3/9/2009 (7:47) - RETROSCENA
Alberto Stasi all'epoca dell'arresto per l'omicidio di Chiara Poggi
+ "All'ora del delitto Alberto era al pc" Scontro sulla perizia che salva Stasi
Nuova svolta del delitto di Garlasco:vacilla anche l'alibi della bicicletta
CLAUDIO BRESSANI
GARLASCO (Pv)
Le macchie di sangue che imbrattavano il pavimento della villa di Garlasco dove è stata uccisa Chiara Poggi sarebbero molto più numerose ed estese delle 3 mila individuate dall’ingegner Piero Boccardo, consulente del pm. E dunque la posizione per il fidanzato Alberto Stasi, a processo con l’accusa di averla uccisa, si fa più difficile: se già per Boccardo (che aveva simulato al computer 809.186 camminate) era impossibile non calpestare sangue, tale conclusione dovrebbe uscire a maggior ragione rafforzata dalla perizia che sta conducendo il professor Nello Balossino dell’Ateneo di Torino.
E’ stato quest’ultimo, associato di Elaborazione delle immagini alla facoltà di Scienze, ad anticipare ieri mattina al gup di Vigevano Stefano Vitelli la sua scoperta: servendosi di una nuova strumentazione che si è procurato appositamente, ha analizzato le foto della scena del crimine utilizzate da Boccardo come base per il suo studio e si è accorto che è possibile evidenziare non solo le macchie rossastre sul pavimento ma anche altre tracce ematiche, quelle di siero, che è giallino, quasi incolore, e dunque cromaticamente non risalta. Per approfondire questi accertamenti Balossino ha ottenuto dal giudice una proroga per la consegna della sua perizia, che slitta dal 30 settembre al 14 ottobre, fermo restando che l’udienza in cui si discuteranno le conclusioni rimane fissata per il 24 ottobre.
E’ evidente che, se il pavimento era ancor più imbrattato le probabilità per Alberto di attraversare il corridoio senza sporcarsi le scarpe si riducono ancora. Tali valutazioni devono essere incrociate con quelle cui è pervenuto un altro perito del giudice, il professor Francesco Ciardelli, chimico macromolecolare dell’università di Pisa, secondo il quale il materiale di cui sono costituite le suole delle Lacoste dell’imputato non ha caratteristiche di idrorepellenza. Sotto quelle scarpe non è stata trovata traccia di sangue né di Dna di Chiara, mentre è presente il Dna di Alberto.
Intanto nel fascicolo processuale è entrato anche un elemento nuovo, che ha indotto il giudice a disporre approfondimenti peritali. Si tratta di un video registrato il 5 settembre dal collegio dei consulenti della parte civile. Nella prima scena due attori, uno che interpreta Chiara e l’altro il suo assassino, muovendosi all’interno della villa di via Pascoli, sulla vera scena del crimine, simulano le varie fasi dell’aggressione e poi i movimenti compiuti dal killer, che trascina il cadavere sulle scale della cantina, va in bagno a lavarsi le mani sporche di sangue, perlustra i locali del piano terra e poi esce dalla porta.
Qui parte la seconda scena: l’assassino inforca una bicicletta e attraversa Garlasco fino a via Carducci, dove c’è la villa di Alberto Stasi. Un cronometro in un angolo del fotogramma mostra i tempi: circa 4 minuti per uccidere Chiara e 5 per coprire il tragitto. In altre parole, il fidanzato avrebbe avuto tutto il tempo di commettere il delitto nei 26 minuti di cui teoricamente disponeva, dalle 9,10, quando Chiara ha staccato l’allarme (e quando una pensionata ha notato una bici nera) alle 9,36, quando Alberto ha acceso il suo pc portatile. «Bisogna rilevare nel merito - ha scritto il giudice in un’ordinanza datata 10 settembre - che tale filmato affronta due questioni oggetto di accertamento e valutazione, la tempistica di un tragitto in bicicletta da casa Poggi a casa Stasi e la dinamica della durata dell’aggressione. Tali questioni sono oggetto anche di valutazione peritale».
la stampa 23 settembre 2009
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