Giallo sull’eredità, alcuni consulenti finanziari parlano di due testamenti
E Michael disse: «Sono un uomo finito»
L’ex tata dei figli: costretta a fargli lavande gastriche per liberarlo dai farmaci
NEW YORK (USA) — Misteri, lacrime e fango. Quattro giorni dopo la morte di Michael Jackson schiere di suoi ex impiegati si fanno avanti per consegnare— alcuni dietro compenso — sconcertanti rivelazioni sul suo conto, che il Re del Pop non potrà mai confermare né smentire. L’ultima macchia alla memoria viene dall’ex tata dei suoi tre figli, la 42enne ruandese Grace Rwaramba, che in un’intervista al Times di Londra afferma di avergli «effettuato più volte delle lavande gastriche per rimuovere pericolosi mix di medicinali che aveva assunto». «Dovevo ripulirgli spesso lo stomaco — spiega la donna, che sarà interrogata dagli inquirenti —. Prendeva tantissimi farmaci e c’erano giorni in cui stava così male che impedivo ai bambini di vederlo». Un giorno la tata avrebbe chiamato la madre e la sorella del cantante per costringerle ad intervenire, «convincendo Michael ad abbandonare la sua dipendenza dai medicinali». Questa cosa lo fece infuriare al punto che Jackson la licenziò, dopo 17 anni al suo servizio, accusandola di «tradimento».
Al tabloid britannico News of the World la bambinaia dice di essere stata contattata poche ore dopo la morte del cantante da uno dei suoi familiari, la cui unica morbosa domanda era: «sai dove nascondeva i soldi?». «In realtà Michael era talmente al verde — puntualizza la Rwaramba — che spesso dovevo usare la mia carta di credito per comperare regali e palloncini per i compleanni dei suoi figli». La sua improvvisa scomparsa adesso rischia, paradossalmente, di aiutare i tre eredi a colmare la montagna di debiti lasciati dal padre. Anche se anonimi ex consulenti finanziari di Jackson citati dalla stampa inglese affermano sibillini che «potrebbe aver lasciato non uno, ma due testamenti». Intanto la raccolta dei suoi maggiori successi, «Number One», ha già scalato l’hit parade inglese, piazzandosi al primo posto. E secondo gli addetti ai lavori il miracolo si ripeterà nel resto del mondo. Un destino a dir poco ironico, per un artista che a detta del reporter investigativo Ian Halperin «non era neppure più in grado di cantare» perché «fisicamente e psicologicamente al capolinea». Una settimana prima di morire Jackson avrebbe rivelato di considerarsi «un uomo finito». «Jackson è stato ucciso dall’avidità», punta il dito Halperin, che ha vissuto cinque anni tra il suo entourage, mentre preparava un libro e un documentario su di lui. «Se non fosse per i banchieri, agenti, dottori e consiglieri che l’hanno costretto a imbarcarsi nella massacrante tournee inglese», accusa, «sarebbe ancora vivo». <
Le polemiche sono destinate a durare mesi. Ieri la famiglia è tornata all’attacco contro il Dr. Conrad Murray, il cardiologo personale di Jackson, che è uscito da tre ore di colloquio con gli investigatori, nel weekend, non come una persona sospetta ma da «semplice testimone della tragedia». Una fonte vicina ai familiari della star ha bollato come «prematura» questa conclusione. «I risultati dell’autopsia porteranno ad un’inchiesta criminale», ha assicurato ieri alla Cnn il reverendo Jesse Jackson, portavoce del clan. Che definisce Murray «un incompetente » per aver praticato il massaggio cardiaco tenendolo sul letto, invece che su una superficie rigida come ogni medico dovrebbe sapere. Ieri anche il presidente Barack Obama ha scritto una lettera personale di condoglianza alla famiglia, mentre l’annuale Oscar nero organizzato ad Hollywood veniva trasformato in un tributo alla memoria di Jacko. «Michael sarà ancora più grande da morto che da vivo— ha detto il patriarca Joe Jackson alla FoxTv —. Vorrei tanto che potesse vedere il diluvio di affetto scatenato dalla sua morte .Alessandra Farkas
corriere della sera 29 giugno 2009
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