lunedì 23 giugno 2008
RIFIUTI: A CHIAIANO UNA "STRANA" CALMA
Di Giancarlo Borriello
Julie News
E' semi deserto il presidio dei manifestanti anti-discarica di Chiaiano all'indomani dell'annuncio della realizzazione della discarica. Pochi sponenti dell'area no-global si aggirano sotto i tanti gazebo installati in via Cupa dei Cani, la strada d'accesso alle cave che entro tre mesi dovrebbero trasformarsi in una discarica da mille tonnellate al giorno. Si vedono invece pochi residenti e non c'e' piu' voglia di parlare. La sensazione e' che tra loro comincia a prevalere la rassegnazione.
Chiaiano: Gli irriducibili in trincea, pronti a bloccare la città
PIETRO TRECCAGNOLI
Una serata strabica e irreale. Tra piazza Titanic e Vienna. Tra il tal quale e i calci d’angolo. Ieri, l’annuncio di Bertolaso che la discarica di Chiaiano si farà in tre mesi non ha stupito nessuno. La rabbia c’era, ma controllata. E persino un po’ di speranza. Non tutto è perduto. I ragazzi dei Comitati hanno fatto allestire un maxischermo per vedere Italia-Spagna. Ma quando è cominciata l’assemblea con le relazioni del sindaco di Marano, Salvatore Perrotta (lui sotto lo schermo e l’omonimo Simone nello schermo, in campo) e del vicesindaco, Massimo Nuvoletti, reduci dall’incontro in Prefettura, la partita era già cominciata. Quindi, si faccia presto ché nessuno vuole rovinarsi pure la sfida con Torres e Villa. Per come è finita, con i due rigori sbagliati, è stata davvero la malanottata e la figlia femmina. Al presidio ci saranno state circa duecento persone. Le signore a prendere il fresco sotto i gazebo, i giovani con le biciclette, gli anziani attenti: l’occhio allo schermo, l’orecchio al microfono. Gli amministratori sono stati bravi a tenere gli animi calmi. «Nonostante l’annuncio» ha spiegato il sindaco Perrotta «il tavolo tecnico continua. Per portare la monnezza ci vogliono almeno altri tre mesi, fino ad allora c’è tutto il tempo di cambiare i termini della decisione». O di annullarla, tutti lo sperano, qualcuno lo dice. Chi temeva le cariche della polizia è stato smentito. Clima sereno, interrotto solo da un petardo lanciato dietro un gazebo da un balordo. Fumo e qualche bestemmia. I politici hanno dato appuntamento a stasera, al Comune per un consiglio ad hoc. Sono rimasti a vedere ancora qualche minuto della partita, poi sono sfilati via. Perrotta sindaco se ne va. Perrotta il centrocampista è sostituito. Qualcuno, malizioso, ne ha tratto cattivi auspici per il futuro dell’amministrazione. Con i microfoni aperti per almeno un altro quarto d’ora, hanno parlato alcune donne. La signora Concetta ha suggerito di mandare una mail alla Comunità europea e ha invitato chi era affacciato al balcone a scendere: «Non dovete venire qui solo per mangiare le ciliegie, ma per buttare il sangue tutte le sere». E giù applausi. Le furie rosse attaccavano e si mescolavano l’umido e i traversoni, la differenziata e la ripartenza. E, in modo quasi sibillino, Ivo Poggiani e Pietro Rinaldi hanno annunciato che la mobilitazione porterà la lotta al centro di Napoli. Di fatto, girava un volantino semiclandestino che annuncia per domani, alle 9.30, un raduno per una carovana lenta che blocchi un’importante arteria di Napoli. Off record si mormorava che potrebbero essere la Tangenziale o via Marina, dove dovrebbero sfilare una settantina di vetture. «Il nostro obiettivo è impedire che i camion portino monnezza nella cava» ha spiegato Rinaldi. «E useremo tutti i mezzi a nostra disposizione. In questi giorni, per esasperare gli animi non stanno raccogliendo l’immondizia a Marano». Di fatto la città è molto sporca e il caldo trasforma i rari refoli in scie putride. «Le parole di Bertolaso si autosmentiscono» ha aggiunto Poggiani. «Perché quando ammette che la cava è da bonificare e quindi inquinata, quando dice che bisogna cementare le pareti, perché a rischio crollo, quando afferma che non c’è ancora un piano trasporti credibile, ci ripete esattamente tutta una serie di dati che dicono come la cava di Chiaiano non sia idonea per una discarica». Carlo Migliaccio, consigliere comunale a Napoli, ha annunciato ricorsi al Tar e alla Procura, ma nelle dichiarazioni dei Comitati ci sono espressioni più forti: «L’ora delle parole è finita, ora è scoccata quella dei fatti». Tutti si augurano che prevalga il buonsenso. «Ma anche il buonsenso si ottiene con la lotta» ha sigillato Rinaldi.
Il Mattino 23 giugno 2008
Una serata strabica e irreale. Tra piazza Titanic e Vienna. Tra il tal quale e i calci d’angolo. Ieri, l’annuncio di Bertolaso che la discarica di Chiaiano si farà in tre mesi non ha stupito nessuno. La rabbia c’era, ma controllata. E persino un po’ di speranza. Non tutto è perduto. I ragazzi dei Comitati hanno fatto allestire un maxischermo per vedere Italia-Spagna. Ma quando è cominciata l’assemblea con le relazioni del sindaco di Marano, Salvatore Perrotta (lui sotto lo schermo e l’omonimo Simone nello schermo, in campo) e del vicesindaco, Massimo Nuvoletti, reduci dall’incontro in Prefettura, la partita era già cominciata. Quindi, si faccia presto ché nessuno vuole rovinarsi pure la sfida con Torres e Villa. Per come è finita, con i due rigori sbagliati, è stata davvero la malanottata e la figlia femmina. Al presidio ci saranno state circa duecento persone. Le signore a prendere il fresco sotto i gazebo, i giovani con le biciclette, gli anziani attenti: l’occhio allo schermo, l’orecchio al microfono. Gli amministratori sono stati bravi a tenere gli animi calmi. «Nonostante l’annuncio» ha spiegato il sindaco Perrotta «il tavolo tecnico continua. Per portare la monnezza ci vogliono almeno altri tre mesi, fino ad allora c’è tutto il tempo di cambiare i termini della decisione». O di annullarla, tutti lo sperano, qualcuno lo dice. Chi temeva le cariche della polizia è stato smentito. Clima sereno, interrotto solo da un petardo lanciato dietro un gazebo da un balordo. Fumo e qualche bestemmia. I politici hanno dato appuntamento a stasera, al Comune per un consiglio ad hoc. Sono rimasti a vedere ancora qualche minuto della partita, poi sono sfilati via. Perrotta sindaco se ne va. Perrotta il centrocampista è sostituito. Qualcuno, malizioso, ne ha tratto cattivi auspici per il futuro dell’amministrazione. Con i microfoni aperti per almeno un altro quarto d’ora, hanno parlato alcune donne. La signora Concetta ha suggerito di mandare una mail alla Comunità europea e ha invitato chi era affacciato al balcone a scendere: «Non dovete venire qui solo per mangiare le ciliegie, ma per buttare il sangue tutte le sere». E giù applausi. Le furie rosse attaccavano e si mescolavano l’umido e i traversoni, la differenziata e la ripartenza. E, in modo quasi sibillino, Ivo Poggiani e Pietro Rinaldi hanno annunciato che la mobilitazione porterà la lotta al centro di Napoli. Di fatto, girava un volantino semiclandestino che annuncia per domani, alle 9.30, un raduno per una carovana lenta che blocchi un’importante arteria di Napoli. Off record si mormorava che potrebbero essere la Tangenziale o via Marina, dove dovrebbero sfilare una settantina di vetture. «Il nostro obiettivo è impedire che i camion portino monnezza nella cava» ha spiegato Rinaldi. «E useremo tutti i mezzi a nostra disposizione. In questi giorni, per esasperare gli animi non stanno raccogliendo l’immondizia a Marano». Di fatto la città è molto sporca e il caldo trasforma i rari refoli in scie putride. «Le parole di Bertolaso si autosmentiscono» ha aggiunto Poggiani. «Perché quando ammette che la cava è da bonificare e quindi inquinata, quando dice che bisogna cementare le pareti, perché a rischio crollo, quando afferma che non c’è ancora un piano trasporti credibile, ci ripete esattamente tutta una serie di dati che dicono come la cava di Chiaiano non sia idonea per una discarica». Carlo Migliaccio, consigliere comunale a Napoli, ha annunciato ricorsi al Tar e alla Procura, ma nelle dichiarazioni dei Comitati ci sono espressioni più forti: «L’ora delle parole è finita, ora è scoccata quella dei fatti». Tutti si augurano che prevalga il buonsenso. «Ma anche il buonsenso si ottiene con la lotta» ha sigillato Rinaldi.
Il Mattino 23 giugno 2008
Decreto rifiuti, per la Ue è incostituzionale. E viene approvata la nuova direttiva in materia
Mentre oggi pomeriggio alle 18,00 è stato convocato a Marano il Consiglio Comunale straordinario dove i comitati di Chiaiano si incontreranno per rivedere le strategie alla luce dell’apertura della discarica annunciata ieri, è stata pubblicata la risposta all’interrogazione alla Commissione europea, fatta dalla parlamentare verde Monica Frassoni che chiedeva appunto se il decreto rispettasse appieno le norme comunitarie in materia di smaltimento dei rifiuti. Ecco la risposta ricevuta dalla Ue con la chiusura in cui viene ribadito che se l’Italia non si adeguerà alle norme europee la stessa sarà costretta a prendere provvedimenti:
H-0391/08Risposta della Commissione17.6.2008
La crisi dei rifiuti in Campania esiste da oltre un decennio. Finora a fronte di 7 000 tonnellate di rifiuti prodotte ogni giorno in Campania, la capacità di gestione dei rifiuti della regione è prossima allo zero.
Il 6 maggio 2008 il Collegio ha pertanto deciso di deferire l’Italia alla Corte di giustizia per la mancata creazione di una rete sufficiente di impianti di trattamento dei rifiuti conformi alle norme comunitarie accompagnata da una strategia coerente a lungo termine per la gestione dei rifiuti allo scopo di incentivare il riciclaggio e la raccolta differenziata dei rifiuti.
La Commissione sa che l’Italia sta tentando seriamente di risolvere la crisi dei rifiuti a Napoli e l’Italia è consapevole che si è ora raggiunto il punto di non ritorno. Il nuovo decreto legge n. 90 del 23 maggio 2008 presentato alla Commissione in una riunione tecnica il 30 maggio 2008 pare un passo rigoroso nella giusta direzione, in quanto formula piani e obiettivi obbligatori per la raccolta differenziata dei rifiuti e prevede nuove infrastrutture per i rifiuti quali ulteriori discariche e inceneritori.Tuttavia la Commissione ha già espresso a livello tecnico la sua viva preoccupazione per le disposizioni contenute nel nuovo decreto che consentono ampie deroghe alle norme comunitarie, in particolare alcune disposizioni chiave della direttiva sulle discariche 1999/31/CE[1] e di altre direttive.Anche laddove la situazione appare difficile, le autorità italiane devono rispettare la legislazione comunitaria in materia ambientale. Il rispetto dell’acquis non è un esercizio burocratico. La normativa comunitaria in materia ambientale stabilisce un quadro per la tutela della salute umana e dell’ambiente. Sarebbe paradossale se, per affrontare rischi di carattere sanitario abreve termine, fossero nuovamente messi in pericolo la salute umana e l’ambiente ad esempio per la mancata applicazione di disposizioni chiave della direttiva sulle discariche che prevedono obblighi sanitari di lungo periodo che dipendono dalla natura, pericolosa o non pericolosa, dei rifiuti destinati a discarica. La Commissione è disposta ad aiutare l’Italia nell’individuare taluni meccanismi di flessibilità previsti da altri atti della legislazione comunitaria, compresa la direttiva sulla valutazione d’impatto ambientale[2], per aiutare l’Italia ad affrontare l’attuale crisi senza violare la normativa comunitaria. Tuttavia la Commissione, in quanto custode dei trattati, manterrà fermamente la sua posizione secondo cui non sarà permessa alcuna deroga a qualsiasi elemento vincolante dell’acquis. Il decreto legge del 23 maggio 2008 è ora all’esame del Parlamento italiano per essere convertito in legge e la Commssione esaminerà attentamente il testo approvato in via definitiva. Qualora l’Italia varasse un atto legislativo che consenta indebite deroghe all’acquis, la Commissione non avrà altra scelta che l’adozione di un procedimento a norma dell’articolo 226 del trattato.[1] GU L 182 del 16.7.1999, pag. 1.[2] Direttiva 85/337/CEE del Consiglio del 27 giugno 1985 concernente la valutazione dell’impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati, GU L 175 del 5.7.1985 quale modificata dalla direttiva del Consiglio 97/11/CE del 3 marzo 1997, GU L 73 del 14.3.1997 e dalla direttiva 2003/35/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 maggio 2003, che prevede la partecipazione del pubblico nell’elaborazione di taluni piani e programmi in materia ambientale e modifica le direttive del Consiglio 85/337/CEE e 96/61/CE relativamente alla partecipazione del pubblico e all’accesso alla giustizia, GU L 156.
