere Sarah Scazzi lo scorso 26 agosto nel garage della villetta di via Deledda è stata mia figlia Sabrina, che poi è venuta in cucina a chiamarmi mentre io dormivo". A confermarlo davanti al Gip Martino Rosati che lo sta interrogando è stato Michele Misseri lo zio di Sarah e padre di Sabrina. L'uomo avrebbe anche aggiunto che non ha mai molestato la nipote e non ha mai fatto violenza sul cadavere. Ma lo stesso Michele avrebbe anche confermato che l'omicidio della quindicenne è avvenuto in garage e che sua moglie Cosima non sapeva nulla di quanto fosse accaduto. L'interrogatorio di Michele Misseri che si era, in un primo momento, autoaccusato probabilmente per salvare la figlia sta proseguendo con il contro esame da parte della difesa di Sabrina.
Etichette:
20 novembre 2010,
assegni cosima,
confermate accuse a sabrina,
confessione michele misseri,
cosima,
cronaca,
delitto Sarah Scazzi,
esclusa violenza sessuale,
incidente probatorio,
quarto grado
venerdì 19 novembre 2010
ORE 12 INCIDENTE PROBATORIO MICHELE MISSERI, MAMMA SARAH: LUI SA LA VERITA'
Sarah,Sabrina e Michele a confronto
Concetta: lui sa la verità, spero parli
Attesa a Taranto per l'incidente probatorio di Michele Misseri dove racconterà la versione definitiva sul delitto della nipote. Dovrà ripetere per l'ultima volta quello che accadde il 26 agosto e tutto quello che dirà non potrà più essere modificato in vista del processo. Ad ascoltarlo anche Sabrina, tenuta a debita distanza e senza alcuna possibilità diinteragire. Concetta Scazzi a News Mediaset: "Michele sa la verità, spero che oggi la dica"
Come richiesto dalla difesa, Michele Misseri non potrà né vedere, né sentire la figlia Sabrina durante l'incidente probatorio. Nella sua ultima confessione di due settimane fa, che ora dovrebbe confermare, Misseri addossò l'intera responsabilità dell'omicidio alla figlia Sabrina ed ammise soltanto di avere occultato il cadavere nel pozzo di contrada Mosca.
L'atto istruttorio si svolgerà al primo piano dell'ex sezione femminile del penitenziario di Taranto, nel locale più grande per accogliere le tante figure che dovranno presenziare. Oltre al procuratore Franco Sebastio, all'aggiunto Pietro Argentino e al sostituto Mariano Buccoliero, e all'avvocato di Misseri, Daniele Galoppa, ci sarà il collegio difensivo di Sabrina, i legali Francesca Conte ed Emilia Velletri, i consulenti di parte, i gli avvocati della famiglia Scazzi e i loro consulenti.
L'atto istruttorio si svolgerà al primo piano dell'ex sezione femminile del penitenziario di Taranto, nel locale più grande per accogliere le tante figure che dovranno presenziare. Oltre al procuratore Franco Sebastio, all'aggiunto Pietro Argentino e al sostituto Mariano Buccoliero, e all'avvocato di Misseri, Daniele Galoppa, ci sarà il collegio difensivo di Sabrina, i legali Francesca Conte ed Emilia Velletri, i consulenti di parte, i gli avvocati della famiglia Scazzi e i loro consulenti.
Per non subire influenze, pressioni e rimanere lucido in vista dell'incidente probatorio, Michele nei giorni scorsi aveva persino rifiutato di incontrare la moglie Cosima e l'altra figlia Valentina.
Nel frattempo si attende ancora di conoscere le motivazioni per cui il Tribunale del Riesame ha deciso di rigettare la richiesta di scarcerazione di Sabrina Misseri. Non si esclude che, a questo punto, il deposito in cancelleria delle motivazioni possa slittare a sabato o all'inizio della prossima settimana.
Giovedì, infine, gli investigatori hanno riascoltato due amiche di Sarah, Maria e Francesca, e il padre di quest'ultima, che hanno confermato la paura che Sabrina incuteva a Sarah.
Nel frattempo si attende ancora di conoscere le motivazioni per cui il Tribunale del Riesame ha deciso di rigettare la richiesta di scarcerazione di Sabrina Misseri. Non si esclude che, a questo punto, il deposito in cancelleria delle motivazioni possa slittare a sabato o all'inizio della prossima settimana.
