Domani i Pm Rosa Muscio e Claudio Michelucci saranno i primi a prendere la parola. Sarà il giorno della richiesta di condanna per Alberto Stasi, accusato di aver ucciso Chiara Poggi nella sua casa di Garlasco.
Sicuramente verrà ribadito che gli elementi raccolti sulla scena del crimine e le stesse modalità con cui è stato commesso l'assassinio "convincono" che il responsabile non può altro che essere Alberto, cioè una persona che aveva uno stretto rapporto con Chiara. Del resto anche "l'esplosione di violenza e l'accanimento" con cui è stata uccisa la ragazza si spiega in "virtù di un coinvolgimento personale e diretto e non certo occasionale che doveva legare vittima e colpevole". Accanto a ciò la pubblica accusa, prima di formulare al gup la sua richiesta di condanna - ci si attende quella dell' ergastolo -, senza la concessione di alcuna attenuante, ripercorrerà la sua ricostruzione toccando aspetti come la "propensione maniacale" di Alberto per la pornografia, le "false dichiarazioni" riferite agli inquirenti e la scoperta delle immagini pedopornografiche ritrovate nel suo computer. Inoltre affronterà il capitolo del presunto movente e quello dell'alibi di Stasi che, a suo dire, non c'è. E ancora, tra le altre cose, le impronte digitali di lui e le tracce di Dna di lei sul dispencer nel bagno dove l'omicida è andato a lavarsi le mani, le macchioline di sangue di lei trovate sui pedali della bici di lui e l'impossibilità di non essersi sporcato le scarpe quando ha ritrovato il cadavere di lei. Argomentazioni che saranno sostenute a grandi linee anche dall'avvocato Gian Luigi Tizzoni, legale della famiglia Poggi, che prenderà la parola dopo i pm: di sicuro anche lui chiederà al gup Vitelli di non riconoscere le attenuanti generiche a Stasi visto il suo comportamento e le sue dichiarazioni "contraddittorie e omissive".
L'UNIONE SARDA 8 APRILE2009
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