E’ da sottolineare che nei medesimi giorni in cui veniva redatta la risposta era approvato in seno al Consiglio veniva approvata la direttiva di gestione dei rifiuti che prevede in sintesi:
nuovi obiettivi in materia di riciclaggio che gli Stati membri dovranno conseguire entro il 2020, con tassi di riciclaggio del 50% per i rifiuti domestici e simili e del 70% per i rifiuti di costruzione e demolizione;
rafforza le disposizioni in materia di prevenzione dei rifiuti imponendo agli Stati membri l’obbligo di elaborare programmi nazionali di prevenzione dei rifiuti e impegnando la Commissione a riferire sulle politiche di prevenzione e a fissare obiettivi in questo ambito;
stabilisce una chiara “gerarchia” in cinque fasi delle opzioni di gestione dei rifiuti, in base alla quale la prevenzione è la soluzione privilegiata, seguita dal riutilizzo, dal riciclaggio, da altre forme di recupero e dallo smaltimento sicuro come ultima ratio;
chiarisce un numero di definizioni importanti, quali il riciclaggio, il recupero e lo stesso concetto di “rifiuto”. In particolare la direttiva distingue tra rifiuti e sottoprodotti e stabilisce quando un rifiuto – sottoposto a riciclaggio o ad altro trattamento – cessi di essere tale
La nuova direttiva consentirà inoltre di semplificare la legislazione UE sui rifiuti, sostituendo tre direttive in vigore: l’attuale direttiva quadro sui rifiuti, la direttiva sui rifiuti pericolosi e la direttiva sugli oli usati.
Fonte ecoblog.it 23 giugno 2008
venerdì 20 giugno 2008
Inchiesta rifiuti, confermati i 25 arresti
La decisione del gip collegiale: fondato l'impianto accusatorio
Sono state confermate dal nuovo organo collegiale, composto da tre giudici per le indagini preliminari, istituito dal recente decreto del governo, le misure cautelari sia agli arresti domiciliari sia quelle interdittive nei confronti dei 25 indagati (tra i quali la vice di Bertolaso, Marta Di Gennaro, responsabili degli impianti di cdr, dirigenti Fibe) accusati di presunti illeciti nello smaltimento dei rifiuti in Campania. Lo ha reso noto ieri il procuratore Giovandomenico Lepore. «Il positivo vaglio giurisdizionale effettuato da diversi organi del Tribunale, per un totale di dieci giudici, conferma - ha sottolinea il procuratore a margine di una conferenza stampa su trenta fermi eseguiti in materia di terrorismo internazionale - la fondatezza dell'impianto accusatorio». Ecco le motivazioni che hanno spinto il gip collegiale (in questo caso la sezione era composta dai gip Antonella Terzi, Giuseppe Ciampa e Nicola Miraglia del Giudice) ad assumere questa decisione: «Vanno integralmente condivise le argomentazioni svolte dal gip nell'ordinanza impositiva della misura e ribadite in quella con la quale la stessa veniva attenuata per taluni indagati. L'impianto accusatorio ha poi ricevuto un'ulteriore collaborazione dagli esiti degli interrogatori di garanzia di numerosi indagati, in particolari dalle ammissioni dei sette capi-impianto, che hanno riferito dell'effettivo malfunzionamento di alcuni macchinari installati negli impianti di selezione dei rifiuti della Fisia, di sergio asprone e di Dino Di Battista, che hanno parlato dell'omesso o comunque non corretto funzionamento della frazione umida». Accuse corroborate anche dalle dichiarazioni di altri indagati «che hanno convenuto sul cattivo stato degli impianti e dei macchinari - a loro noto - e hanno indicato responsabilità correnti».
Il mattino 19 giugno 2008
Chiaiano, attesa tra rabbia e rassegnazione. La decisione nel giorno di Italia-Spagna
Sarà un caso, ripetono a Chiaiano, ma le date per l'annuncio definitivo sull'apertura della discarica nella cava del Poligono coincide sempre con una partita decisiva della Nazionale di Donadoni. Sarà così anche per domenica prossima. A Poggio Vallesana in questi giorni, l'atmosfera è sonnacchiosa e prudente. Il presidio a Cupa del Cane è sempre lì. I gazebo pure. Per oggi, alle 19, è prevista una conferenza stampa (nella sala consiliare di Marano) dei tecnici che per conto della gente di Chiaiano e Marano partecipano agli incontri con quelli di Guido Bertolaso. Le posizioni sono sempre le stesse: questa discrica non s'ha da fare per tutta una serie di rischi ai quali sarebbe esposto chi vive nella zona. In pratica il tufo non da garanzie. «Ma anche se ci sarà l'annuncio che tutto è stato risolto» annuncia Ivo Poggiani, uno dei leader dei Comitati «non andremo a casa. La partita non si chiude unilateralmente». Ancora più preoccupata è la gente comune, le donne e le mamme della zona. La discreta, ma continua presenza, della polizia e l'arrivo, a ondate, delle telecamere dei media impensieriscono. Si teme sempre un blitz. Intanto, la mobilitazione anti-discariche si allarga nella provincia. Una marcia popolare da Acerra a Napoli per uscire dall'emergenza rifiuti in Campania. È «I 1000 del Si», l'iniziativa promossa per sabato dal coordinamento regionale rifiuti della Campania e dalla Rete Campana Salute e Ambiente. «La marcia - si legge in una nota diffusa dai promotori - vuole dimostrare che per ogni no che opponiamo a scelte sbagliate, come megadiscariche ed inceneritori, esistono tanti si a provvedimenti efficaci e ragionevoli per togliere l'immondizia dalle strade senza danneggiare ulteriormente il territorio regionale e così uscire definitivamente dall'emergenza». Tra le proposte avanzate dalle associazioni la riduzione immediata di imballaggi e monouso superflui, l'avvio della raccolta differenziata porta a porta a partire dalla separazione tra secco e umido, la realizzazione di impianti di compostaggio, la riconversione degli impianti cdr in strutture per il trattamento meccanico-biologico e la bonifica dei territori devastati dai rifiuti tossici.
Il mattino 19 giugno 2008
Il mattino 19 giugno 2008
San giorgio la Molara:«Il sito è inquinante». Protesta il Comune. Italia dei Valori: l'area fu accantonata perché non idonea
Reazioni alla scelta del commissariato per lo stoccaggio di ecoballe a San Giorgio la Molara
Protesta il Comune. Italia dei Valori: l'area fu accantonata perché non idonea
Il sito per le ecoballe a San Giorgio La Molara suscita sempre più allarme. Il sindaco Antonio Vella è categorico: «Attendiamo l'esito delle analisi di Asl e Arpac, perchè siamo convinti che il sito è inutilizzabile». L'esito delle analisi si avrà fra una settimana. Nel frattempo la localizzazione di questo sito, da parte del Commissariato straordinario all'emergenza rifiuti, è stata accolta con profonda preoccupazione alla Rocca dei Rettori. Ieri nessuna dichiarazione ufficiale, ma sia il presidente Aniello Cimitile che l'assessore delegato all'ambiente Gianluca Aceto, hanno cercato di avere maggiori e più dettagliate notizie dal Commissariato, che non li aveva informati preventivamente sulla scelta del sito. L'argomento sarà discusso oggi in prefettura in un vertice già convocato sull'impianto di compostaggio di Molinara. Intanto, in una nota, Italia dei valori afferma: «Il nostro partito, da sempre attento alle problematiche riguardanti il territorio sannita,attraverso la segreteria provinciale ed il consigliere provinciale Michele Maddalena, intende esprimere il proprio monito accorato alle istituzioni tutte e non solo, affinché il Sannio non continui ad essere oggetto di "scippi" imprevisti ed inspiegabili, nonché destinatario di "regali" indesiderati calati dall'alto. A tal proposito, tra i possibili regali non graditi alla popolazione sannita, figura l'ordinanza n. 303 del 16 giugno 2008 del Consiglio dei Ministri, secondo la quale il Governo ha individuato un'area di San Giorgio La Molara al fine di trasformarla in un eventuale sito di stoccaggio per ecoballe. Tale problematica, peraltro, già affrontata anni orsono, fu immediatamente accantonata sulla base dei risultati scaturiti da un'attenta analisi della zona, dopo i rilievi tecnici. L'apparizione prepotente e sempre più nitida dello spettro di una questione che oramai sembrava scongiurata, non può che infondere sospetto e paura tra i residenti di San Giorgio La Molara». La nota ricorda che il sito è ubicato, nei presi di acquedotti eroganti la zona di Ginestra degli Schiavoni e San Giorgio La Molara e nelle vicinanze di un lago naturale, che da anni rappresenta il fiore all'occhiello del paesaggio sangiorgese. Italia dei Valori chiede alle Istituzioni locali e centrali di tutelare il territorio sannita.
Protesta il Comune. Italia dei Valori: l'area fu accantonata perché non idonea
Il sito per le ecoballe a San Giorgio La Molara suscita sempre più allarme. Il sindaco Antonio Vella è categorico: «Attendiamo l'esito delle analisi di Asl e Arpac, perchè siamo convinti che il sito è inutilizzabile». L'esito delle analisi si avrà fra una settimana. Nel frattempo la localizzazione di questo sito, da parte del Commissariato straordinario all'emergenza rifiuti, è stata accolta con profonda preoccupazione alla Rocca dei Rettori. Ieri nessuna dichiarazione ufficiale, ma sia il presidente Aniello Cimitile che l'assessore delegato all'ambiente Gianluca Aceto, hanno cercato di avere maggiori e più dettagliate notizie dal Commissariato, che non li aveva informati preventivamente sulla scelta del sito. L'argomento sarà discusso oggi in prefettura in un vertice già convocato sull'impianto di compostaggio di Molinara. Intanto, in una nota, Italia dei valori afferma: «Il nostro partito, da sempre attento alle problematiche riguardanti il territorio sannita,attraverso la segreteria provinciale ed il consigliere provinciale Michele Maddalena, intende esprimere il proprio monito accorato alle istituzioni tutte e non solo, affinché il Sannio non continui ad essere oggetto di "scippi" imprevisti ed inspiegabili, nonché destinatario di "regali" indesiderati calati dall'alto. A tal proposito, tra i possibili regali non graditi alla popolazione sannita, figura l'ordinanza n. 303 del 16 giugno 2008 del Consiglio dei Ministri, secondo la quale il Governo ha individuato un'area di San Giorgio La Molara al fine di trasformarla in un eventuale sito di stoccaggio per ecoballe. Tale problematica, peraltro, già affrontata anni orsono, fu immediatamente accantonata sulla base dei risultati scaturiti da un'attenta analisi della zona, dopo i rilievi tecnici. L'apparizione prepotente e sempre più nitida dello spettro di una questione che oramai sembrava scongiurata, non può che infondere sospetto e paura tra i residenti di San Giorgio La Molara». La nota ricorda che il sito è ubicato, nei presi di acquedotti eroganti la zona di Ginestra degli Schiavoni e San Giorgio La Molara e nelle vicinanze di un lago naturale, che da anni rappresenta il fiore all'occhiello del paesaggio sangiorgese. Italia dei Valori chiede alle Istituzioni locali e centrali di tutelare il territorio sannita.