Giovedì, infine, gli investigatori hanno riascoltato due amiche di Sarah, Maria e Francesca, e il padre di quest'ultima, che hanno confermato la paura che Sabrina incuteva a Sarah.
19 novembre 2010 http://www.tgcom.mediaset.it/cronaca/articoli/articolo496240.shtml
CASAL DI PRINCIPE:IL LETTO DI IOVINE (VIDEO)
Il boss ha tentato una fuga tra i tetti ma i poliziotti nascosti sui terrazzi l'hanno bloccato. Un'intercettazione di martedì sera ha convinto gli inquirenti che Iovine fosse in quella casa. Il plauso di Napolitano
di DARIO DEL PORTO e CONCHITA SANNINO
CASAL DI PRINCIPE - "In un bunker non mi avreste mai trovato. Io non scendo in un cunicolo. Soffro di claustrofobia. Anzi, magari in carcere potessi avere una cella non troppo piccola. E comunque, non sono il boss che viene dipinto in televisione". Mercoledì sera, questura di Napoli. Antonio Iovine, il padrino di Gomorra arrestato dopo quindici anni di latitanza, guarda negli occhi i suoi segugi e conclude: "Sono uno che sa rispettare lo Stato". Lo aspettano il carcere duro e una condanna all'ergastolo. Presto sarà trasferito in un istituto di massima sicurezza, del Nord Est o in Sardegna. Anche di questo i magistrati hanno discusso con i ministri dell'Interno e della Giustizia Roberto Maroni e Angelino Alfano, in trasferta a Napoli dopo il blitz che ha raccolto il plauso del Quirinale: "È l'intero Paese a nutrire sentimenti di profonda riconoscenza", ha detto il Capo dello Stato Giorgio Napolitano.
Per stanare il boss è stata utilizzata anche una telecamera nascosta tra i rifiuti. Ora gli inquirenti coordinati dai pm Antonio Ardituro e Alessandro Milita lavorano ai tre computer, fra cui un portatile, sequestrati nella villetta di Casal di Principe di proprietà di un muratore incensurato dove Iovine si rifugiava. Nell'hard disk potrebbe essere custodito l'archivio della cosca. E dovranno essere decifrati i due "pizzini" rinvenuti nell'appartamento. La squadra mobile di Napoli, diretta dal vice questore Vittorio Pisani, indaga anche sul ruolo rivestito nella fuga del padrino
dalle donne di almeno due nuclei familiari. Autentiche vestali del boss. Complici silenziose dentro e fuori casa. Gestivano logistica e trasferimenti, guidavano auto e portavano il bagaglio, ordinavano la spesa, cucinavano, lavavano, stiravano. Ed erano disposte, se necessario, a lasciare fuori un fidanzato o un cognato ("No, non posso uscire, stasera. No, non puoi venire e basta"), per non mettere in pericolo l'ospite.
Maroni e Alfano, accompagnati dal capo della polizia Antonio Manganelli, hanno incontrato in questura magistrati e poliziotti. "Siamo venuti per complimentarci per il bel colpo, non per fare polemiche. Preferisco parlare di cose concrete: l'antimafia dei successi, dei fatti, dei risultati", ha detto il responsabile del Viminale. "Non vorrei che la caduta del governo spezzasse questo magico circuito", ha affermato il Guardasigilli. I due ministri si sono poi intrattenuti con i pm del pool anticamorra. Il procuratore Giandomenico Lepore ha prima esordito con una battuta: "Siete stati davvero fortunati, l'arresto di Iovine è arrivato in un momento molto difficile per il governo". Quindi ha sottolineato che la cattura "è un risultato straordinario, una vittoria di tutto lo Stato, delle forze dell'ordine, della magistratura. Non solo del governo". Poi il capo dei pm ha posto l'accento sui tagli alla giustizia: "È vero, il governo ha fatto molto, soprattutto approvando leggi che ci hanno aiutato ad aggredire con maggiore efficacia i patrimoni dei camorristi. Ma per la carenza di risorse sono stato costretto a tagliare lo straordinario al personale di cancelleria: così gli uffici restano chiusi di pomeriggio e rischiamo di ritrovarci con una enorme mole di lavoro arretrato".
