martedì 7 luglio 2009

Giocattoli, girasoli e bandiere, il pianto di Viareggio

La strage. Un fiume di persone sfila davanti alle bare. Oggi i funerali con Napolitano, schermi giganti allo stadio con i brani di Bocelli

DAL NOSTRO INVIATO VIAREGGIO — Solo i bambini sanno fare domande così. «Si tengono per mano anche loro?», chiede un bimbetto alla mamma che passa in lacrime davanti alle bare di Stefania, Luca e Lorenzo Piagentini. «Sì, la loro mamma li terrà sempre per mano», risponde lei. Il piccolo lascia una rosa bianca, l'ennesima. Lei si fa il segno della croce e passa alla bara successiva, al dolore di qualcun altro. È una processione incessante di uomini, donne e bambini, alla camera ardente delle vittime di Viareggio. Dalle otto del mattino fino a tarda sera è un fiume silenzioso di gente. Migliaia. Alle dieci di sera i fiori sono così tanti da coprire i nomi dei morti, sulle quindici bare allineate nel Palazzetto dello sport (le sette vittime marocchine sono state riportate a casa). Si vede a malapena anche la bandiera romena che avvolge la bara di Ana, badante rimasta sotto le macerie accanto all'uomo che curava da un mese e mezzo, e si distingue appena il tricolore dell'Ecuador steso sulla bara di Oliva, anche lei morta nella fiamme di quella notte. Per Elena Iacopini un tappeto di girasoli tutt'attorno al suo volto che sorride da una fotografia scattata il giorno delle nozze. E poi c'è Maria Luisa Carmazzi, con la motocicletta giocattolo appoggiata accanto alla targhetta del suo nome. L'hanno trovata che già non respirava più nella notte fra lunedì e martedì scorso e ieri forse hanno ritrovato anche suo marito Andrea, l'unico disperso della strage: resti che sembrano umani sono stati recuperati ieri pomeriggio fra le macerie delle case spazzate via dall'esplosione ma sarà l'esame del Dna a dire se davvero si tratta del motociclista che tutti chiamavano Scarburato. Alle sette del pomeriggio il musulmano Najib si inginocchia e prega alla sua maniera davanti alla bara di Rosario Campo, ai piedi dell'enorme crocifisso piazzato in mezzo al Palazzetto. Lo guardano tutti un po' perplessi. Lui si alza e spiega che «Rosario era un amico che meritava la mia preghiera». Se ne va mesto, Najib. Si ferma a guardare i lavori frenetici organizzati nella zona dello Stadio dove oggi alle 11 si terranno i funerali solenni alla presenza del Capo dello Stato e dove è stata tracciata e battuta in tempo record una strada per il passaggio del corteo funebre, attraverso una pineta. Il tenore pisano Andrea Bocelli canterà assieme alla Polifonica di Viareggio. Chi non riuscirà a entrare nello stadio seguirà la cerimonia da quattro schermi giganti allestiti all'esterno. Gli ombrelloni di tutti gli stabilimenti balneari resteranno chiusi, come i negozi, le attività, i bar, i ristoranti, i chioschi. Una mattina che nessuno in città potrà più scordare.

Giusi Fasano
corriere della sera 07 luglio 2009

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