Rifiuti: parte il conto alla rovescia
NAPOLI - Conto alla rovescia in Campania per eliminare le circa tredicimila tonnellate di rifiuti accumulati soprattutto nelle periferie di Napoli, nel Giuglianese e nell'area vesuviana. Proseguono intanto i roghi dolosi ai cumuli di immondizia ammassati sui marciapiedi. Il caldo, soprattutto degli ultimi giorni, non facilita certamente le cose, anche se l'apertura della discarica di Savignano Irpino in provincia di Avellino, dovrebbe dare un po' di respiro. Tra domenica e lunedì dovrebbe inoltre aprire anche il sito di Sant'Arcangelo Trimonte, nel beneventano, e a breve potrebbe arrivare il via libera all’apertura di sito di Chiaiano, ritenuto idoneo dai tecnici del commissariato.
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http://www.cuorenormanno.it/
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mercoledì 18 giugno 2008
Rifiuti, sostanze radioattive ad Acerra
Chiaiano, voci contro la discarica
Indaga la Procura: cliniche e studi privati nel mirino Spunta così un altro business
di Antonio Corbo
Ancora tracce di sostanze radioattive. Ancora Acerra. Ancora allarmi in questa infinita emergenza. Alle 16 di ieri l´ultimo cumulo di materiali pericolosi smaltiti da centri privati è stato scoperto dai Vigili del Fuoco. Hanno specialisti e mezzi sofisticati per individuarli. È il quarto sequestro in otto giorni: da Acerra arrivavano anche i due camion con "Iodio 131" bloccati nei pressi della discarica di Savignano, appena aperta in provincia di Avellino. I rifiuti sanitari ritrovati fanno scoprire l´ultimo business che sparge paura e veleni in Campania: lo smaltimento clandestino di lastre, isotopi e forniture mediche.Il procuratore Giandomenico Lepore ha già aperto un fascicolo. Indagini sono già scattate ad Acerra per scoprire il centro privato o la casa di cura che di nascosto infilano nei cumuli di immondizia sacchi neri con rifiuti sanitari, della categoria "speciali" che andrebbero invece affidati a ditte autorizzate. L´Arpac ha già consegnato una bozza di piano per i rifiuti speciali, ma la Regione non l´ha ancora adottato. Attende forse il parere Vas (valutazione ambientale strategica). Un vuoto normativo che rischia di favorire l´illegalità. I Vigili del Fuoco contano fino a cento interventi al giorno per spegnere roghi. Dopo la segnalazione dei tedeschi che avevano scoperto tracce di radioattività nei rifiuti spediti in treno, fu costituita una task force di specialisti: ai 5 che partecipano ai controlli preventivi delle discariche, si sono aggiunti 12 per le verifiche negli spazi ferroviari e nei siti di trasferenza. I loro certificati sono i soli considerati validi e credibili dalle autorità tedesche. Allo scalo di Marcianise l´otto giugno i primi materiali radioattivi ("Iodio 131") trovati dal comando provinciale di Napoli. Il prefetto Giuseppe Pecoraro, capo del dipartimento al Viminale, ordinò di informare subito il Commissariato di Bertolaso e tenere segreta la notizia. Tre giorni dopo, l´11, fu ritrovato un altro isotopo, "Indio 113", usato nella diagnosi per immagini di alcuni tumori, in un capannone di Acerra. Il 13 giugno ben due i ritrovamenti, ieri l´ultimo nello stesso capannone, sempre "Iodio 131". I controlli sono estesi ad Acerra, Pomigliano e Ponticelli. Ma solo ad Acerra si trovano residui radioattivi. Il sindaco Espedito Marletta ha chiesto a Bertolaso la rimozione urgente dai siti di via Pantano di tutti i rifiuti stoccati. Probabile che la Procura chieda subito i rapporti dei Vigili del Fuoco, che il Commissariato rifiuti ha già ricevuto. Sorprende che tra gli specialisti dei vigili e i militari non vi sia ancora adeguato coordinamento. Fino a ieri si sapeva solo del blitz dei militari a Savignano.
L´inchiesta si allargherà a tutto il business dei rifiuti sanitari: la regione ne produce oltre settemila tonnellate l´anno. La maggior parte il Cardarelli e l´Asl 1. Antonio Pedicini, presidente di Arsan, che coordina la sanità campana, ha chiesto alle Asl di compilare i questionari. Vuole un censimento sempre aggiornato per controllare i centri privati convenzionati: come smaltiscono tutto il materiale usato?Il Cardarelli ha un ciclo corretto. Esaminarlo consente di capire quanto sia ampio il vantaggio economico per i privati che violano le procedure. Con il direttore generale Enrico Iovino, sia il direttore amministrativo (Gino Patrone) che quello medico (Franco Paradiso) vigilano giorno per giorno. «Un milione di chili l´anno, costo un euro al chilo», la sintesi dell´impegno. Si rispettano i codici Cer (Catalogo europeo rifiuti) raccogliendo in cartone giallo il 54 per cento (materiali di corsia, sangue, cateteri), il 36 per cento con codice 180106 i residui pericolosi o tossici (come citostatici e sale operatorie), per il restante 10 farmaci o batterie. L´appalto è di "Ecologica Sud", la stessa che opera per il Santobono, la Finanza e le questure. I rifiuti ospedalieri vanno in un centro di sterilizzazione (10 per cento) della stessa "Ecologica Sud", il resto negli inceneritori di Melfi ("Fenicia"), Taranto ("Ecologica Taranto") e Cerignola ("Ecocapitanata"). La stessa società fu chiamata a rilevare su richiesta dell´Arpac 90 quintali di rifiuti pericolosi bruciati di nascosto a Miano. Non si è mai saputo da chi. I costi sono alti: un euro al chilo, il trasporto costa 0,45. Spese che tutta la sanità pubblica regionale affronta. E gli altri? L´ad di Ecologica Sud, Bruno Cesaro, tace. Si limita a dire che come la sua operano altre dieci aziende.
Indaga la Procura: cliniche e studi privati nel mirino Spunta così un altro business
di Antonio Corbo
Ancora tracce di sostanze radioattive. Ancora Acerra. Ancora allarmi in questa infinita emergenza. Alle 16 di ieri l´ultimo cumulo di materiali pericolosi smaltiti da centri privati è stato scoperto dai Vigili del Fuoco. Hanno specialisti e mezzi sofisticati per individuarli. È il quarto sequestro in otto giorni: da Acerra arrivavano anche i due camion con "Iodio 131" bloccati nei pressi della discarica di Savignano, appena aperta in provincia di Avellino. I rifiuti sanitari ritrovati fanno scoprire l´ultimo business che sparge paura e veleni in Campania: lo smaltimento clandestino di lastre, isotopi e forniture mediche.Il procuratore Giandomenico Lepore ha già aperto un fascicolo. Indagini sono già scattate ad Acerra per scoprire il centro privato o la casa di cura che di nascosto infilano nei cumuli di immondizia sacchi neri con rifiuti sanitari, della categoria "speciali" che andrebbero invece affidati a ditte autorizzate. L´Arpac ha già consegnato una bozza di piano per i rifiuti speciali, ma la Regione non l´ha ancora adottato. Attende forse il parere Vas (valutazione ambientale strategica). Un vuoto normativo che rischia di favorire l´illegalità. I Vigili del Fuoco contano fino a cento interventi al giorno per spegnere roghi. Dopo la segnalazione dei tedeschi che avevano scoperto tracce di radioattività nei rifiuti spediti in treno, fu costituita una task force di specialisti: ai 5 che partecipano ai controlli preventivi delle discariche, si sono aggiunti 12 per le verifiche negli spazi ferroviari e nei siti di trasferenza. I loro certificati sono i soli considerati validi e credibili dalle autorità tedesche. Allo scalo di Marcianise l´otto giugno i primi materiali radioattivi ("Iodio 131") trovati dal comando provinciale di Napoli. Il prefetto Giuseppe Pecoraro, capo del dipartimento al Viminale, ordinò di informare subito il Commissariato di Bertolaso e tenere segreta la notizia. Tre giorni dopo, l´11, fu ritrovato un altro isotopo, "Indio 113", usato nella diagnosi per immagini di alcuni tumori, in un capannone di Acerra. Il 13 giugno ben due i ritrovamenti, ieri l´ultimo nello stesso capannone, sempre "Iodio 131". I controlli sono estesi ad Acerra, Pomigliano e Ponticelli. Ma solo ad Acerra si trovano residui radioattivi. Il sindaco Espedito Marletta ha chiesto a Bertolaso la rimozione urgente dai siti di via Pantano di tutti i rifiuti stoccati. Probabile che la Procura chieda subito i rapporti dei Vigili del Fuoco, che il Commissariato rifiuti ha già ricevuto. Sorprende che tra gli specialisti dei vigili e i militari non vi sia ancora adeguato coordinamento. Fino a ieri si sapeva solo del blitz dei militari a Savignano.
L´inchiesta si allargherà a tutto il business dei rifiuti sanitari: la regione ne produce oltre settemila tonnellate l´anno. La maggior parte il Cardarelli e l´Asl 1. Antonio Pedicini, presidente di Arsan, che coordina la sanità campana, ha chiesto alle Asl di compilare i questionari. Vuole un censimento sempre aggiornato per controllare i centri privati convenzionati: come smaltiscono tutto il materiale usato?Il Cardarelli ha un ciclo corretto. Esaminarlo consente di capire quanto sia ampio il vantaggio economico per i privati che violano le procedure. Con il direttore generale Enrico Iovino, sia il direttore amministrativo (Gino Patrone) che quello medico (Franco Paradiso) vigilano giorno per giorno. «Un milione di chili l´anno, costo un euro al chilo», la sintesi dell´impegno. Si rispettano i codici Cer (Catalogo europeo rifiuti) raccogliendo in cartone giallo il 54 per cento (materiali di corsia, sangue, cateteri), il 36 per cento con codice 180106 i residui pericolosi o tossici (come citostatici e sale operatorie), per il restante 10 farmaci o batterie. L´appalto è di "Ecologica Sud", la stessa che opera per il Santobono, la Finanza e le questure. I rifiuti ospedalieri vanno in un centro di sterilizzazione (10 per cento) della stessa "Ecologica Sud", il resto negli inceneritori di Melfi ("Fenicia"), Taranto ("Ecologica Taranto") e Cerignola ("Ecocapitanata"). La stessa società fu chiamata a rilevare su richiesta dell´Arpac 90 quintali di rifiuti pericolosi bruciati di nascosto a Miano. Non si è mai saputo da chi. I costi sono alti: un euro al chilo, il trasporto costa 0,45. Spese che tutta la sanità pubblica regionale affronta. E gli altri? L´ad di Ecologica Sud, Bruno Cesaro, tace. Si limita a dire che come la sua operano altre dieci aziende.