Il ministro Maroni ha salutato i suoi uomini indicato i prossimi obiettivi: il capo di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro e l'ultimo inafferrabile dei Casalesi Michele Zagaria. "Mi aspetto un buon regalo per Natale", ha concluso. Un altro arresto eccellente, dunque. A Casal di Principe, intanto, la figlia di Iovine, Filomena, difende il padre: "Non è un boss, è innocente. Mi ha raccomandato di continuare a studiare". In paese molti alzano le spalle, alla notizia della cattura del superlatitante e qualcuno si avventura in pericolose analisi sociologiche: "L'arresto di Iovine ci ha finito di rovinare, qui non c'è lavoro, da quando è arrivato lo Stato è tutto fermo". Ma la pensavano diversamente i quaranta ragazzi che, mercoledì sera, avevano sfidato la pioggia per festeggiare l'arresto di Iovine stappando spumante davanti alla sezione distaccata della squadra mobile. Segno che qualcosa forse si sta muovendo, anche nella terra di Gomorra.
(la Repubblica 19 novembre 2010)
mercoledì 17 novembre 2010
Omicidio Scazzi: legale famiglia Sarah, Michele Misseri sa tutta la verita'
Taranto, 17 nov. - (Adnkronos) - ''Quella dell'incidente probatorio di venerdi' e' una occasione importante perche' ci troveremo di fronte a una persona che su questa vicenda sa tutta la verita'. E' uno dei pochi casi giudiziari degli ultimi 30-40 anni in cui cio' succede''. Cosi' all'ADNKRONOS l'avvocato Walter Biscotti, uno dei legali della famiglia di Sarah Scazzi, la 15enne di Avetrana, in provincia di Taranto, uccisa lo scorso 26 agosto, a proposito dell'interrogatorio previsto venerdi' di Michele Misseri, l'uomo che si e' prima accusato di essere l'autore del delitto ma poi ha addossato la colpa alla figlia Sabrina e ha riferito di essersi incaricato successivamente del compito di far sparire il cadavere. ''Misseri non ha uno spessore criminale elevato - aggiunge Biscotti - sara' compito di chi lo interroga e di chi lo controinterroga fare emergere questa verita'''. Secondo Biscotti ''va chiarito l'uso di due plurali'' che Misseri fa in due diversi interrogatori. Nel primo dice 'abbiamo parcheggiato' riferendosi al momento in cui arriva nella zona del pozzo cisterna in cui getto' il corpo di Sarah e l'altro in cui riferendosi al momento in cui la vittima venne portata in garage dice 'se l'hanno trascinata in garage non lo so...'. Il collegio difensivo della parte lesa e' composto, oltre che dall'avvocato Biscotti, anche dagli avvocati Nicodemo Gentile e Antonio Cozza, tre legali quanti sono i componenti della famiglia Scazzi, Concetta, Giacomo e Claudio, e si avvale come consulente scientifico dell'ex comandante dei Ris di Parma, generale Luciano Garofano, del criminologo Massimo Picozzi (entrambi saranno presenti all'interrogatorio di venerdi') e dello psichiatra Alessandro Meluzzi.
(la repubblica 17 novembre 2010 ore 20.48)
(la repubblica 17 novembre 2010 ore 20.48)
I fratelli Soria rinviati a giudizio:negato due volte il patteggiamento
ALBERTO GAINO
TORINO
Il tam tam dell’aula lo dà lontano da Torino e anche da Costigliole, sua patria e malinconico «retìro» dei nuovi tempi: «Il professor Giuliano Soria è a Roma, dove ha ripreso l’insegnamento universitario di letteratura spagnola». Fra una lezione e l’altra, un caffè a piazza del Popolo e una passeggiata Lungotevere il nuovo cellulare del professore ha trillato. Erano i suoi legali, reduci dalla conclusione dell’udienza preliminare, a comunicargli la decisione, «scontata», del gup Edmondo Pio di rinviarlo a giudizio insieme al fratello Angelo e a Bruno Libralon. Processo il 23 marzo prossimo, giudicati da un collegio della quinta sezione penale del tribunale, presidente Maria Iannibelli, che per allora avrà chiuso quello per la morte nel fuoco dei sette operai della ThyssenKrupp. Giuliano Soria vi dovrà rispondere di 12 capi di imputazione: dalla violenza sessuale al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina per vantaggio personale; dal peculato alla malversazione di oltre 4 milioni di fondi pubblici.
