mercoledì 10 giugno 2009

Le mani delle banche sulle case di Soria


Il patron non può pagare i debiti del Grinzane, scatta il decreto ingiuntivo
di Lorenza Pleuteri
«E adesso, pover´uomo?». La domanda che in molti si fanno - prendendo a prestito il titolo del romanzo di Hans Fallada, la storia dell´implacabile discesa di un contabile nei gradini della scala sociale - è quella sul futuro immediato del professor Giuliano Soria. Poche ore lo separano dalla scadenza della custodia cautelare alle Vallette. Uscirà dopodomani. Perché i tre mesi previsti, come gli ha spiegato il suo avvocato Roberto Piacentino, partono dal dies a quo, dal giorno dell´arresto, quel 12 marzo che gli ha cambiato la vita. «È un uomo pieno di ansia - svela chi gli sta a contatto - e molto confuso. Non ha affatto le idee chiare».

Il carcere lo ha segnato, come succede a chiunque abbia la sventura di finirci. E ha lasciato tracce, specularmente, anche in chi fino alle manette gli era amico e vicino. «La detenzione - parola dello psichiatria che lo ha visitato più volte, il professor Vincenzo Villari, primario alle Molinette - è una esperienza che cambia chi la subisce e cambia anche coloro che con la persona interessata erano in relazione». Mamma Iolanda è forse la sola che lo accoglierà a braccia aperte. Il fratello Angelo non potrà dargli conforto, destinato a restare ancora in carcere. Persino uno dei collaboratori più fidati, Davide Agnello, ha preso pure fisicamente le distanze a inizio inchiesta: per coprire il professore, si era beccato un avviso di garanzia per favoreggiamento. Un paio di settimane fa ha riempito le valigie e, in partenza per una località lacustre, ha lasciato l´alloggio che occupava nell´ex quartiere generale di via Montebello.

Il piano occupato da Giuliano Soria e dalla madre, il terzo, è sotto sequestro preventivo. Ma è qui, uno dei topos dell´inchiesta, che potrebbe tornare. I "sigilli" non impediscono l´uso del loft e delle abitazioni contigue e le alternative paiono meno praticabili. La casa di Parigi è fuori portata, quella della Liguria distante dagli studi legali. Il trasloco nelle vecchia tenuta di Costigliole d´Asti, il castello del Grinzane non più in comodato, è sconsigliato dagli "effetti collaterali" che potrebbero derivare dalle chiacchiere di paese, dagli sguardi cattivi di una piccola comunità, dalle malelingue. Le due soffitte di proprietà in città sono poco più grandi di una cella. Un ripiego, una delle possibilità che il professore ha considerato, è il ritorno all´insegnamento e alle trasferte nella capitale. Ma l´università di Roma Tre, dove è in organico, in piena bufera lo ha sospeso e gli ha limato lo stipendio, quasi dimezzato rispetto ai tempi d´oro perché sono state tolte tutte le voci accessorie.

I guai giudiziari noti. Il quasi azzeramento delle entrate. La consapevolezza che il gip potrebbe pure imporre un obbligo di firma o il divieto di espatrio. E la spada di Damocle dei pignoramenti. Quattro banche diverse stanno addosso all´ex patron del Grinzane, per le rate del mutuo immobiliare non più pagate e per i debiti dell´associazione, di cui lui si era fatto garante. Intesa San Paolo, Cassa di Risparmio del Piemonte, Banca del Piemonte e Cassa di Risparmio di Saluzzo hanno ottenuto decreti ingiuntivi per 1 milione 285 mila euro. I gravami pesano sulle unità immobiliari "private" del professore: il terzo piano di via Montebello 21 - sul quale lo Stato ha però la priorità, sempre che al sequestro penale sia dato corso e di passi alla confisca - e gli alloggi siti in via Montebello 22 e in via Riberi 2.
(la repubblica 09 giugno 2009)

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