La Repubblica 17 giugno 2008
CHIAIANO: LA VOCE DEGLI ABITANTI
Chiaiano, la voce degli abitanti
di Conchita Sannino
Chiaiano, si avvicina il giorno della verità. E Repubblica torna a dare voce alle ragioni del vasto popolo che si oppone alla realizzazione della discarica nel cuore del Parco delle colline. Abbiamo raccolto testimonianze argomentate e posizioni pacate. Il cui comune denominatore è un no senza se e senza ma contro l'ipotesi dello sversatoio da 700mila tonnellate. Continua intanto a raccogliere firme e consensi l'appello firmato da artisti, scrittori, intellettuali e cittadini sulla lotta contro il "Mostro", non in quanto discarica, ma inteso come "gestione commissarile dei rifiuti". A lanciarlo su Repubblica, lo scrittore Maurizio Braucci lo scorso 11 giugno.
Scorrono quindi gli utimi giorni di dialogo tra lo staff del sottosegretario Guido Bertolaso e i comitati di lotta di Chiaiano. E' previsto un incontro, ritenuto "ancora interlocutorio" secondo la definizione che ne danno a Palazzo Salerno, tra i rappresentanti del no alla discarica e Marcello Fiori, il capomissione della struttura che fa capo a Bertolaso. È prevista comunque entro il fine settimana l'assunzione formale della decisione di aprire la discarica. Il responso sostanziale sulla "ideoneità"della cava a nord di Napoli, d'altro canto, era stata già annunciata da Repubblica ed in precedenza anticipata dallo stesso premier Berlusconi ("Siamo praticamente sicuri della idoneità del sito", ha detto in due occasioni). Dai numerosi accertamenti finora eseguiti risulta già che non esisterebbe il rischio di inquinamento della falda acquifera: tra la risorsa idrica e il "pavimento" della futura discarica vi sarebeb infatti un diaframma di circa 27 metri, mentre il minimo richiesto dall'Unione europea è di 4 metri. Nell'ultimo vertice guidato da Berlusconi alla Prefettrua di Napoli, ilpremier avrebbe anche ipotizzato che la discarica di Chiaiano potrebbe essere pronta, con la prima vasca, entro tre mesi. Restano tuttavia da integrare i risultati dell'ultimo esame richiesto dai tecnici dei comitati: ovvero la "direzione" della falda acquifera. Da dove parte a dove arriva. L'ultimo risultato dovrebbe essere pronto tra mercoledì e giovedì. Tra venerdì e domenica potrebbe dunque scattare l'ora X per comunicare ai cittadini l'esito finale sulla futura discarica.
Una rivoltosa paziente
Gentile "Repubblica",
sono una madre di famiglia e un'onesta lavoratrice. Sto manifestando da molte settimane contro l'apertura della discarica a Chiaiano-Marano. Credo nella forza delle idee e delle parole, nostre uniche armi spuntate e con queste sto manifestando pacificamente insieme alle tantissime persone che hanno a cuore la salute e il futuro dei figli e del territorio. La terra campana trasuda veleno da ogni zolla, contaminata da rifiuti tossici e urbani. La discarica che vorrebbero aprire si trova a poca distanza da quelle di Pianura, Villaricca e Giugliano. A Villaricca, ve ne sono due, ormai sature, una delle quali (mi auguro che sia stata bonificata) è situata ad un centinaio di metri da una scuola in costruzione che accoglierà bambini della materna, elementare e media. Noi e i nostri figli viviamo su una polveriera tossica, creata da gente senza scrupoli, avida di potere e di denaro e grazie anche all'incapacità di una classe politica ipocrita ed inetta
I giornali scrivono che siamo strumentalizzati dalla camorra. Per quanto mi riguarda ho la capacità di pensare e agire con la mia testa e secondo la mia coscienza di donna libera. Scrivono che nessuno si è mai ribellato all'apertura di discariche abusive. Ma lo Stato ha mai vigilato? Ha controllato, ha represso il fenomeno? Chi si ribella viene lasciato solo al suo destino e voi cronisti lo sapete bene. Vi dice niente il nome di Giancarlo Siani, mio conterraneo e vostro collega? Nel più felice dei casi chi si ribella vive sotto scorta. O anche il nome Saviano non vi dice niente?
Parlate delle "cape pazze" che rovesciano cassonetti e alzano barricate. Ma ci siamo mai chiesti chi ha fatto impazzire queste "cape"? Chi li ha veramente ascoltate? Queste "cape" sono il frutto del massacro che i potenti perpetrano ogni giorno sulla pelle dei più deboli, su chi non ha più speranze né fiducia.
di Conchita Sannino
Chiaiano, si avvicina il giorno della verità. E Repubblica torna a dare voce alle ragioni del vasto popolo che si oppone alla realizzazione della discarica nel cuore del Parco delle colline. Abbiamo raccolto testimonianze argomentate e posizioni pacate. Il cui comune denominatore è un no senza se e senza ma contro l'ipotesi dello sversatoio da 700mila tonnellate. Continua intanto a raccogliere firme e consensi l'appello firmato da artisti, scrittori, intellettuali e cittadini sulla lotta contro il "Mostro", non in quanto discarica, ma inteso come "gestione commissarile dei rifiuti". A lanciarlo su Repubblica, lo scrittore Maurizio Braucci lo scorso 11 giugno.
Scorrono quindi gli utimi giorni di dialogo tra lo staff del sottosegretario Guido Bertolaso e i comitati di lotta di Chiaiano. E' previsto un incontro, ritenuto "ancora interlocutorio" secondo la definizione che ne danno a Palazzo Salerno, tra i rappresentanti del no alla discarica e Marcello Fiori, il capomissione della struttura che fa capo a Bertolaso. È prevista comunque entro il fine settimana l'assunzione formale della decisione di aprire la discarica. Il responso sostanziale sulla "ideoneità"della cava a nord di Napoli, d'altro canto, era stata già annunciata da Repubblica ed in precedenza anticipata dallo stesso premier Berlusconi ("Siamo praticamente sicuri della idoneità del sito", ha detto in due occasioni). Dai numerosi accertamenti finora eseguiti risulta già che non esisterebbe il rischio di inquinamento della falda acquifera: tra la risorsa idrica e il "pavimento" della futura discarica vi sarebeb infatti un diaframma di circa 27 metri, mentre il minimo richiesto dall'Unione europea è di 4 metri. Nell'ultimo vertice guidato da Berlusconi alla Prefettrua di Napoli, ilpremier avrebbe anche ipotizzato che la discarica di Chiaiano potrebbe essere pronta, con la prima vasca, entro tre mesi. Restano tuttavia da integrare i risultati dell'ultimo esame richiesto dai tecnici dei comitati: ovvero la "direzione" della falda acquifera. Da dove parte a dove arriva. L'ultimo risultato dovrebbe essere pronto tra mercoledì e giovedì. Tra venerdì e domenica potrebbe dunque scattare l'ora X per comunicare ai cittadini l'esito finale sulla futura discarica.
Una rivoltosa paziente
Gentile "Repubblica",
sono una madre di famiglia e un'onesta lavoratrice. Sto manifestando da molte settimane contro l'apertura della discarica a Chiaiano-Marano. Credo nella forza delle idee e delle parole, nostre uniche armi spuntate e con queste sto manifestando pacificamente insieme alle tantissime persone che hanno a cuore la salute e il futuro dei figli e del territorio. La terra campana trasuda veleno da ogni zolla, contaminata da rifiuti tossici e urbani. La discarica che vorrebbero aprire si trova a poca distanza da quelle di Pianura, Villaricca e Giugliano. A Villaricca, ve ne sono due, ormai sature, una delle quali (mi auguro che sia stata bonificata) è situata ad un centinaio di metri da una scuola in costruzione che accoglierà bambini della materna, elementare e media. Noi e i nostri figli viviamo su una polveriera tossica, creata da gente senza scrupoli, avida di potere e di denaro e grazie anche all'incapacità di una classe politica ipocrita ed inetta
I giornali scrivono che siamo strumentalizzati dalla camorra. Per quanto mi riguarda ho la capacità di pensare e agire con la mia testa e secondo la mia coscienza di donna libera. Scrivono che nessuno si è mai ribellato all'apertura di discariche abusive. Ma lo Stato ha mai vigilato? Ha controllato, ha represso il fenomeno? Chi si ribella viene lasciato solo al suo destino e voi cronisti lo sapete bene. Vi dice niente il nome di Giancarlo Siani, mio conterraneo e vostro collega? Nel più felice dei casi chi si ribella vive sotto scorta. O anche il nome Saviano non vi dice niente?
Parlate delle "cape pazze" che rovesciano cassonetti e alzano barricate. Ma ci siamo mai chiesti chi ha fatto impazzire queste "cape"? Chi li ha veramente ascoltate? Queste "cape" sono il frutto del massacro che i potenti perpetrano ogni giorno sulla pelle dei più deboli, su chi non ha più speranze né fiducia.
In questi giorni al presidio ho indossato magliette con messaggi contro le mafie, per la cultura alla Legalità, per chiedere l'avvio della raccolta differenziata (che faccio da molti anni e chi sa dove va a finire).
Ho fatto appelli, tramite giornali e televisioni presenti al presidio, ai Magistrati dell'affare "rompiballe" perché i responsabili di questa vergogna planetaria vengano individuati al più presto e messi in galera. Ma le tantissime voci di cittadini pacifici, democratici, attenti al Bene comune, non sono arrivate. I giornali ovviamente "tirano" di più se pubblicano foto di "votta votta", scontri e feriti. Cosi come le tivù fanno più audience se trasmettono scene di guerriglia.
Circa un mese fa, io ci sono stata nella Selva, a visitare le cave. Ho toccato la terra: è leggera, porosa, l'ho sentita viva fra le mie dita. In nome di Dio, aiutateci a non far avvelenare anche quella! Lì deve essere realizzato il Parco delle Colline, ultima macchia di verde pubblico.
Io ci sarò ancora al presidio, a manifestare pacificamente la mia impotenza, la mia rabbia, ma soprattutto il mio dolore per questa città martoriata. Ci sarò ancora a manifestare il mio sacrosanto diritto al dissenso contro la legalizzazione del massacro di una collettività. E se c'è stato un patto scellerato tra amministratori pubblici, politici e antistato, io vorrei chiedere a questi individui se avranno mai il coraggio di dire un giorno ai propri figli, che anche loro hanno partecipato al saccheggio del patrimonio pubblico. Dal canto mio, potrò guardare sempre le mie figlie e i miei alunni senza dovermi vergognare.
Cordiali saluti.
Matilde Cusano
(maestra elementare)
* * *
LETTERA al Presidente
Caro Presidente del Consiglio,
mi consenta di darle del tu. Sono un privato cittadino del Paese di cui hai assunto il governo; anche se non mi conosci, il tuo poderoso ufficio Promozionale ha inviato nel marzo 2008 a questo cittadino un messaggio elettorale per illuminarlo sugli innumerevoli danni provocati da un'amministrazione di sinistra quale quella che ha governato per ben 5 lustri la regione dove, insieme a tanti altri (oltre 5.000.000) ho avuto la (s)ventura di nascere e, almeno fino ad ora, vivere.
Nel tuo scritto ribadivi l'impegno a "liberare Napoli e la Campania dalla montagna di rifiuti sotto la quale la classe dirigente del Pd Prodi, Bassolino, Iervolino le hanno sepolte". Lamentavi, inoltre, che questi stessi politici avevano ancora l'arroganza di non presentare le dimissioni considerando noi cittadini come loro sudditi.
