di Marino Bisso
Una lettera del sindaco nega la costituzione di parte civile
La polemica è scoppiata dopo che il presidente della sesta sezione Luciano Pugliese ha letto una lettera del sindaco di Roma Gianni Alemanno nella quale si spiegavano le motivazione della mancata richiesta legate, tra l'altro, alla «non completa conoscenza degli atti processuali» e che «la legittimazione alla costituzione di parte civile riconosciuta al Comune di Roma per i reati di violenza sulle donne, non appare automaticamente trasferibile alla violenza sui minori». La lettera firmata il 4 giugno da Alemanno ha scatenato proteste tra i genitori delle presunte vittime del sacerdote. Ma piazzale Clodio c'è anche un centinaio di parrocchiani, ragazzi e i loro genitori, della chiesa di Selva Candida. Alcuni indossavano t-shirt su cui era stampata la scritta «Don Ruggero ti vogliamo bene». In aula, seduto tra due agenti di polizia penitenziaria, c'era anche don Ruggero. Per il pm Francesco Scavo il sacerdote è responsabile di abusi su una decina di ragazzi.
Don Ruggero invece nega: ha sempre sostenuto di essere vittima di un complotto. Ma la vicenda giudiziaria di don Conti, ex testimonial per la famiglia durante la campagna elettorale del 2008 del sindaco Alemanno, diventa un caso politico che mette sotto accusa il Campidoglio. Dopo la mancata costituzione di parte civile, il Comune è costretto a fare dietro front e in un comunicato annuncia di voler essere presente al processo al fianco delle presunte vittime. Ma è troppo tardi. Nel pomeriggio una nuova nota del Campidoglio annuncia la rimozione di una dirigente comunale dalla quale sarebbe dipesa la mancata decisione di costituirsi parte civile. Alemanno annuncia anche l'apertura di un'indagine amministrativa. Resta il giallo. Francesco Storace, capogruppo de La Destra accusa: «È vergognoso. Il Comune ha fatto una figura barbina per proteggere un grande elettore accusato di un reato infamante. Alemanno non esponga la città a questa pessima figura»
L'Espresso 17 giugno 2009
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