dubbi degli avvocati sul computer di Alberto come prova della sua colpevolezza
I difensori del giovane accusato dell'omicidio di Chiara Poggi sostengono l'innocenza del loro assistito
VIGEVANO (Pavia) - Alla fine di quasi dodici ore di arringhe i legali di Alberto Stasi hanno chiesto l'assoluzione del loro assistito per non aver commesso il fatto. L'imputato è accusato di omicidio aggravato dalla crudeltà della fidanzata Chiara Poggi e per questo il Pm Rosa Muscio ha chiesto la condanna a 30 anni di carcere. Il gup ha fissato una nuova udienza il 28 aprile per le contro-repliche. Per il 30, data già fissata, è attesa la sentenza. Alberto Stasi, accusato dell'omicidio di Chiara Poggi, durante una pausa del processo (Ansa)
IL COMPUTER E LE MANOMISSIONI - Nel corso della sua arringa, Angelo Giarda, il professore che guida il pool di difesa avrebbe anche sottolineato che è inutile puntare sul computer come prova di accusa verso Alberto Stasi, perché il pc del giovane dopo il delitto sarebbe stato più volte aperto dai carabinieri, alterandone quindi configurazione e tracce. Lo si apprende dall'esterno, visto che il processo si svolge a porte chiuse. Giarda avrebbe anche affrontato le questioni relative sia alla possibilità che l'omicidio sia stato commesso da due persone, sia all' ora del delitto e di conseguenza all'alibi di Alberto che ha sempre sostenuto di aver lavorato alla tesi al computer per tutta la mattina del 13 agosto.
PEDOPORNOGRAFIA - I legali hanno chiesto anche il proscioglimento del giovane dall'accusa di detenzione di materiale pedopornografico. L'udienza preliminare per questo reato si è svolta a conclusione del processo con rito abbreviato che vede Alberto imputato dell'omicidio di Chiara Poggi.
18 aprile 2009
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