Le elezioni ti hanno dato ragione. Dopo quel voto ti abbiamo visto vincitore e, a Napoli, uomo di Stato. Hai presentato qui le tue priorità di programma e i tuoi decreti di legge e, da civile abitante di questa regione, non truffaldino, non rivoltoso, non camorrista, per qualche istante ho nutrito l'illusione di poter riconoscere in essi le nostre priorità, le nostre leggi. Solo per qualche istante purtroppo, perchè mi sono ricordato, a un tratto, di abitare in uno dei tanti parchi situati a non più di 600 metri dalla irrinunziabile discarica di Chiaiano e qui, pur essendo un convinto sostenitore della necessità che il bene comune prevalga sui particolari interessi dei singoli, ho scoperto che nel nostro caso la malaugurata legge della "provincializzazione" determinerà in questa nostra massacrata regione un fiorire di discariche a cielo aperto installate in qualsiasi buco disponibile. E ciò, in totale dimenticanza o spregio non del "particulare" interesse dei pochi a fronte del benessere dei molti ma di tutte le norme di civile convivenza che imporrebbero a qualsiasi compagine di governo il dovere di non trattare con pesi e misure diverse compagini sociali. Esempio: i cittadini che vivono a Posillipo o nei pressi di Piazza Plebiscito rispetto agli abitanti dei ghetti che state costruendo di Marano o Chiaiano. Eppure Napoli e la Campania debbono essere liberate dai rifiuti, a tal fine un uomo di stato è chiamato dai suoi stessi elettori e un po' da fatidici destini a compiere scelte "dolorose ma necessarie"... Quel che mi chiedo è se una certa Angela Merkel preferirebbe installare una discarica al centro di una zona densamente abitata e immediatamente sotto il complesso ospedaliero della città che dice di amare oppure, consigliata da tecnici valenti come quelli che vivono ancora nei Land germanici, sceglierebbe ubicazioni diverse in zone distanti da luoghi abitati quali forse in Campania ancora esistono. Come indicherebbero anche le raccomandazioni della lontana Comunità Europea.
Ho fatto appelli, tramite giornali e televisioni presenti al presidio, ai Magistrati dell'affare "rompiballe" perché i responsabili di questa vergogna planetaria vengano individuati al più presto e messi in galera. Ma le tantissime voci di cittadini pacifici, democratici, attenti al Bene comune, non sono arrivate. I giornali ovviamente "tirano" di più se pubblicano foto di "votta votta", scontri e feriti. Cosi come le tivù fanno più audience se trasmettono scene di guerriglia.
Circa un mese fa, io ci sono stata nella Selva, a visitare le cave. Ho toccato la terra: è leggera, porosa, l'ho sentita viva fra le mie dita. In nome di Dio, aiutateci a non far avvelenare anche quella! Lì deve essere realizzato il Parco delle Colline, ultima macchia di verde pubblico.
Io ci sarò ancora al presidio, a manifestare pacificamente la mia impotenza, la mia rabbia, ma soprattutto il mio dolore per questa città martoriata. Ci sarò ancora a manifestare il mio sacrosanto diritto al dissenso contro la legalizzazione del massacro di una collettività. E se c'è stato un patto scellerato tra amministratori pubblici, politici e antistato, io vorrei chiedere a questi individui se avranno mai il coraggio di dire un giorno ai propri figli, che anche loro hanno partecipato al saccheggio del patrimonio pubblico. Dal canto mio, potrò guardare sempre le mie figlie e i miei alunni senza dovermi vergognare.
Cordiali saluti.
Matilde Cusano
(maestra elementare)
* * *
LETTERA al Presidente
Caro Presidente del Consiglio,
mi consenta di darle del tu. Sono un privato cittadino del Paese di cui hai assunto il governo; anche se non mi conosci, il tuo poderoso ufficio Promozionale ha inviato nel marzo 2008 a questo cittadino un messaggio elettorale per illuminarlo sugli innumerevoli danni provocati da un'amministrazione di sinistra quale quella che ha governato per ben 5 lustri la regione dove, insieme a tanti altri (oltre 5.000.000) ho avuto la (s)ventura di nascere e, almeno fino ad ora, vivere.
Nel tuo scritto ribadivi l'impegno a "liberare Napoli e la Campania dalla montagna di rifiuti sotto la quale la classe dirigente del Pd Prodi, Bassolino, Iervolino le hanno sepolte". Lamentavi, inoltre, che questi stessi politici avevano ancora l'arroganza di non presentare le dimissioni considerando noi cittadini come loro sudditi.
Le elezioni ti hanno dato ragione. Dopo quel voto ti abbiamo visto vincitore e, a Napoli, uomo di Stato. Hai presentato qui le tue priorità di programma e i tuoi decreti di legge e, da civile abitante di questa regione, non truffaldino, non rivoltoso, non camorrista, per qualche istante ho nutrito l'illusione di poter riconoscere in essi le nostre priorità, le nostre leggi. Solo per qualche istante purtroppo, perchè mi sono ricordato, a un tratto, di abitare in uno dei tanti parchi situati a non più di 600 metri dalla irrinunziabile discarica di Chiaiano e qui, pur essendo un convinto sostenitore della necessità che il bene comune prevalga sui particolari interessi dei singoli, ho scoperto che nel nostro caso la malaugurata legge della "provincializzazione" determinerà in questa nostra massacrata regione un fiorire di discariche a cielo aperto installate in qualsiasi buco disponibile. E ciò, in totale dimenticanza o spregio non del "particulare" interesse dei pochi a fronte del benessere dei molti ma di tutte le norme di civile convivenza che imporrebbero a qualsiasi compagine di governo il dovere di non trattare con pesi e misure diverse compagini sociali. Esempio: i cittadini che vivono a Posillipo o nei pressi di Piazza Plebiscito rispetto agli abitanti dei ghetti che state costruendo di Marano o Chiaiano. Eppure Napoli e la Campania debbono essere liberate dai rifiuti, a tal fine un uomo di stato è chiamato dai suoi stessi elettori e un po' da fatidici destini a compiere scelte "dolorose ma necessarie"... Quel che mi chiedo è se una certa Angela Merkel preferirebbe installare una discarica al centro di una zona densamente abitata e immediatamente sotto il complesso ospedaliero della città che dice di amare oppure, consigliata da tecnici valenti come quelli che vivono ancora nei Land germanici, sceglierebbe ubicazioni diverse in zone distanti da luoghi abitati quali forse in Campania ancora esistono. Come indicherebbero anche le raccomandazioni della lontana Comunità Europea.
Voglio inoltre sottolineare che i governanti e i governatori che ti hanno preceduto nella nostra regione sono ancora saldamente al loro posto in un empito di inaspettato feeling con te, e che per la Campania si prospetta un futuro di operosa industrializzazione finalizzata al trattamento dei rifiuti: sicuramente globale perchè non si spiegherebbe allora a che potranno servire altrimenti discariche con capacità complessive di oltre 10 milioni di tonnellate e almeno 4 termovalorizzatori.
Un cordiale saluto
Lucio Giordano
(primario ospedale Santobono)
* * *
Appello dai "brutti, sporchi e cattivi" di Chiaiano
La guerra contro il mostro"di Maurizio Braucci, pu è certamente un ottimo articolo che legge in modo lucido il panorama complesso relativo ai fatti di Chiaiano-Marano. L'identificazione delle tre cause principali che hanno portato al tema "discarica si-discarica no" a fronte di una questione molto più ampia sono precise, nette, inequivocabili: il potere politico, gli occhiali deformanti forniti dai media e la mancanza di "astuzia comunicativa" da parte dei manifestanti. Appare evidente che i manifestanti si trovano come Davide a lottare contro il mostro; non può sfuggire che la forza repressiva del potere politico si è unita alla capacità di deformare la realtà, dovuta ai vent'anni precedenti di lobotomia mediatica continua, che ha reso buona parte degli italiani, assolutamente incapaci di discriminare i giochi di collusione e di potere economico e politico che si stanno saldando sulle loro teste. Il disastro ambientale è immane e continuo, ma la Fibe gruppo Impregilo resta al suo posto. Intanto da trent'anni in Campania, l'altra testa del mostro si occupa di sversare rifiuti tossici e non, provenienti dal centro-nord, a volte dall'Europa, determinando la catastrofe ecologica più impressionante d'Italia. Fatto reso possibile dal salto di qualità di camorra e mafie che ormai hanno espresso i propri politici, i quali hanno occupato posti fondamentali nelle istituzioni locali e nazionali. L'intreccio è così incredibile da risultare irreale, ma da incubo, la saldatura dei poteri forti è totale, il sistema è chiuso dall'interno, perché include parte dei politici, le mafie-camorra, fasce d'imprenditori, fette di pubblica amministrazione, comprese parte delle forze dell'ordine e della magistratura. Infine i media che sono di proprietà ora dell'uno, ora dell'altro e i cui giornalisti collusi, fuorviati o umiliati non riescono più a fare semplicemente il loro lavoro: cercare e dare informazioni. Questo è il vero quadro che faticosamente noi abitanti di chiaiano-marano stiamo scoprendo. Noi semplici cittadini, strappati alla nostra vita normale in cui credevamo di lavorare per noi e per il benessere dell'intera comunità, costretti a comprendere e a divenire esperti di ciclo integrato dei rifiuti, di Thor, di TMB , di sistema Vedelago. Noi semplici cittadini costretti a guardare il RE ormai nudo, mentre il mostro sente il nostro sguardo, lo percepisce pericoloso, così partorisce il decreto 90, le leggi speciali ad hoc, fatte apposta per i "brutti, sporchi e cattivi" di Chiaiano-Marano. Ma come, si dirà sui media, volete diventare come loro? Incapaci di fare la differenziata, sornioni e indifferenti al pubblico bene, attenti solo a che la discarica non si faccia nel proprio giardino. E intanto "loro" soffocano sotto la coltre impermeabile di menzogne, non si respira a chiaiano-marano, mentre arriva un momento di ossigeno con Anno Zero, con qualche intervista integrale. E noi a chiaiano-marano aspettiamo la cattiva cavalleria yankee che farà un nuovo massacro, mentre guardiamo in lontananza nella speranza che arrivino anche i nostri. E alla manifestazione di sabato 1°giugno sono arrivati i nostri, i feroci no global; una cinquantina fra giovani e ragazze che si erano autotassati da reggio emilia, da vicenza, dalla calabria per portarci la loro solidarietà. Ne ho ringraziato qualcuno, ma li avrei abbracciati tutti, perché erano lì con noi. Cosa vogliamo? I rivoltosi, per i media, prima camorristi, poi noglobal vorrebbero semplicemente l'applicazione delle leggi dello stato italiano e delle normative europee in tema di gestione del ciclo integrato dei rifiuti. Vogliamo che si esca dalle deleghe e dai poteri straordinari e si torni alla gestione ordinaria. Vogliamo il ciclo integrato dei rifiuti: riduzione, riuso, riciclaggio basato sulla raccolta differenziata, sulla separazione umido-secco, con gli impianti di compostaggio e di TMB trattamento meccanico biologico. Vogliamo la bonifica dei territori devastati da tonnellate di rifiuti tossici. La raccolta differenziata non è mai cominciata in modo serio, in Campania, perché concorrenziale alle scelte dei poteri forti ovvero discariche ed inceneritori, dato che l'emergenza continua ha fatto arrivare fiumi di denaro per politici, imprenditori, interi apparati dell'amministrazione pubblica. Fibe gruppo Impregilo specializzata in inceneritori e discariche, premiata la gestione rifiuti in Campania, si occuperà del ponte sullo stretto di Messina. Che altro occorre per comprendere? E perché per risolvere l'emergenza di tonnellate di rifiuti tal quale non si ricorre a Thor? Thor è un sistema ancora in parte sperimentale che consente di ricavare dal pattume indifferenziato sia combustibile che acqua e funziona ancor meglio con la raccolta differenziata. E' stato creato dal C.N.R , il primo impianto è in Sicilia, è stato progettato anche come impianto mobile, utile per contrastare le emergenze. Io non lo so se Thor è la soluzione, ma dov'è l'équipe di tecnici e di esperti, dov'è lo studio fatto per risolvere l'emergenza? Dov'è il piano della Regione Campania a cui sono affluiti i piani dei comuni per la differenziata? Il problema è politico, non nel senso della migliore soluzione possibile, ma è politico perché attiene a élites oligarchiche che hanno già fatto a monte le proprie scelte, in base a mostruosi interessi economici e di potere. A Chiaiano-Marano c'è un grande problema di fiducia nelle istituzioni e questa è la cosa più grave, di chi ci si può fidare quando cade il patto di fiducia reciproca che tiene insieme la comunità, che unisce la popolazione ai propri rappresentanti? Che accade quando viene meno l'esprit d'ensemble, che rende possibile la legittimazione delle regole? Siamo solo la punta dell'iceberg e la mondezza può sancire la fine della nostra civiltà, come dimostrano le 100 tonnellate di rifiuti galleggianti nel Pacifico, o troviamo la strada per uno sviluppo sostenibile per il pianeta e per i suoi abitanti, con la lotta alla povertà, oppure la nostra civiltà è arrivata al capolinea.E forse il capolinea comincia a Napoli. E alla rotonda Titanic, nome pericolosamente evocativo, a chiaiano-marano abbiamo il posto d'onore, siamo sulla prua, forse è per questo che siamo così attenti.
