lunedì 13 luglio 2009

Morte del Pugile Arturo Gatti: Arrestata la moglie brasiliana, lo avrebbe strangolato

L’ACCUSA: HA USATO LA TRACOLLA DELLA BORSETTA

Arrestata in Brasile la moglie del pugile Arturo Gatti: «L’ha strangolato»

Il campione italocanadese era in vacanza con la donna
e il figlio di dieci mesi a Porto de Galinhas



SAN PAOLO - Lei è Amanda, una ragazza che osserva la vita dall’alto, un tacco dodici per capirsi, possiede unghie che sembra­no graffiti e mastica volumino si bubble gum. Ha 23 anni, brasiliana del New Jersey, emana quel tocco di esotismo e spregiudicatezza che fa im pazzire gli uomini. Lui è, anzi era, l’ex pugile Arturo Gatti, il campione del mondo che pia ce alla gente, quello che anche da sconfitto aveva la fila da vanti allo spogliatoio perché il pubblico ti premia se hai fega to. E Arturo ne aveva. Se paga vi il biglietto la soddisfazione era garantita. Amanda ieri ha trascorso la sua prima notte dentro ad una cella da qual che parte nel nordest brasilia no. Accusa di omicidio. Artu ro invece è cadavere dentro la morgue di Porto de Galinhas, Stato di Pernambuco. La poli zia l’ha trovato sul pavimento di una stanza al Dorisol, il re sort di lusso dove i due, secon do i propositi, erano andati a trascorrere una seconda luna di miele.

A volte la realtà batte le intenzioni senza pietà. Qualcosa è andato storto. Forse un litigio, forse un bic chiere di troppo. Arturo lo hanno trovato a terra, presu mibilmente strangolato dalla tracolla di una borsa, con un paio di evidenti ecchimosi sul collo e sulla testa, come se qualcuno lo avesse prima col pito e poi, approfittando di lui esanime, lo avesse soffocato. Amanda Rodrigues, la signora Gatti solo da due anni, ha da to l’allarme tenendo in brac cio il figlioletto di appena die ci mesi. Lo ha fatto raccontan do di aver trovato il marito in quello stato al suo risveglio. La polizia non le ha creduto. Sono bastate un paio di con traddizioni per far scattare l’ar resto. Arturo Gatti era uno degli sportivi più amati in America. Non sarà ricordato come il più grande della boxe e neppu re quello col pugno più pesan te. Però era di certo il più co raggioso. Un coraggio che ave va pagato trasformando la sua faccia insolente da canadese con nonni napoletani in una goffa maschera di sofferenza e cuciture. Era stato per quattro volte pugile dell’anno, aveva vinto il mondiale superpiuma ma aveva perso sempre i match della vita. De La Hoya, Maywe ather, Manfredy. Però erano feroci duelli dove non il titolo, ma la vita intera sembrava in palio. Anche contro il nostro Gianluca Branco, ad Atlantic City, cinque anni fa, ne era sca turito un corpo a corpo emo zionante. Vinto da Arturo. E quando sei così sul ring, sei così nella vita. Amico di Artu ro, storico della boxe, Dan Ra fael ci racconta: «Arturo, co me tanti pugili, aveva dei pro blemi. Combatteva i suoi de moni, ma era una persona dol ce, squisita. Uno che avresti voluto avere come amico».

I demoni di Arturo lo hanno spinto fino a quella maledettaspiaggia brasiliana. Con Amanda non si può dire che le cose filassero lisce. Un anno fa lei lo aveva denunciato alla polizia per aggressione. Gli in timarono di restare a 200 me tri di distanza almeno. Poi con l’aiuto di alcuni amici si erano rimessi assieme, avevano avu to un figlio, con l’illusione di rimettere tutto in ordine. L’amico brasiliano, l’ex pu gile Acelino Freitas, che aveva aiutato i due a trovare il loro nido d’amore ha rivelato: «Le cose andavano male. Parlava no di separazione. Litigavano in continuazione». Lui aveva intrapreso la «fast life», una specie di corsia preferenziale della vita dove al posto dei ca selli ci trovi aperitivi e balleri ne. Era geloso, possessivo, co me tanti pugili a fine carriera che barattano la stima in se stessi con un bicchiere di trop po. La sera della morte, in una discoteca del posto, pare che Amanda e Arturo abbiano liti gato. Lei un po’ troppo disin volta, lui alticcio e rabbioso, le avrebbe dato uno spintone, lei sarebbe caduta a terra e poi il resto è accaduto in albergo, un seguito tragico ora al va­glio degli inquirenti locali. Amanda, accanto al marito esanime per dieci ore, non è riuscita a spiegare il perché. Di Arturo Gatti, 37 anni, riti ratosi nel 2007, dissero che era assuefatto alla boxe, che l’amasse più di tutto e non avrebbe potuto vivere senza. Era vero.

Riccardo Romani
corriere della sera 12 luglio 2009(ultima modifica: 13 luglio 2009)

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