Gli avvocati del professore, per la verità hanno provato ancora ad insistere sul patteggiamento della pena. Aldo Mirate e il collega Luca Gastini hanno chiesto la parola, in apertura di udienza, e hanno offerto ai pm Gabriella Viglione, Valerio Longi e Stefano Demontis di patteggiare 4 anni 3 mesi, alzando la pena di un po’ ma restando nei limiti - detratti i 12 mesi condonati e le settimane di carcere e arresti domiciliari - del possibile suo affido «in prova» ai servizi sociali. Via di fuga ultima dal ritorno in carcere.
I pm hanno risposto picche. Fors’anche perché Giuliano Soria, quanto a risarcimenti è rimasto a quota zero. A parte quei 10 mila euro che l’avvocato Gianluca Vitale, parte civile per il cameriere delle Mauritius vessato e molestato dall’insigne intellettuale, ritiene «un mero anticipo». Ieri, Hemrajsing Dabeedin, giubbottino di stoffa a quadretti leggerino, sguardo ancora diffidente per i giornalisti, occupava uno dei posti nell’ultima fila di banchi. Chiusa l’udienza è scappato via: ha ottenuto il permesso di soggiorno con la sanatoria e un lavoro di cameriere in un hotel, regolare e lontano dagli imprevisti di «casa Soria».
Grazie a lui non è lievitato il soufflè dei 20 milioni di contributi pubblici finiti solo negli ultimi anni nel vortice di premi del Grinzane Cavour e un po’ pure nelle case del professore. E la grandeur del professore si è sgonfiata. Prima che il collaboratore più domestico e vilipeso osasse denunciarlo per maltrattamenti e violenza sessuale, chi avrebbe potuto parlar male di un «intoccabile» per definizione? Se ci si riflette: non è questo l’aspetto più indigeribile ripensando alle cene pantagrueliche che il professore offriva con fondi pubblici a personalità pubbliche e private?
Piccolo Re Sole di provincia delle culture comparate di premi e premiati, Giuliano Soria ha tentato di far derubricare ancora ieri le accuse più pesanti: il peculato (condiviso con il fratello Angelo, ex dirigente regionale) in abuso d’ufficio di Soria II e quella di violenza sessuale nell’ipotesi più lieve del reato, che avrebbe potuto consentirgli l’affidamento ai servizi sociali.
Il professore dovrà affrontare il processo insieme al fratello e allo chef Bruno Libralon, coinquilino del castello di Costigliole. I 4 coimputati minori dell’inchiesta hanno patteggiato: Carmelo Pezzino 1 anno e 9 mesi; Piergiovanni Perucca 1 anno e 7 mesi; Mario Rocca 1 anno e 8 mesi; Giovanni Valetto 1 anno, 7 mesi e 10 giorni; pene sospese dalla condizionale.
In attesa del 23 marzo, Giuliano Soria dovrà fare i conti con l’inseguimento di Enrico Stasi, il professionista nominato dal tribunale liquidatore dell’associazione che convogliava i finanziamenti per i premi letterari. Come, lo ricorda il suo avvocato, Fulvio Gianaria: «Se Soria non sa come risarcirci, non si metta di mezzo rispetto alla vendita all’asta della casa di Parigi. Ci eviterebbe le onerose spese della procedura prevista per un ulteriore contenzioso legale in Francia».
la stampa 16 novembre 2010
martedì 16 novembre 2010
USA, PRETE MUORE DOPO RAPPORTO CON UN CAVALLO
Il religioso ha riportato lesioni all’intestino crasso, morendo per le conseguenze.
Il religioso si faceva filmare, durante il suo rapporto sessuale con l’animale, dal camionista James Tait (54).
L’uomo dovrà ora pagare 5.000 dollari di multa.