Un cordiale saluto
Lucio Giordano
(primario ospedale Santobono)
* * *
Appello dai "brutti, sporchi e cattivi" di Chiaiano
La guerra contro il mostro"di Maurizio Braucci, pu è certamente un ottimo articolo che legge in modo lucido il panorama complesso relativo ai fatti di Chiaiano-Marano. L'identificazione delle tre cause principali che hanno portato al tema "discarica si-discarica no" a fronte di una questione molto più ampia sono precise, nette, inequivocabili: il potere politico, gli occhiali deformanti forniti dai media e la mancanza di "astuzia comunicativa" da parte dei manifestanti. Appare evidente che i manifestanti si trovano come Davide a lottare contro il mostro; non può sfuggire che la forza repressiva del potere politico si è unita alla capacità di deformare la realtà, dovuta ai vent'anni precedenti di lobotomia mediatica continua, che ha reso buona parte degli italiani, assolutamente incapaci di discriminare i giochi di collusione e di potere economico e politico che si stanno saldando sulle loro teste. Il disastro ambientale è immane e continuo, ma la Fibe gruppo Impregilo resta al suo posto. Intanto da trent'anni in Campania, l'altra testa del mostro si occupa di sversare rifiuti tossici e non, provenienti dal centro-nord, a volte dall'Europa, determinando la catastrofe ecologica più impressionante d'Italia. Fatto reso possibile dal salto di qualità di camorra e mafie che ormai hanno espresso i propri politici, i quali hanno occupato posti fondamentali nelle istituzioni locali e nazionali. L'intreccio è così incredibile da risultare irreale, ma da incubo, la saldatura dei poteri forti è totale, il sistema è chiuso dall'interno, perché include parte dei politici, le mafie-camorra, fasce d'imprenditori, fette di pubblica amministrazione, comprese parte delle forze dell'ordine e della magistratura. Infine i media che sono di proprietà ora dell'uno, ora dell'altro e i cui giornalisti collusi, fuorviati o umiliati non riescono più a fare semplicemente il loro lavoro: cercare e dare informazioni. Questo è il vero quadro che faticosamente noi abitanti di chiaiano-marano stiamo scoprendo. Noi semplici cittadini, strappati alla nostra vita normale in cui credevamo di lavorare per noi e per il benessere dell'intera comunità, costretti a comprendere e a divenire esperti di ciclo integrato dei rifiuti, di Thor, di TMB , di sistema Vedelago. Noi semplici cittadini costretti a guardare il RE ormai nudo, mentre il mostro sente il nostro sguardo, lo percepisce pericoloso, così partorisce il decreto 90, le leggi speciali ad hoc, fatte apposta per i "brutti, sporchi e cattivi" di Chiaiano-Marano. Ma come, si dirà sui media, volete diventare come loro? Incapaci di fare la differenziata, sornioni e indifferenti al pubblico bene, attenti solo a che la discarica non si faccia nel proprio giardino. E intanto "loro" soffocano sotto la coltre impermeabile di menzogne, non si respira a chiaiano-marano, mentre arriva un momento di ossigeno con Anno Zero, con qualche intervista integrale. E noi a chiaiano-marano aspettiamo la cattiva cavalleria yankee che farà un nuovo massacro, mentre guardiamo in lontananza nella speranza che arrivino anche i nostri. E alla manifestazione di sabato 1°giugno sono arrivati i nostri, i feroci no global; una cinquantina fra giovani e ragazze che si erano autotassati da reggio emilia, da vicenza, dalla calabria per portarci la loro solidarietà. Ne ho ringraziato qualcuno, ma li avrei abbracciati tutti, perché erano lì con noi. Cosa vogliamo? I rivoltosi, per i media, prima camorristi, poi noglobal vorrebbero semplicemente l'applicazione delle leggi dello stato italiano e delle normative europee in tema di gestione del ciclo integrato dei rifiuti. Vogliamo che si esca dalle deleghe e dai poteri straordinari e si torni alla gestione ordinaria. Vogliamo il ciclo integrato dei rifiuti: riduzione, riuso, riciclaggio basato sulla raccolta differenziata, sulla separazione umido-secco, con gli impianti di compostaggio e di TMB trattamento meccanico biologico. Vogliamo la bonifica dei territori devastati da tonnellate di rifiuti tossici. La raccolta differenziata non è mai cominciata in modo serio, in Campania, perché concorrenziale alle scelte dei poteri forti ovvero discariche ed inceneritori, dato che l'emergenza continua ha fatto arrivare fiumi di denaro per politici, imprenditori, interi apparati dell'amministrazione pubblica. Fibe gruppo Impregilo specializzata in inceneritori e discariche, premiata la gestione rifiuti in Campania, si occuperà del ponte sullo stretto di Messina. Che altro occorre per comprendere? E perché per risolvere l'emergenza di tonnellate di rifiuti tal quale non si ricorre a Thor? Thor è un sistema ancora in parte sperimentale che consente di ricavare dal pattume indifferenziato sia combustibile che acqua e funziona ancor meglio con la raccolta differenziata. E' stato creato dal C.N.R , il primo impianto è in Sicilia, è stato progettato anche come impianto mobile, utile per contrastare le emergenze. Io non lo so se Thor è la soluzione, ma dov'è l'équipe di tecnici e di esperti, dov'è lo studio fatto per risolvere l'emergenza? Dov'è il piano della Regione Campania a cui sono affluiti i piani dei comuni per la differenziata? Il problema è politico, non nel senso della migliore soluzione possibile, ma è politico perché attiene a élites oligarchiche che hanno già fatto a monte le proprie scelte, in base a mostruosi interessi economici e di potere. A Chiaiano-Marano c'è un grande problema di fiducia nelle istituzioni e questa è la cosa più grave, di chi ci si può fidare quando cade il patto di fiducia reciproca che tiene insieme la comunità, che unisce la popolazione ai propri rappresentanti? Che accade quando viene meno l'esprit d'ensemble, che rende possibile la legittimazione delle regole? Siamo solo la punta dell'iceberg e la mondezza può sancire la fine della nostra civiltà, come dimostrano le 100 tonnellate di rifiuti galleggianti nel Pacifico, o troviamo la strada per uno sviluppo sostenibile per il pianeta e per i suoi abitanti, con la lotta alla povertà, oppure la nostra civiltà è arrivata al capolinea.E forse il capolinea comincia a Napoli. E alla rotonda Titanic, nome pericolosamente evocativo, a chiaiano-marano abbiamo il posto d'onore, siamo sulla prua, forse è per questo che siamo così attenti.
Rosanna Camerlingo
(docente in un liceo)
rosanna.camerlingo@libero.it***
Nell'ultima puntata di "Anno zero", la trasmissione di Santoro, un uomo intervistato da Sandro Ruotolo afferma che nella Eco 4 sarebbero stati assunti due nipoti del cardinale di Napoli Crescenzio Sepe. La Eco 4 dei fratelli Orsi - tristemente saliti alla ribalta della cronaca - è una delle aziende della raccolta rifiuti che operano nel casertano e che avrebbe lucrato sull'affaire munnezza. L'inchiesta del novembre 2007 coinvolse un ex parlamentare e ministro originario della zona dove opera la eco 4 - politici locali e altre persone sempre per la solita storia del "do ut des": posti di lavoro in cambio di voti, corruzione. Una marea di soldi che passavano attraverso una banca per una cessione di quote della Eco4 al consorzio di bacino Caserta 4 che sarebbero state pagate con una cessione di credito mai avallata dal cda. Il cardinale ora ha benedetto il premier. Lo ha fatto accompagnare dalla Madonna (le veline non bastano?) ma ha benedetto ancora di più quella cava di Chiaiano che appartiene all'arciconfraternita dei pellegrini e che ha accettato di sacrificare per togliere le immondezze napoletane.
Solo che si dice che i metri cubi che potrebbe raccogliere sarebbero 150, non 700.000 come si era detto. Significa solo qualche mese di autonomia. La solita soluzione tampone, inutile e superficiale. Con un gioco che non vale la candela. E altre proteste ci sono state all'evento napoletano del Real albergo dei poveri. La gente di Chiaiano non rinuncia a far sentire la propria voce.
Ma si sa, la battaglia di civiltà che il premier ha intrapreso nei nostri confronti è di principio. Ci deve civilizzare. Perché portiamo ancora l'anello al naso e l'osso in testa; non ci laviamo e mangiamo nelle palafitte. È pur vero che di incivili ed anarchici ce ne sono, ma la maggioranza è civile e non fa rumore, vive e lavora come tutti i civilizzati del resto di Italia.
E veniamo ai nipoti. Perché le vie del Signore sono infinite e passano per Caserta. Alla domanda del cronista sulla vicenda dei nipoti, il cardinale ha risposto con un secco "no comment". E al cronista gli hanno fatto pure la morale. Che Crescenzio ha fatto tanto per la città; è sempre in prima linea.
Se pure fosse vero che avrebbe messo i nipoti a lavorare, è normale.
Sarebbe stupido non approfittarne. È una legge non scritta ma da sempre onorata come poche leggi al mondo.
È il sistema. Così fan tutti. Vallo a raccontare ai precari di tutta Italia che non hanno santi - pardon cardinali - in famiglia.Monica Capezzuto
TESTO dell'appello e adesioni degli artisti
Appello: Chiaiano è sola?
Mentre continuano le analisi tecniche sui terreni delle cave, gli abitanti di Chiaiano, Marano e Mugnano continuano a presidiare pacificamente i luoghi della contesa. Nei giorni di fuoco della protesta, i cronisti di radio, giornali e televisioni hanno spesso descritto chi si opponeva alla discarica come una folla di egoisti o di oscuri personaggi, inventando storie di armi, droga e camorra. Lo stesso era accaduto a gennaio a Pianura, mentre allora come oggi il consiglio comunale e quello regionale si sono tenuti a distanza dalle tensioni che hanno contribuito a provocare con le loro assurde politiche sui rifiuti. A loro e al governo Berlusconi, gli abitanti di Chiaiano, Marano e Mugnano chiedono
*
di non realizzare una discarica in un terreno non idoneo, già destinato a parco naturale.
*
di interrompere la gestione straordinaria dei rifiuti che perdura dal 1994 e che ha causato l'attuale disastro ambientale.
*
di iniziare immediatamente la raccolta differenziata a Napoli e in Campania applicando la legislazione europea
*
di lasciare libera la magistratura di indagare sulle reti di illeciti intorno alla gestione dei rifiuti.
Sui media, la popolazione campana appare sempre passiva rispetto alla cosa pubblica, oppure se si mobilita lo fa perché prezzolata da loschi interessi. Si cita spesso la camorra. Se analizziamo il passato recente, la camorra sembrerebbe più incline all'apertura che non alla chiusura delle discariche, avendo dimostrato di saper entrare nel loro funzionamento. Come per la camorra, l'emergenza rifiuti è stata finora anche per politici ed imprenditori un'occasione di speculazione e di violazione dei diritti sociali ed ambientali.
