martedì 1 dicembre 2009

Meredith, difesa Sollecito:"Amanda è l'Amelie di Seattle"

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Una dei due legali di Raffaele Sollecito, il giovane accusato con l'ex fidanzata americana Amanda Knox dell'omicidio a Perugia della studentessa britannica Meredith Kercher, ha parlato oggi per circa 8 ore per smontare le accuse contro il suo cliente e ha descritto Amanda come "l'Amelie di Seattle". Continua a leggere questa notizia

L'avvocata e parlamentare di centrodestra Giulia Bongiorno - che è anche presidente della Commissione Giustizia della Camera - ha descritto nella sua arringa il processo in corso nel capoluogo umbro come intriso "di dubbi", con un "teorema accusatorio privo di fondamento", poiché privo del movente che incastrerebbe Sollecito.

"E' stato arrestato per una impronta di scarpe che poi è risultata essere di Rudy", ha spiegato la legale, riferendosi a Rudy Guede, il terzo giovane accusato del delitto di Meredith - avvenuto nel novembre 2008 - e che è protagonista di un processo parallelo con rito abbreviato.

Bongiorno ha quindi definito "non credibile l'ipotesi di un omicidio compiuto con il concorso di due persone che neppure si conoscevano", facendo riferimento a Raffaele e a Rudy. Ha descritto il comportamento degli inquirenti come "discutibile, fino al punto di mettere in discussione la loro serenità durante le testimonianze dinnanzi alla corte, visto che nei brogliacci delle intercettazioni alle telefonate dei familiari di Raffaele, avevano già espresso un giudizio di colpevolezza, arricchendolo di particolari offensivi".

Bongiorno ha detto anche che "il coltello rinvenuto a casa di Sollecito non è l'arma del delitto". Lo proverebbero i periti quando hanno definito questo "coltellaccio incompatibile con l'atto omicida, ma non incompatibile, con la volontà di minacciare, mettendo così in discussione il capo d'accusa".

Quanto alle tracce di Dna di Meredith rinvenute sulla punta del coltello, Bongiorno ha spiegato che, stando alle perizie, la "traccia presentava una quantità di materiale genetico 'too low', insufficiente per essere analizzata.

La legale ha poi messo in discussione la "genuinità del reperto del gancetto del reggiseno di Meredith" (su cui ci sono le tracce di Sollecito) "repertato dopo 46 giorni dal rinvenimento del cadavere, quindi non puro e non utilizzabile come prova".

AMANDA-AMELIE E LA "SCATOLA NERA" DEL CELLULARE

Bongiorno ha descritto Amanda Knox come "l'Amelie di Seattle, una ragazza che osserva il mondo con gli occhi fantastici e che utilizza questo comportamento anche per sfuggire dalla realtà spesso dura".

"Quello che ha raccontato agli inquirenti è anche il risultato di questa personalità, ma l'ha fatto pensando di aiutarli a scoprire la verità, stimolata dagli agenti che le chiedevano di provare a ricordare e ad immaginare quanto fosse successo".

Bongiorno ha poi denunciato il comportamento degli inquirenti perché "agli accusati non è stata offerta la possibilità di essere assistiti da un legale durante gli interrogatori in questura".

Quindi ha parlato di una "scatola nera" in grado di dire molto sul delitto. Si tratta del "cellulare di Meredith Kercher" che, secondo il difensore di Sollecito, indicherebbe "l'ora dell'aggressione". L'avvocato colloca l'orario dell'aggressione "subito dopo le 21.56 del primo novembre del 2007, appena dopo la telefonata senza risposta che Meredith fa ai suoi familiari", appunto quella delle 21.56. "Dallo stesso cellulare sono partite due altre telefonate prontamente interrotte, una alla segreteria telefonica, l'altra al numero di una banca, in memoria nel cellulare di Meredith", ha detto l'avvocato.

Queste due telefonate "indicano chiaramente un'attività frenetica compiuta dall'assassino, appena dopo il delitto, che così ha provato a decifrare il funzionamento del telefono della vittima. Poi è scappato portandoli (questo e un secondo cellulare, ndr) con sé ma, all'arrivo di un segnale mms, alle 22.13, interpretato dall'assassino come pericolo di potere essere intercettato, ha buttato i due cellulari sottratti a Meredith nel giardino dove poi sono stati ritrovati dagli inquirenti".

Bongiorno ha detto che di "Raffaele ed Amanda non vi è traccia sul luogo del delitto, contrariamente a quanto si possa dire di Rudy" e che "è incredibile immaginare che i due fidanzatini abbiano ripulito le loro tracce, lasciando sul posto, isolandole, soltanto quelle di Rudy".

Il processo continuerà domani con le arringhe dei difensori di Amanda Knox, poi toccherà all'accusa fare le repliche e infine i giudici di corte d'Assise di Perugia si chiuderanno in camera di consiglio per la sentenza di primo grado.
Lun 30 Nov - 18.18

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