I legali di una delle vittime di don Conti, arrestato nel 2008 e ora sotto processo, hanno accusato il vescovo della diocesi per favoreggiamento. E' la prima volta in Italia
Il vescovo Gino Reali è stato denunciato per favoreggiamento perché non denunciò gli abusi di don Ruggero, sotto processo per pedofilia. E' la prima volta che accade in Italia. Sono stati gli avvocati di una delle vittime, Fabrizio Gallo e Marco Malara, a presentare questa mattina, presso l'ufficio primo atto della Procura di Roma, una denuncia nei confronti di monsignor Gino Reali, vescovo della diocesi di Porto Santa Rufina, cui appartiene la parrocchia di via di Selva Candida dove era parroco Don Ruggero. Conti fu arrestato nel luglio del 2008: gli vengono contestati 7 casi di abusi sessuali tra il 1998 e il 2008.
"Oggi per la prima volta in Italia - affermano gli avvocati - è stato denunciato un vescovo in ordine ai reati di pedofilia contestati al suo parroco. Le responsabilità del monsignore sono emerse nell'udienza del 20 maggio. In quella sede si è appreso che Reali era a conoscenza dal 2006 prima di voci sui comportamenti di Don Conti prima dal vice parroco, Don Claudio Brichetto, e successivamente dalle famiglie dei ragazzi ai quali per poter agire avrebbe addirittura richiesto un memoriale scritto nonostante tali affermazioni, oltre ad una denuncia scritta recapitata nel suo ufficio, dimostravano che i fatti non erano più voci di corridoio".
Gli avvocati nella denuncia scrivono che "il vescovo ha coperto don Ruggero" anche se "aveva l'obbligo, in presenza di reati così gravi, di intervenire drasticamente". I legali citano, quindi, una nota diffusa dal Vaticano il 12 aprile che fa riferimento a norme varate già nel 2003, secondo cui "i vescovi, se vengono a conoscenza di reati commessi dai propri sacerdoti al di fuori del sigillo sacramentale della confessione, sono obbligati a denunciarli all'autorità giudiziaria".
(LA REPUBBLICA 31 maggio 2010)
Nessun commento:
Posta un commento