(docente in un liceo)
rosanna.camerlingo@libero.it***
Nell'ultima puntata di "Anno zero", la trasmissione di Santoro, un uomo intervistato da Sandro Ruotolo afferma che nella Eco 4 sarebbero stati assunti due nipoti del cardinale di Napoli Crescenzio Sepe. La Eco 4 dei fratelli Orsi - tristemente saliti alla ribalta della cronaca - è una delle aziende della raccolta rifiuti che operano nel casertano e che avrebbe lucrato sull'affaire munnezza. L'inchiesta del novembre 2007 coinvolse un ex parlamentare e ministro originario della zona dove opera la eco 4 - politici locali e altre persone sempre per la solita storia del "do ut des": posti di lavoro in cambio di voti, corruzione. Una marea di soldi che passavano attraverso una banca per una cessione di quote della Eco4 al consorzio di bacino Caserta 4 che sarebbero state pagate con una cessione di credito mai avallata dal cda. Il cardinale ora ha benedetto il premier. Lo ha fatto accompagnare dalla Madonna (le veline non bastano?) ma ha benedetto ancora di più quella cava di Chiaiano che appartiene all'arciconfraternita dei pellegrini e che ha accettato di sacrificare per togliere le immondezze napoletane.
Solo che si dice che i metri cubi che potrebbe raccogliere sarebbero 150, non 700.000 come si era detto. Significa solo qualche mese di autonomia. La solita soluzione tampone, inutile e superficiale. Con un gioco che non vale la candela. E altre proteste ci sono state all'evento napoletano del Real albergo dei poveri. La gente di Chiaiano non rinuncia a far sentire la propria voce.
Ma si sa, la battaglia di civiltà che il premier ha intrapreso nei nostri confronti è di principio. Ci deve civilizzare. Perché portiamo ancora l'anello al naso e l'osso in testa; non ci laviamo e mangiamo nelle palafitte. È pur vero che di incivili ed anarchici ce ne sono, ma la maggioranza è civile e non fa rumore, vive e lavora come tutti i civilizzati del resto di Italia.
E veniamo ai nipoti. Perché le vie del Signore sono infinite e passano per Caserta. Alla domanda del cronista sulla vicenda dei nipoti, il cardinale ha risposto con un secco "no comment". E al cronista gli hanno fatto pure la morale. Che Crescenzio ha fatto tanto per la città; è sempre in prima linea.
Se pure fosse vero che avrebbe messo i nipoti a lavorare, è normale.
Sarebbe stupido non approfittarne. È una legge non scritta ma da sempre onorata come poche leggi al mondo.
È il sistema. Così fan tutti. Vallo a raccontare ai precari di tutta Italia che non hanno santi - pardon cardinali - in famiglia.Monica Capezzuto
TESTO dell'appello e adesioni degli artisti
Appello: Chiaiano è sola?
Mentre continuano le analisi tecniche sui terreni delle cave, gli abitanti di Chiaiano, Marano e Mugnano continuano a presidiare pacificamente i luoghi della contesa. Nei giorni di fuoco della protesta, i cronisti di radio, giornali e televisioni hanno spesso descritto chi si opponeva alla discarica come una folla di egoisti o di oscuri personaggi, inventando storie di armi, droga e camorra. Lo stesso era accaduto a gennaio a Pianura, mentre allora come oggi il consiglio comunale e quello regionale si sono tenuti a distanza dalle tensioni che hanno contribuito a provocare con le loro assurde politiche sui rifiuti. A loro e al governo Berlusconi, gli abitanti di Chiaiano, Marano e Mugnano chiedono
*
di non realizzare una discarica in un terreno non idoneo, già destinato a parco naturale.
*
di interrompere la gestione straordinaria dei rifiuti che perdura dal 1994 e che ha causato l'attuale disastro ambientale.
*
di iniziare immediatamente la raccolta differenziata a Napoli e in Campania applicando la legislazione europea
*
di lasciare libera la magistratura di indagare sulle reti di illeciti intorno alla gestione dei rifiuti.
Sui media, la popolazione campana appare sempre passiva rispetto alla cosa pubblica, oppure se si mobilita lo fa perché prezzolata da loschi interessi. Si cita spesso la camorra. Se analizziamo il passato recente, la camorra sembrerebbe più incline all'apertura che non alla chiusura delle discariche, avendo dimostrato di saper entrare nel loro funzionamento. Come per la camorra, l'emergenza rifiuti è stata finora anche per politici ed imprenditori un'occasione di speculazione e di violazione dei diritti sociali ed ambientali.
Il decreto Berlusconi si inserisce perfettamente in questa distorta filosofia emergenziale! E lo fa in più punti: nella costituzione di una superprocura che controlli le inchieste accettabili e quelle "inadeguate", nella possibilità di stoccare in discarica diverse tipologie di rifiuti speciali e tossici, nello stanziamento senza controllo di altri 150 milioni di euro che permetterà di assegnare le infrastrutture senza gara d'appalto, nell'utilizzo dei militari, nell'imposizione di uno stato d'eccezione con norme penali ad hoc per colpire chi protesta.
Ma esistono altre vie d'uscita dall'emergenza: la riduzione drastica degli imballaggi, la separazione almeno del secco dall'umido, l'allestimento d'impianti per la trasformazione dei rifiuti differenziati, in grado di ricavare compost (utile per bonifiche e agricoltura), nuovi polimeri dalla plastica, nuovo vetro. Perchè non si può virare il piano in questa direzione? E perchè si continuano a fare scelte così bizzarre: aree vulcaniche come Terzigno o la Selva di Chiaiano, unico polmone verde di Napoli. Ancora una volta, si chiede ai cittadini di sacrificarsi al buio, senza nessun segnale di inversione reale di rotta, di emancipazione dalla sudditanza agli interessi forti.
Con questo appello intendiamo esprimere la nostra solidarietà alle persone che abitano nella zona delle cave di Chiaiano, che animano i presidi e partecipano alle manifestazioni contro la discarica e rivolgiamo ai mass media l'esigenza di un racconto dei fatti non pregiudiziale.
01 - Erri De Luca - scrittore - Roma
02 - Carlo Cerciello - regista teatrale - Napoli
03 - Alex Zanotelli - Padre Comboniano - Napoli
04 - Sergio Piro - psichiatria democratica - Napoli
05 - Wu Ming - collettivo di scrittori non inceneriti - Bologna
06 - Valerio Evangelisti - scrittore - Bologna
07 - Maurizio Braucci - scrittore, sceneggiatore - Napoli
08 - Giuseppe Aragno - storico - napoli
09 - Antonio Marfella - medico - istituto dei tumori 'pascale', Napoli
10 - Alessandra Riccio - condirettrice della rivista "latinoamerica", napoli
11 - Cyop&Kaf - pittori - napoli
12 - Luca Zulù - cantante - Napoli
13 - Andrea Morniroli - Cantieri Sociali - Ass. Dedalus - Napoli
14 - Antonìo Onorato - musicista - Napoli
15 - Marco Martinelli-regista-teatro delle albe-
16 - Luciano Scateni - giornalista - Napoli
17 - Guido Piccoli - giornalista - Napoli
18 - Maurizio Capone - musicista - Napoli
19 - Renato Minale-24 grana-musicista-napoli
20 - Daniele Sepe - Musicista
21 - Stefano Vecchio - Direttore dipartimento farmacodipendenze Asl Na1
22 - Avv. Elena Coccia - associazione giuristi democratici - Napoli
23 - Lorenzo Pavolini-scrittore, teatro stabile mercadante-roma
24 - Prof. Giuseppe Di Marco - docente Filosofia - Università Federico II
25 - Prof. Angelo Genovese - docente associato di Zooveterinaria - Università Federico II
26 - Riccardo Orioles - giornalista - Napoli
27 - Fabrizio Geremicca - giornalista Napoli
28 - Marcello Anselmo - storico, scrittore - Napoli
29 - Marco Salvia - giornalista e scrittore
30 - Giuseppe palumbo - autore di fumetti
31 - Fabio rodriguez amaya, pittore e docente di letterature ispano-americane-università bergamo
32 - Nicola Angrisano - direttore InsuTv
33 - Luciano Ferrara - fotografo - Napoli
34- Canio Loguercio, Musicista
35 - Francesco Martone - Sinistra Arcobaleno
36 - Paolo Cento - Sinistra Arcobaleno
37 - Costanza Boccardi - Casting
38 - dario giugliano, critico d'arte
39 - bruno leone, guarattellaro
40 - gridas, gruppo risveglio dal sonno, secondigliano
41 - monica caggiano, ricercatrice
42 - luca dalisi, disegnatore
43 - francesco ceci, sociologo
44 - ilaria vitellio, urbanista
45 - daria d'antonio, cineasta
46 - factory occupata, roma
47 - Luigi Izzo -presidente della cooperativa cantieri navali megaride-napoli
48 - Marco Philopat - scrittore, editore
(La Repubblica 17 giugno 2008)
Ma esistono altre vie d'uscita dall'emergenza: la riduzione drastica degli imballaggi, la separazione almeno del secco dall'umido, l'allestimento d'impianti per la trasformazione dei rifiuti differenziati, in grado di ricavare compost (utile per bonifiche e agricoltura), nuovi polimeri dalla plastica, nuovo vetro. Perchè non si può virare il piano in questa direzione? E perchè si continuano a fare scelte così bizzarre: aree vulcaniche come Terzigno o la Selva di Chiaiano, unico polmone verde di Napoli. Ancora una volta, si chiede ai cittadini di sacrificarsi al buio, senza nessun segnale di inversione reale di rotta, di emancipazione dalla sudditanza agli interessi forti.
Con questo appello intendiamo esprimere la nostra solidarietà alle persone che abitano nella zona delle cave di Chiaiano, che animano i presidi e partecipano alle manifestazioni contro la discarica e rivolgiamo ai mass media l'esigenza di un racconto dei fatti non pregiudiziale.