Il sesso con animali nello Stato Federale di Washington non è proibito.
fonte: BILD
URL breve: http://www.express-news.it/?p=48530
SARAH SCAZZI, FORSE GLI ASSASSINI HANNO AVUTO PIU' TEMPO PER UCCIDERE
Sarah, trenta minuti di giallo. l'ora del delitto alla moviola
«Sarah non rispose ad un'amica» Incerta l'ora dell'omicidio
di MIMMO MAZZA
TARANTO - A che ora è stata uccisa Sarah Scazzi? La domanda resta ancora senza risposta e il quesito è tutt’altro che irrilevante per ricostruire cosa è avvenuto il 26 agosto nell’abitazione della famiglia Misseri ad Avetrana. Le testimonianze raccolte dagli inquirenti e i raffronti fatti con i tabulati telefonici ora restringono, ora dilatano un periodo che sembra andare tra le 14 e le 14.42. Nessuno sa dire con esattezza a che ora quel 26 agosto Sarah è uscita da casa, in via Verdi per raggiungere l’abitazione della cugina Sabrina Misseri, in via Deledda, per poi recarsi al mare.
Come rivelato ieri dalla Gazzetta, Sarah, almeno stando all’ultima versione dei fatti offerta da Michele Misseri, la stessa mattina del 26 agosto avrebbe pranzato con la zia Cosima e la cugina Sabrina, rientrando a casa tra le 13.20 (come testimonia la madre Concetta) e le 13.30 (come ricorda il padre Giacomo) per mettere il costume da bagno e prepararsi per la gita al mare. La badante rumena che lavorava a casa Scazzi ricorda di aver visto uscire Sarah di casa dopo le 14. Il particolare è tutt’altro che irrilevante in quanto serve a capire quanto tempo Sabrina - in carcere con l’accusa di aver sequestrato e ucciso la cugina - ha avuto per compiere il delitto.
Sarah alle 14.18 riceve l’sms della sua amica Francesca alla quale però non risponde. Alle 14:23 la stessa amica le telefona ma Sarah continua a tacere. Come mai? Forse - azzardano gli inquirenti - perché era già nelle grinfie dell’omicida. Ma agli atti c’è la testimonianza di una coppia di fidanzatini che invece ha sostenuto di aver visto Sarah per strada alle 14.25.
E poi alle 14:28 dal telefono di Sarah parte uno squillo verso quello di Sabrina.
Ieri i due testimoni sono stati riascoltati dal sostituto procuratore Mariano Buccoliero, titolare dell’inchie - sta assieme al procuratore aggiunto Pietro Argentino. Stando a quanto si è appreso (l’interrogatorio è stato secretato e ai due testimoni è stato vietato di parlare con i giornalisti), non sarebbero emersi ulteriori elementi in quanto inevitabilmente i due fidanzatini a distanza di tempo non sono riusciti ad essere più precisi riguardo all’ora in cui hanno visto Sarah camminare per strada, diretta verso via Deledda.
E poi qui si discute di una differenza di appena 10-15 minuti, irrilevanti nella memoria di un testimone oculare ma decisivi per la dinamica del delitto.
L’ultima versione di Michele Misseri contiene un altro elemento importante riguardo ad un altro teste chiave, Anna Pisanò, la cliente che si sottopose ad un trattamento estetico da Sabrina il giorno dell’omicidio. La signora ha raccontato di essere andata a casa Misseri alle 9 di mattina del 26 agosto, e di aver successivamente visto arrivare Sarah, stranamente triste e preoccupata, segno che secondo lei era successo qualcosa con Sabrina.
Al di là di questo aspetto, è stato proprio Michele Misseri a spiegare agli inquirenti di aver visto quella mattina Anna Pisanò entrare in casa sua, dove aveva un appuntamento con Sabrina. Circostanza - almeno questa - che ha poi trovato un preciso riscontro.
la gazzetta del mezzogiorno 16 novembre 2010
http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/GdM_dallapuglia_NOTIZIA_01.php?IDNotizia=382743&IDCategoria=1
Sarah, trenta minuti di giallo. l'ora del delitto alla moviola
Per la procura Sabrina e il padre hanno avuto più tempo per uccidere e nascondere il cadavere.Riascoltata la coppia che vide Sarah sulla strada. L´avvocato di Michele: non vuole vedere più nessuno. Valentina e Cosima tornano da Sabrina
di MARIO DILIBERTO
TARANTO - Controlli incrociati per fissare l´ora del delitto. Ruota intorno alle zone d´ombra che ancora restano gli accertamenti effettuati ieri nell´ambito dell´indagine sulla morte di Sarah Scazzi. Gli investigatori hanno nuovamente ascoltato la coppia di giovani fidanzati che vide la piccola Sarah, mentre camminava nelle strade di Avetrana il 26 agosto, poco prima di essere uccisa. Un delitto orribile per il quale sono in cella Michele e Sabrina Misseri, zio e cugina della quindicenne.
