martedì 8 novembre 2011

GARLASCO, INIZIA IL PROCESSO D'APPELLO. MAMMA CHIARA POGGI: "TROVATE IL KILLER"

Lunedì 07 Novembre 2011 - 20:08

MILANO - Domani mattina Alberto Stasi ritorna a rivivere il suo «incubo». Ritorna sul banco degli imputati per difendersi dall'accusa di omicidio aggravato dalla crudeltà per il brutale massacro della sua fidanzata Chiara poggi, uccisa il 13 agosto di quattro anni fa. Una vicenda per cui, a dicembre 2009, è stato assolto in primo grado ma con formula dubitativa a causa di indagini incomplete, e che adesso si riapre. Con lui che spera di essere di nuovo giudicato innocente e con i genitori di Chiara che chiedono di sapere la verità, nome e cognome dell'assassino di loro figlia. Così alle nove in punto, in un Palazzo di Giustizia che come per i processi a Silvio Berlusconi, sarà off-limits per le telecamere e i fotografi, davanti alla seconda sezione penale della Corte d'Assise d'Appello si alzerà il sipario su quello ormai noto come il 'giallo di Garlasco'.

Udienza a porte chiuse perchè il giudizio, come era accaduto davanti al gup di Vigevano Stefano Vitelli, è con rito abbreviato. In aula quindi oltre a otto giudici, due togati e sei popolari, che dovranno emettere il verdetto, ci saranno il sostituto procuratore generale Laura Barbaini, Stasi e i Poggi con i loro rispettivi legali, ma non il pubblico e nemmeno i numerosi giornalisti. Insomma un deja-vu, come un deja-vu è l'attenzione mediatica che di giorno in giorno sta di nuovo crescendo attorno al caso. Caso che il pg Barbaini e i Poggi puntano a far riaprire per ottenere la condanna di Alberto: chiederanno nuovi accertamenti e perizie su quelli che sono ritenuti gli 'elementi cardine' dell'inchiesta per cercare di ricostruire cosa davvero accadde quella mattina di agosto di quattro anni fa nella villetta di via Pascoli.

Si va dalla simulazione dei possibili percorsi del giovane all'interno della villetta del massacro, all'esame delle suole delle scarpe Lacoste calzate dal ragazzo quando ritrovò in cadavere della fidanzata per capire se potevano trattenere o meno «tracce ematiche». Il motivo: nonostante ci fosse sangue dappertutto, dalle analisi di laboratorio, sono risultate inspiegabilmente pulite. E poi gli esami sul computer di Stasi, sul capello biondo e corto ritrovato in mezzo alla ciocca scura che Chiara stringeva tra le dita, sul «materiale» rivenuto sotto le sue unghie e infine, altra richiesta, l'ascolto il aula della registrazione della telefonata fatta da Alberto al 118 per dare l'allarme.


Tutte istanze che, se accolte dalla Corte, allungheranno i tempi del processo, in quanto si tratta di 'rifarè tutto da capo senza tener conto delle perizie disposte dal giudice Vitelli in primo grado. Altrimenti tutto andrà più spedito per arrivare entro Natale a sentenza: si comincerà con le questioni preliminari e la relazione introduttiva di Fabio Tucci, il giudice a latere che affianca il presidente Anna Conforti. Dopodichè la parola passerà all'accusa, poi alla parte civile e infine alla difesa che, innanzitutto, si opporrà alla richiesta di rinnovazione del dibattimento puntando ad intascare una nuova assoluzione. Non così i genitori di Chiara che sperano di mettere la parola fine a «una ferita rimasta sempre aperta» e di avere «giustizia, perchè lo dobbiamo a lei».
http://www.leggonline.it/articolo.php?id=147147

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