giovedì 10 dicembre 2009

GARLASCO:SPOSTATA L'ORA DEL DELITTO.PM CHIEDE 30 ANNI PER STASI

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IL PROCESSO
Garlasco, il pm sposta l'ora del delitto:«Condannate Stasi a 30 anni»
La nuova ricostruzione dell'accusa: «Chiara è morta nella seconda parte della mattinata»

VIGEVANO (PAVIA) - Alberto Stasi deve essere condannato a 30 anni di carcere: è questa la richiesta del pm Rosa Muscio al gup di Vigevano Stefano Vitelli, chiamato ad emettere il verdetto sul giovane di Garlasco, accusato dell'omicidio della fidanzata Chiara Poggi. Una condanna, senza attenuanti, che è il massimo della pena prevista in caso di processo con il rito abbreviato. Il pm ha inoltre chiesto al giudice di non concedere le attenuanti generiche e di considerare invece le aggravanti delle sevizie e dei futili motivi. Secondo il pubblico ministero, contro Alberto Stasi c'è un quadro indiziario «grave e preciso» che lo rende l'unico responsabile del delitto del 13 agosto 2007.

ORARIO - L'ultima mossa a sorpresa, da parte dell'accusa, è stata lo spostamento in avanti dell'orario dell'omicidio in base alla nuova perizia informatica firmata dagli ingegneri Roberto Porta e Daniele Occhetti: Chiara, sostiene adesso il pm, non è morta tra le 11 e le 11.30 ma «nella seconda metà della mattinata». Un orario che spiegherebbe l'impossibilità per Alberto di non sporcarsi le scarpe: le macchie di sangue sul pavimento di casa Poggi erano ancora fresche. La 26enne, dunque, è morta dopo le 12,20, quando Alberto smette di lavorare alla sua tesi. Le lancette in avanti lasciano più tempo per compiere e 'spiegare' alcuni dettagli di un delitto ancora irrisolto. Secondo la perizia informatica Alberto lavora al Pc portatile dalle 9,36 alle 12,20, mentre Chiara disattiva l'allarme di casa alle 9,10. Il biondino di Garlasco potrebbe avere ucciso la fidanzata nell'arco di 26 minuti: un tempo limitato ma possibile, come ha sempre sostenuto la parte civile. Altrimenti, è questa la nuova tesi sostenuta dall'accusa, Alberto potrebbe avere agito dopo. Solo alle 13.49 l'allora laureando scopre il corpo senza vita di Chiara.
ARMA E MOVENTE - Per il pm Rosa Muscio il punto cruciale per dimostrare che Alberto mente e non è mai rientrato in casa Poggi, è la consistenza delle macchie di sangue trovate sul pavimento della villetta di via Pascoli e descritte da alcuni investigatori. Le macchie sul pavimento sarebbero state troppo fresche per consentire ad Alberto di non sporcarsi, anche se in alcune perizie si parla di macchie quasi secche nella loro totalità. L'accusa, invece, sostiene che il sangue era liquido considerando anche l'ambiente di casa Poggi: le finestre erano ancora chiuse impedendo di fatto l'ingresso di luce e calore. Il «nuovo orario della morte» consente anche di «cancellare la testimonianza di una vicina di casa Poggi che ha sempre sostenuto di avere visto una bici, mai identificata, davanti alla villetta dell'omicidio alle 9,10 circa. Al momento nella sua ricostruzione il pm non ha ancora parlato né dell'arma, né del movente per cui Chiara è stata uccisa.


corriere della sera 10 dicembre 2009

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