di Riccardo Renda
Dal 28 giugno, con la sospensione in Italia del Trattato di Schengen e il ripristino dei controlli alle frontiere sino al 15 luglio, entra nel vivo l'operazione sicurezza per il G8 che si svolgerà a L’Aquila dall’8 al 10 luglio.
Come noto, a fine aprile la sede è stata trasferita da La Maddalena a L’Aquila su iniziativa del Presidente del Consiglio, suscitando diverse perplessità (tra cui quelle del Ministro Matteoli e parte dell’opposizione) ma anche evidenti consensi (in particolare, da parte delle autorità della città abruzzese).
Indubbiamente forte è il valore simbolico della scelta, a sottolineare la rinascita della città duramente colpita dal sisma del 6 aprile, ponendola sotto i riflettori dell’intero pianeta.
Le perplessità emerse riguardano, soprattutto, le esigenze di ordine pubblico. Un’isola come La Maddalena avrebbe senza dubbio consentito geograficamente un controllo completo e una migliore organizzazione dell’apparato di sicurezza. Le autorità coinvolte, tuttavia, in primis il prefetto dell’Aquila Franco Gabrielli, sono convinte che la città, nelle attuali condizioni, possa offrire una maggiore garanzia di tutela date le carenze logistiche conseguenti al sisma, costituendo veri e propri disincentivi fisici a problemi quali il rischio di azioni terroristiche o di protesta.
Intanto, sono state annunciate le prime manifestazioni. Il 6 luglio una fiaccolata per ricordare le vittime del terremoto nel capoluogo abruzzese. Il 7 un comitato di accoglienza, non sappiamo quanto “caloroso”, darà il benvenuto ai grandi della Terra agli aeroporti di Roma. I due giorni successivi saranno caratterizzati da azioni di disturbo e forum in tutto il territorio abruzzese. Il culmine sarà la manifestazione di protesta annunciata per il 10 luglio nel capoluogo ad opera dei No Global e dei Cobas. Tra parentesi, tale manifestazione è duramente osteggiata dai comitati aquilani (tra cui il noto movimento 3e32, promotore della protesta a Roma contro il decreto del Governo sulla ricostruzione), timorosi che essa finisca con l’essere strumentalizzata, bloccando le legittime ragioni di protesta dei terremotati.
Il dispiegamento previsto di forze, al fine di garantire la massima tutela ai capi Stato e di governo partecipanti, nonché alle rispettive delegazioni è, come prevedibile, notevole: 15.000 unità.
Le maggiori preoccupazioni, tuttavia, sono emerse dall’aver scelto quale sede un’area a forte rischio sismico, come peraltro confermato dalla scossa di lunedì, la cui magnitudo di 4,6 ha creato un certo allarmismo. Al proposito, rassicurazioni sono giunte direttamente dal commissario Guido Bertolaso, avendo scelto quale base logistica degli ospiti e del summit la caserma-scuola della Guardia di Finanza di Coppito, una delle poche strutture di provata resistenza sismica del capoluogo abruzzese. Per la cronaca, Giampaolo Giuliani - il famigerato ricercatore che studia i livelli di gas radon quale elemento sismico previsionale - negli ultimi giorni ha rilevato un livello superiore alla media, proprio nell’area di Coppito. Che si creda o meno alle sue dichiarazioni, è sintomatico il fatto che dietro pressioni della delegazione statunitense, sia stato predisposto un imponente piano di evacuazione a mezzo di elicotteri, da attuare in caso di pericolo.
Al di là delle valutazioni sull’opportunità, il Governo vanta di risparmiare ben 220 milioni di euro dal trasferimento sede dalla mondana e lussuosa Sardegna al più parco Abruzzo. Peraltro, non si capisce come si possa giungere a tali cifre, soprattutto dopo che lo stesso Berlusconi ha rassicurato i vertici amministrativi della Sardegna sulla realizzazione dei lavori inizialmente previsti per il summit sardo (la realizzazione della Sassari-Olbia e l‘opera di bonifica e riconversione civile dell’ex arsenale militare). Inoltre, alla luce di tale politica del risparmio, non si vede come debbano essere valutate iniziative quali la realizzazione di un campo di basket per il sollazzo personale del Presidente Obama.
Di certo, le popolazioni colpite dal sisma sono piuttosto perplesse sulla scelta abruzzese. Consapevoli che possa rivelarsi una semplice manovra propagandistica: un’attenzione mondiale che rischia di concentrarsi esclusivamente sull’organizzazione del summit, ignorando di fatto i reali problemi dell’Abruzzo ferito dal terremoto.
Tra polemiche e perplessità, il G8 low-cost e solidale è comunque pronto a partire.
Difficile prevedere i risultati cui condurrà il summit.
Berlusconi ha annunciato che al centro dell’analisi vi saranno il predisporre nuove regole sul buon funzionamento degli affari mondiali, il rilancio dei negoziati Doha round sul commercio multilaterale, il pacchetto climatico e il programma sulla sicurezza alimentare.
Sarebbe auspicabile che i dibattiti si focalizzassero proprio sui temi sui quali si gioca il futuro del pianeta, da sempre disattesi. In realtà, l’agenda dei lavori, come rivelato da alcune fonti Farnesina con una punta polemica, sarà imposta dalla delegazione Obama e non dalla Presidenza del G8, italiana. Si teme, in particolare, che l’unico risultato di rilievo possa essere un via libera al passaggio al G20 per il prossimo summit di Pittsburgh in settembre.
Speriamo vivamente che tutto non si risolva nella consueta foto ricordo di gruppo.
Il recente G8 allargato di Trieste, ne è un esempio. Nonostante l’annuncio di “una nuova azione coordinata nei confronti dell’Afghanistan da parte di tutti i Paesi interessati alla stabilizzazione della regione”, è mancato il vero colpo di reni. La dura denuncia dell’operato del governo di Teheran annunciata dal Ministro Frattini, difatti, si è tradotta in una linea morbida, testimoniata dal mero “invito al governo iraniano affinché ricerchi soluzioni pacifiche alla crisi in atto” e in una frase sibillina dello stesso Ministro (“Se dovessi dire oggi con certezza chi sia il vincitore delle elezioni, non potrei dirlo perché non ho in mano gli elementi che hanno in mano le autorità iraniane”), unico “garbato” riferimento alla poco chiara regolarità della recente tornata elettorale in Iran.
Il calendario dei lavori prosegue il 29 giugno a Napoli, con la presentazione ufficiale del summit a bordo di una nave da crociera dall’emblematico nome di “MSC Fantasia”.
Da un punto di vista strettamente organizzativo, sembrerebbe tutto in ordine.
Quando si parla di G8, però, per una inevitabile associazione di idee, la mente va a Genova. Agli scontri che condussero alla morte di Carlo Giuliani, alla furia distruttrice dei black bloc, all’assalto insensato alla Diaz.
Il nostro paese si gioca una fetta pesante di credibilità sul piano internazionale. Sulla riuscita dell’evento, in particolare, si basa la futura reputazione ed il prestigio del Presidente Berlusconi, lanciato più che mai a riconquistare un ruolo centrale nello scacchiere politico.
I recenti G8 nazionali (ambiente a Siracusa, economia a Lecce, politica estera a Trieste), si sono comunque svolti regolarmente, lasciando la porta aperta ad un cauto ottimismo.
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