I due compaesani della vittima la notarono in viale Kennedy. Quella che per tutti nella cittadina del Salento è la via per il mare. Era a metà dei 533 metri che dividono la sua casa da quella dei Misseri. I due ragazzi erano in auto. La riconobbero subito. Agli investigatori dissero di averla vista intorno alle 14.25. E ieri hanno ripetuto quello che già avevano messo a verbale. Con tutte le cautele del caso. Perché ammettono di non poter essere precisi. E la loro testimonianza aggiunge poco alla ricerca di certezze che vede impegnati i pm Pietro Argentino e Mariano Buccoliero. I due magistrati lavorano sodo per ricostruire gli ultimi minuti di vita di Sarah. Confrontano testimonianze e orari dei tabulati telefonici con le dichiarazioni di Michele Misseri.
L´incessante attività sull´omicidio di Sarah sta lì a dimostrare che c´è ancora qualcosa da scoprire. Dettagli, forse, ma che non possono arginare la ricerca di tutta la verità. Il punto di partenza degli ultimi accertamenti è proprio quello da cui è cominciata questa vicenda. La casa di vicolo Verdi II, da dove Sarah uscì il 26 agosto per andare incontro al suo tragico destino. La badante rumena dice che varcò la soglia dopo le 14. La sua testimonianza sembra allargare i tempi dell´omicidio. Che però, si restringono se si tiene conto di quanto raccontano i due testimoni ascoltati ieri. Anche in quest´ottica si propone come fondamentale l´appuntamento l´incidente probatorio di venerdì prossimo. Quando al centro della scena salirà ancora una volta Michele Misseri.
Il contadino dovrà rispondere alle domande di magistrati e avvocati. E ricostruire quanto avvenne il giorno della morte di Sarah. Di quella tragedia ha già cambiato a ripetizione ruoli e responsabilità. Nella più recente delle sue rivelazioni si è sfilato dalla scena del delitto. Ha accusato la figlia Sabrina. "È stata lei a strangolare Sarah con una cintura". Ha anche aggiunto dettagli che sembrano confortare il movente dell´assassinio. Ovvero la gelosia della figlia per le coccole che la ragazzina strappava ad Ivano, il ragazzo del quale Sabrina era innamorata. L´uomo, infatti, ha parlato dei rapporti tesi tra le due cugine. "Era roba di invidia", spiega Misseri. "Sì, invidia di Sabrina verso Sarah", interviene la criminologa Roberta Bruzzone, consulente della difesa dell´uomo. "Sì, sì", conferma Michele. Poi parla il pm Buccoliero.
"Quindi di questo litigio l´hai saputo".
"L´ho saputo, però non te lo so spiegare" dice Michele.
"Tra Ivano, Sabrina e Sarah", insiste il pm.
"Sì", ribadisce l´indagato.
"A che periodo si riferisce? Sempre d´estate, Agosto?", continua il pm.
"Sempre prima che scomparisse Sarah, sì. Agosto", ribadisce Misseri.
"Ma questo l´hai saputo da chi?", torna a chiedere Buccoliero.
"Non mi ricordo se l´ho saputo da mia moglie o dagli altri amici, perché tempo di estate ne frequentavano molti amici, quelli", chiude lo zio di Sarah.
Brandelli di una verità che sarà blindata venerdì. In vista di quell´appuntamento Misseri ha scelto di chiudere i ponti con i familiari. Vuole riflettere nella sua cella e non vuole incontrare nessuno. "Non vuole vedere i parenti e neanche gli psicologi" ha detto il suo legale Daniele Galoppa. La moglie Cosima e la figlia Valentina, però, ieri sono tornate in carcere. Non da lui, ma da Sabrina, apparsa molto provata dalla decisione con la quale il Riesame ha confermato il carcere. Sabrina ha incontrato anche il suo legale, l´avvocato Vito Russo. "Mi chiede continuamente delle fasi del processo - ha detto il difensore - e dei passi da intraprendere per dimostrare la sua innocenza".
(la repubblica bari 16 novembre 2010)
Iscriviti a:
Post (Atom)