lunedì 29 giugno 2009

Michael Jackson: L'avidità altrui, i farmaci, le liti per l'eredità

Giallo sull’eredità, alcuni consulenti finanziari parlano di due testamenti

E Michael disse: «Sono un uomo finito»

L’ex tata dei figli: costretta a fargli lavande gastriche per liberarlo dai farmaci

NEW YORK (USA) — Misteri, lacri­me e fango. Quattro giorni do­po la morte di Michael Jackson schiere di suoi ex impiegati si fanno avanti per consegnare— alcuni dietro compenso — sconcertanti rivelazioni sul suo conto, che il Re del Pop non po­trà mai confermare né smenti­re. L’ultima macchia alla memo­ria viene dall’ex tata dei suoi tre figli, la 42enne ruandese Grace Rwaramba, che in un’intervista al Times di Londra afferma di avergli «effettuato più volte del­le lavande gastriche per rimuo­vere pericolosi mix di medicina­li che aveva assunto». «Dovevo ripulirgli spesso lo stomaco — spiega la donna, che sarà interrogata dagli inqui­renti —. Prendeva tantissimi farmaci e c’erano giorni in cui stava così male che impedivo ai bambini di vederlo». Un giorno la tata avrebbe chiamato la ma­dre e la sorella del cantante per costringerle ad intervenire, «convincendo Michael ad ab­bandonare la sua dipendenza dai medicinali». Questa cosa lo fece infuriare al punto che Jack­son la licenziò, dopo 17 anni al suo servizio, accusandola di «tradimento».

Al tabloid britannico News of the World la bambinaia dice di essere stata contattata poche ore dopo la morte del cantante da uno dei suoi familiari, la cui unica morbosa domanda era: «sai dove nascondeva i soldi?». «In realtà Michael era talmente al verde — puntualizza la Rwa­ramba — che spesso dovevo usare la mia carta di credito per comperare regali e palloncini per i compleanni dei suoi figli». La sua improvvisa scompar­sa adesso rischia, paradossal­mente, di aiutare i tre eredi a colmare la montagna di debiti lasciati dal padre. Anche se ano­nimi ex consulenti finanziari di Jackson citati dalla stampa in­glese affermano sibillini che «potrebbe aver lasciato non uno, ma due testamenti». Intan­to la raccolta dei suoi maggiori successi, «Number One», ha già scalato l’hit parade inglese, piazzandosi al primo posto. E secondo gli addetti ai lavori il miracolo si ripeterà nel resto del mondo. Un destino a dir poco ironi­co, per un artista che a detta del reporter investigativo Ian Hal­perin «non era neppure più in grado di cantare» perché «fisi­camente e psicologicamente al capolinea». Una settimana pri­ma di morire Jackson avrebbe rivelato di considerarsi «un uo­mo finito». «Jackson è stato uc­ciso dall’avidità», punta il dito Halperin, che ha vissuto cinque anni tra il suo entourage, men­tre preparava un libro e un do­cumentario su di lui. «Se non fosse per i banchieri, agenti, dottori e consiglieri che l’han­no costretto a imbarcarsi nella massacrante tournee inglese», accusa, «sarebbe ancora vivo». <

Le polemiche sono destinate a durare mesi. Ieri la famiglia è tornata all’attacco contro il Dr. Conrad Murray, il cardiologo personale di Jackson, che è usci­to da tre ore di colloquio con gli investigatori, nel weekend, non come una persona sospet­ta ma da «semplice testimone della tragedia». Una fonte vici­na ai familiari della star ha bol­lato come «prematura» questa conclusione. «I risultati dell’au­topsia porteranno ad un’inchie­sta criminale», ha assicurato ie­ri alla Cnn il reverendo Jesse Jackson, portavoce del clan. Che definisce Murray «un in­competente » per aver praticato il massaggio cardiaco tenendo­lo sul letto, invece che su una superficie rigida come ogni me­dico dovrebbe sapere. Ieri anche il presidente Ba­rack Obama ha scritto una lette­ra personale di condoglianza al­la famiglia, mentre l’annuale Oscar nero organizzato ad Hol­lywood veniva trasformato in un tributo alla memoria di Jacko. «Michael sarà ancora più grande da morto che da vivo— ha detto il patriarca Joe Jackson alla FoxTv —. Vorrei tanto che potesse vedere il diluvio di af­fetto scatenato dalla sua mor­te .Alessandra Farkas

corriere della sera 29 giugno 2009

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