17 giugno 2009
Patrizia D’Addario dietro alla mano di Silvio Berlusconi |
Da Bari, un’inchiesta sugli appalti nel settore della sanità fa tremare l’entourage del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.
Secondo quanto riporta questa mattina il Corriere della Sera, in due pagine a firma di Fiorenza Sarzanini, nel corso dell’indagine sarebbero state intercettate conversazioni che riguardano «alcune feste organizzate a Palazzo Grazioli (residenza romana di Berlusconi, ndr) e a Villa Certosa». Secondo la collega del Corriere, i personaggi coinvolti avrebbero fatto cenno al «versamento di soldi alle ragazze invitate a partecipare a queste occasioni mondane».
In mattinata, fonti “ufficiose” della Procura di Bari hanno confermato che è in corso un’indagine per induzione alla prostituzione in «luoghi esclusivi» di Roma e della Sardegna: come anticipato dal Corriere, l’inchiesta, che coinvolge Gianpaolo Tarantini, responsabile con il fratello Claudio della Tecnohospital, società barese che si occupa della fornitura di tecnologie ospedaliere, sarebbe scaturita da elementi acquisiti nell’ambito di accertamenti per presunti episodi di corruzione relativi a forniture di protesi.
Nell’inchiesta si ipotizza che l’imprenditore abbia contattato e inviato in residenze private alcune ragazze. Il titolare delle indagini è il pubblico ministero Giuseppe Scelsi, che nell’inchiesta originaria ipotizza i reati di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione.
Queste ipotesi criminose vengono contestate ai due imprenditori in concorso con Silvia Tatò, titolare di alcuni centri di riabilitazione, e Vincenzo Patella, primario di ortopedia del Policlinico di Bari.
La candidata: «In lista perché ero alle feste a Palazzo Grazioli»
Nel dettaglio, a sostegno delle rivelazioni fatte stamattina, il Corriere della Sera pubblica un’intervista con una certa Patrizia D’Addario, candidata alle ultime Comunali di Bari nella lista “La Puglia prima di tutto”, sostenuta dal Pdl: «Mi hanno messo in lista - avrebbe detto la D’Addario alla Sarzanini - perché ho partecipato a due feste a Palazzo Grazioli».
Dopo avere anticipato di avere «registrato» la sua versione «con la massima cautela e beneficio d’inventario», il Corriere lascia parlare la D’Addario, che racconta di un compenso pattuito per una delle feste («ci siamo accordati per 2000 euro»), di avere conosciuto Berlusconi «in un grande salone» con «una ventina di ragazze», di come, a fine serata, la donna abbia deciso di andare a dormire in albergo e di avere ricevuto «soltanto 1000 euro», perché «non ero rimasta».
Non è finita: la D’Addario racconta di essere stata a Palazzo Grazioli un’altra volta, la notte delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti: «Ho le prove, nessuno potrà smentirmi». Le «prove» sono «le registrazioni dei due incontri», fatte dalla donna di nascosto: «In passato ho avuto problemi seri con un uomo e da allora lo porto (il registratore, ndr) sempre con me».
Alla fine, dopo avere detto che «“loro” sapevano che avevo le prove dei miei due viaggi», la D’Allario racconta di un «furto molto strano» avvenuto nella sua casa: «È stata completamente svaligiata. Mi hanno portato via Cd, computer, vestiti, biancheria intima».
Greco (Pdl): «La D’Addario? Ha preso sette voti»
«Patrizia D’Addario? Non la conoscevo, non l’avevo mai vista prima. Si è presentata al partito a marzo o ad aprile, ha chiamato il mio capo della segreteria dicendo che voleva candidarsi e l’abbiamo inserita come “quota rosa”, di cui c’è una percentuale da rispettare»: Salvatore Greco, deputato del Pdl, dice di avere pochi ricordi di Patrizia D’Addario, dopo essere stato tirato in ballo nell’intervista pubblicata dal Corriere della Sera. La D’Addario, invece, ha detto che fu proprio Greco a contattarla, chiedendole di essere inserita nella lista “La Puglia prima di tutto”, di cui era capolista suo zio, Antonio Matarrese. «Non è così - ha detto Greco - Nell’intervista ha affermato che allora Matarrese era capolista, mentre Matarrese è risultato capolista l’ultimo giorno della presentazione delle liste, quindi neanche noi sapevamo della candidatura di Matarrese. E questa è la prima “inesattezza”. Poi, ha detto che mi conosceva da tempo, mentre io non l’avevo mai vista prima: si è presentata, voleva candidarsi dicendo di essere anticomunista, che aveva rimostranze da fare nei confronti dell’amministrazione comunale che l’aveva osteggiata nella vicenda di un terreno su un sito di Bari sul quale avevano un vincolo paesaggistico che non c’era. Dopodiché l’abbiamo candidata, si è vista a una manifestazione pubblica a piazza San Ferdinando come gli altri candidati e poi non si è più vista. Le sue tracce le ho ritrovate oggi sulla stampa».
«Perché abbiamo deciso di candidarla? Lei ha detto di essere un’imprenditrice, che era stata diversi anni fuori dalla città, che era tornata con grinta, che le piaceva la politica, che aveva molte conoscenze. Poiché, come è noto, in tutte le liste ci sono da rispettare le “quote rosa”, abbiamo deciso di candidarla. Quanti voti ha preso? Sette».
Il Corriere: è questa la «scossa» prevista da D’Alema?
Secondo il quotidiano di via Solferino, proprio dietro a questa vicenda potrebbe celarsi la «scossa al governo della quale ha parlato domenica scorsa D’Alema» (qui sotto per rileggerla, ndr). Poi ricorda che il pugliese Fitto, ministro per i Rapporti con le Regioni, aveva paventato che il riferimento fosse a un’inchiesta dei magistrati di Bari.
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