PERUGIA, IL PROCESSO PER L'OMIICIDIO DELLA STUDENTESSA INGLESE
«Meredith morì in sette-dieci minuti»
L'accusa porta in aula l'«arma del delitto»
Il coltello che avrebbe ucciso mostrato in udienza. I periti: «La ragazza potrebbe aver urlato»
Ecco quello che per l'accusa è il coltello con il quale venne uccisa Meredith Kercher mentre viene mostrato nell'aula della Corte d'assise ad Amanda Knox (Ansa) |
GLI ELEMENTI SIGNIFICATIVI - Nella relazione consegnata al gip, i periti avevano comunque spiegato che larghezza e profondità di una ferita da punta e taglio dipendono da vari fattori, tra cui la forza impressa dall'aggressore e i movimenti della vittima. A loro avviso mancano quindi «elementi significativi» per dire se siano stati utilizzati uno o più coltelli. Quello sequestrato dalla squadra mobile di Perugia è stato mostrato oggi in aula durante la deposizione del professor Cingolani che per esaminarlo ha indossato guanti e mascherina. La professoressa Aprile ha invece ribadito che la Kercher ebbe una «attività sessuale» poco prima di morire, spiegando di non poter dire in base ai soli dati biologici se fosse stata consenziente o meno. A suo avviso, tuttavia, il quadro generale suggerisce che «Meredith venne uccisa in un contesto di violenza».
LE DATE - Il collegio presieduto da Giancarlo Massei esaminerà il 2 e il 3 ottobre le richieste di integrazione probatoria che potrebbero essere avanzate dalle parti. Appare scontato che diverse istanze arrivino dalle difese di Sollecito e della Knox sempre più intenzionate a chiedere una superperizia sulle tracce di Dna rilevate nelle indagini condotte dalla polizia. Dalla decisione della Corte dipenderanno i tempi per giungere alla fine del processo e quindi alla sentenza.
corriere della sera 19 settembre 2009
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