domenica 16 gennaio 2011

YARA, I RISCHI DEL SILENZIO STAMPA CHIESTO DALLA FAMIGLIA

Di Wildgreta

Leggiamo che la famiglia di Yara ha chiesto il silenzio stampa sul caso.Leggiamo anche che il sindaco di Brembate ha chiesto alle tv di sgombrare il campo da camion, regie mobili, ecc. E leggiamo infine che gli inquirenti sarebbero d'accordo. Riteniamo che alcuni servizi televisivi recenti abbiano fatto scaturire questa decisione e in particolare i riferimenti agli arresti dei proprietari di una ditta che lavora nel cantiere di Mapello avvenuti in passato.

Oggi la ditta è commissariata, ed è totalmente estranea alla passata gestione.I suoi lavoratori si sono sentiti chiamati in causa indebitamente, e hanno scritto una lettera di protesta, perchè quello che è avvenuto in passato non ha nulla a che vedere con loro, nè con l'attuale gestione.Comprendiamo il loro disagio, comprendiamo anche che spesso in assenza di notizie le tv si lasciano andare alle ipotesi più fantasiose per cercare di intrattenere un pubblico che segue sempre più numeroso questi fatti di cronaca. Non deve sfuggirci però il fatto che spesso i giornalisti hanno contribuito in maniera decisiva alla soluzione di alcuni di questi casi e che spesso è stata proprio la pressione dei media a non fare abbassare la guardia nella ricerca della verità.

Il silenzio , a nostro avviso, è il nemico numero uno dei colpevoli ed è uno dei loro principali alleati. Se, quindi, i media si sono rivelati utili in tanti casi, come mai per il caso Yara, dovrebbero diventare improvvisamente dannosi? Noi riteniamo che il silenzio uccida a volte più delle parole a vanvera, le quali proprio perchè senza fondamento sono alla lunga destinate all'oblio.
Su Bergamo news, oggi leggiamo:" Comprendiamo la stanchezza di un paese che da 51 giorni vive con i riflettori puntati in faccia. Dal canto nostro, per quanto possibile, abbiamo cercato, anche partecipando ad alcuni di questi programmi, di stare ai fatti e di ridimensionare le fantasie.(...) C'è solo un antidoto al cattivo giornalismo, ed è il buon giornalismo. In secondo luogo, l'attenzione della stampa se da un lato rischia di essere troppo invadente, dall'altro può contribuire a non far abbassare la guardia su una vicenda che ha avuto un forte impatto sulla vita di tutti. Ecco perché ci sembra eccessivo il perentorio invito degli amministratori a sgomberare il suolo pubblico di Brembate. Quello che non vorremmo si verificasse, è che il silenzio stampa, con l'andare del tempo, diventasse silenzio tout court. Questo sì che sarebbe grave."

Noi concordiamo con questa tesi.

Yara Gambirasio

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