01 - Erri De Luca - scrittore - Roma
02 - Carlo Cerciello - regista teatrale - Napoli
03 - Alex Zanotelli - Padre Comboniano - Napoli
04 - Sergio Piro - psichiatria democratica - Napoli
05 - Wu Ming - collettivo di scrittori non inceneriti - Bologna
06 - Valerio Evangelisti - scrittore - Bologna
07 - Maurizio Braucci - scrittore, sceneggiatore - Napoli
08 - Giuseppe Aragno - storico - napoli
09 - Antonio Marfella - medico - istituto dei tumori 'pascale', Napoli
10 - Alessandra Riccio - condirettrice della rivista "latinoamerica", napoli
11 - Cyop&Kaf - pittori - napoli
12 - Luca Zulù - cantante - Napoli
13 - Andrea Morniroli - Cantieri Sociali - Ass. Dedalus - Napoli
14 - Antonìo Onorato - musicista - Napoli
15 - Marco Martinelli-regista-teatro delle albe-
16 - Luciano Scateni - giornalista - Napoli
17 - Guido Piccoli - giornalista - Napoli
18 - Maurizio Capone - musicista - Napoli
19 - Renato Minale-24 grana-musicista-napoli
20 - Daniele Sepe - Musicista
21 - Stefano Vecchio - Direttore dipartimento farmacodipendenze Asl Na1
22 - Avv. Elena Coccia - associazione giuristi democratici - Napoli
23 - Lorenzo Pavolini-scrittore, teatro stabile mercadante-roma
24 - Prof. Giuseppe Di Marco - docente Filosofia - Università Federico II
25 - Prof. Angelo Genovese - docente associato di Zooveterinaria - Università Federico II
26 - Riccardo Orioles - giornalista - Napoli
27 - Fabrizio Geremicca - giornalista Napoli
28 - Marcello Anselmo - storico, scrittore - Napoli
29 - Marco Salvia - giornalista e scrittore
30 - Giuseppe palumbo - autore di fumetti
31 - Fabio rodriguez amaya, pittore e docente di letterature ispano-americane-università bergamo
32 - Nicola Angrisano - direttore InsuTv
33 - Luciano Ferrara - fotografo - Napoli
34- Canio Loguercio, Musicista
35 - Francesco Martone - Sinistra Arcobaleno
36 - Paolo Cento - Sinistra Arcobaleno
37 - Costanza Boccardi - Casting
38 - dario giugliano, critico d'arte
39 - bruno leone, guarattellaro
40 - gridas, gruppo risveglio dal sonno, secondigliano
41 - monica caggiano, ricercatrice
42 - luca dalisi, disegnatore
43 - francesco ceci, sociologo
44 - ilaria vitellio, urbanista
45 - daria d'antonio, cineasta
46 - factory occupata, roma
47 - Luigi Izzo -presidente della cooperativa cantieri navali megaride-napoli
48 - Marco Philopat - scrittore, editore
(La Repubblica 17 giugno 2008)
lunedì 16 giugno 2008
Rifiuti: in seicento dicono no alla cava Mastroianni
L’EMERGENZA AMBIENTALE
Al corteo di ieri presenti anche l’assessore Milani Del Gaudio e Cerreto di An e residenti di Maddaloni
SERGIO BENEDUCE Erano circa seicento i cittadini che ieri mattina hanno preso parte alla manifestazione di protesta contro l’apertura della discarica presso la cava Mastroianni, sito indicato dal Governo e situato nelle immediate vicinanze dell’invaso de Lo Uttaro. Oltre agli esponenti del comitato emergenza rifiuti, che ha organizzato l’iniziativa, hanno partecipato diverse sigle ambientaliste, il Laboratorio Sociale «Millepiani» e gli «Amici di Beppe Grillo». Il corteo è partito in piazza Parrocchia a San Nicola La Strada alle 10.30 proseguendo lungo la via Appia fino a raggiungere la cava Mastroianni, dove si è infoltito con un centinaio di manifestanti provenienti da Maddaloni. Successivamente, è stato allestito un gazebo all’interno del quale si è svolta un'assemblea dei presenti. Tra i primi ad arrivare in piazza Parrocchia il sindaco di San Nicola La Strada, Angelo Pascariello, che ha indossato la fascia tricolore. A fare capolino nel corteo anche il gonfalone del comune sannicolese. Tra gli altri rappresentanti istituzionali, il deputato dell'Italia dei Valori, Franco Barbato, l’assessore provinciale Enrico Milani e i consiglieri al comune di Caserta di An, Pio Del Gaudio e Marco Cerreto. Ieri mattina i manifestanti hanno proseguito la loro attività di sensibilizzazione nei confronti della popolazione dei quattro comuni (Caserta, San Nicola La Strada, San Marco Evangelista e Maddaloni) adiacenti la cava Mastroianni, ribadendo la necessità di bloccare la scelta del Governo, optando per una soluzione alternativa. Come già accaduto nei giorni scorsi, è stata nuovamente avanzata la possibilità di utilizzare la discarica di parco Saurino a Santa Maria La Fossa, scoperta recentemente dall’assessore regionale all’Ambiente, Walter Ganapini. Al termine del corteo, nel corso dell'assemblea tenutasi all'interno della cava Mastroianni, il sindaco di San Nicola La Strada non ha nascosto un certo disappunto per la mancata presenza dei colleghi degli altri comuni: «Non posso negare - ha detto Pascariello - di essere deluso dagli altri rappresentanti istituzionali. Avevo cercato di coinvolgere i diversi comuni della zona per combattere questa battaglia di legalità e democrazia per difendere i diritti dei cittadini. E invece mi ritrovo qui da solo. Abbiamo collaborato pure nella vicenda Lo Uttaro - ha aggiunto Pascariello - dopo l’invito al senso di responsabilità rivoltoci dal Capo dello Stato. Successivamente, però, non è stato rispettato il protocollo d'intesa sottoscritto. Non ne possiamo più, il nostro territorio ha già dato». Molto duro anche l'intervento del deputato dell'Idv, Franco Barbato: «Il caso dell’area Lo Uttaro - ha spiegato il parlamentare - è emblematico di come lo Stato può diventare illegale. Il commissariato di governo aveva detto e scritto in un protocollo d'intesa che in questa zona non ci sarebbero state più discariche, ma solo bonifiche. E invece ora, ci apprestiamo alla nascita di un nuovo sversatoio. Siamo all'assurdo». Il deputato dipietrista, poi, ha criticato duramente il decreto varato dal governo sull’emergenza rifiuti: «In questo decreto - ha detto - si muove tutto in deroga. Con la creazione della Superprocura, poi, vengono tolte le inchieste ai magistrati. La verità è che siamo in presenza di un forte intreccio tra politica e camorra. Si sta provando a coprire l'immondo banchetto cui hanno partecipato per anni bassoliniani e berlusconiani. La discarica di parco Saurino è disponibile da tempo, mettiamo lì la spazzatura. In Campania, poi, ci sono undici aree Pip, usiamole per stoccare i rifiuti. Chiediamoci come mai - ha concluso il deputato - queste soluzioni non vengano mai prese in esame».
Il Mattino 16 giugno 2008
Rifiuti, nuova indagine: nel mirino dei pm i carichi di immondizia dirottati da Lipsia in altri siti tedeschi
DANIELA DE CRESCENZO Sarà la Germania la prossima tappa degli inquirenti che stanno indagando sui treni dei rifiuti. La missione potrebbe essere imminente. L’obiettivo: stabilire dove realmente finiva la nostra spazzatura. In questo caso la rotta dell’immondizia sarebbe inversa a quella utilizzata dai clan che hanno riempito la Campania di rifiuti tossici. I pm Sirleo e Noviello con l’inchiesta «rompiballe» hanno ipotizzato, infatti, che i rifiuti portati oltralpe dalla Ecolog non fossero recuperati negli impianti della Wev, come previsto dal contratto, ma finissero fraudolentemente in discarica. Dopo 25 arresti le indagini continuano e i carabinieri del Noe collaboreranno con i magistrati anche nella nuova trasferta. Per ricostruire la trama del giallo che va in scena tra Napoli e Lipsia bisogna fare un passo indietro. E tornare a quel Kurt Schmitz che nell'ordinanza del Gip Rosanna Saraceno è più volte citato. Secondo il magistrato, il tedesco, già denunciato nel suo Paese per traffico illecito dei rifiuti, «ha curato e mantenuti rapporti tra Miracle e tale Doruch gestore o responsabile della discarica tedesca» L’imprenditore è uno dei soci della Gts, la società che negli ultimi momenti di vita della Ddr acquistò per una cifra che si avvicina agli attuali 5 milioni di euro la miniera di salgemma di Teutchsental nei pressi di Lipsia. Nel 2000 Schmitz fu ascoltato dalla commissione rifiuti italiana e spiegò che la miniera poteva essere agevolmente riempita di ogni tipo di immondizia avendo una impermeabilizzazione naturale. Negli anni successivi ci finirono anche gli scarti di Porto Marghera. Nella Gts Italia ha una quota azionaria anche l’Aim, l’azienda pubblica di Vicenza presieduta fino a qualche anni fa da Giuseppe Rossi, che ha poi lasciato perchè coinvolto, attraverso la Servizi Costieri, nell’inchiesta Houdini su un traffico illecito di rifiuti. Ma Schmitz parla agli italiani per conto della Wev, l’impresa che avrebbe dovuto bruciare l’immondizia mandata in Germania con il codice R12 che indica «Scambio di rifiuti». Naturalmente non c’è stato alcuno scambio, e secondo gli inquirenti, anche nessun recupero. Lo spiega chiaramente lo stesso Schmitz in una conversazione con il direttore tecnico della Ecolog, Lorenzo Miracle, intercettata dagli inquirenti: «Va quasi tutto in discarica», ripete il tedesco In Germania i siti possono essere riempiti solo con spazzatura stabilizzata. Ma nelle intercettazioni si parla di «una passata veloce» da fare negli impianti della Wev proma di seppellire tutto nella solita buca. Quando i boss nascondevano veleni in Campania gli imprenditoro settentrionali dimezzavano i costi e il business criminale volava. Ma la spazzatura portata in Germania è stata, invece, pagata a peso d'oro dai contribuenti. Il primo contratto con la Ecolog, infatti, fu stipulato dal commissarato nel febbraio del 2001 e da allora è stato sempre rinnovato con una spesa complessiva che si aggira intorno ai 200 milioni di euro. Una bella cifra per nascondere ancora una volta l'immondizia in una buca.
Il Mattino 16 giugno 2008
Chiaiano, apertura più vicina. Inquinamento causato dal poligono, bonifica necessaria. Documento di 50 artisti: no al sito
LUIGI ROANO «Per Chiaiano attendiamo gli esiti delle perizie dei tecnici prima di disporre l’apertura». Così Guido Bertolaso - sottosegretario all’emergenza rifiuti - dopo il sopralluogo di ieri a Savignano Irpino. All’orizzonte però si profila il problema piombo, la cava ne è invasa. Ma a che punto sono le analisi per il sito che dovrebbe ospitare una discarica da 700mila tonnellate? Molto avanzate, anzi praticamente concluse. Martedì i tecnici dei comitati del fronte del no alla discarica (i periti dei comuni di Marano e Calvizzano), quelli dell’Arpac e dello stesso Bertolaso si vedranno martedì per mettere la parole fine e con ogni probabilità sarà disposta l’apertura. Perché la direzione presa e i segnali che arrivano da Chiaiano sono questi. Anche dopo l’ultimo sopralluogo di ieri mattina che ha dimostrato come la falda acquifera si trovi a oltre cento metri dallo strato di terreno dove andrebbero depositati i rifiuti. Nel frattempo sta per partire la bonifica dal piombo, visto che fino alla requisizione dell’allora commissario Gianni De Genaro la cava veniva utilizzata come poligono di tiro. La sostanza - sottolineano gli esperti - non crea problemi di inquinamento per l’acqua. Tuttavia è presente in quantità notevoli e va rimossa. Luciano Capobianco dell’Arpac spiega: «Siamo a buon punto. Martedì forniremo il nostro contributo, dati alla mano, alla discussione». Franco Ortolani, uno dei periti dei comuni, continua a sostenere «che la cava di via Cupa del Cane non è idonea per essere trasformata in discarica perché c’è pericolo di frane». Ernesto Cravero, perito dei proprietari della cava, l’Arciconfraternita della Santissima Trinità dei Pellegrini non è d’accordo e rileva: «Non ci sono problemi di impermeabilità né di frane, piuttosto non credo che il sito ce la faccia a contenere 700mila tonnellate di rifiuti». Sul punto c’è un progetto in corso che prevederebbe una serie di mezzanini sulla parte bassa della cava per far crescere la capienza del sito, stimata secondo alcuni pareri - al momento - intorno alle 400mila tonnellate. I mezzanini farebbero fare il salto in avanti verso la quantità desiderata. A Chiaiano intanto il fronte del no si organizza. Ieri 50 fra intellettuali e artisti fra cui lo scrittore Erri De Luca hanno firmato un documento contro l’apertura della discarica. Mentre ieri nel quartiere si è svolto un corteo pacifico di protesta nel corso del quale sono sati distribuite ciliege, coltura tipica del posto: «Se martedì l’esito delle analisi dovesse dire che Chiaiano è idonea a ospitare la discarica, dimostreremo con creatività perchè invece secondo noi là non si può fare». Lo dice Pietro Rinaldi, uno dei portavoce del No. «Dimostreremo che è impossibile il transito di 300 mezzi pesnati senza intasare l’area» conclude il portavoce. Situazione tesa pure sul fronte più politico. Pasquale Losa, presidente di Asìa non ci sta a passare per l’unico imputato e accusa: «Si sta cercando da parte del governo e della Regione, con gli assessori Ganapini e Velardi, di scaricare sull’azienda responsabiltià che non ha. La raccolta dei rifiuti non è mai stata un problema, lo smaltimento sì».
Il Mattino 15 giugno 2008
RIFIUTI – VATINNO (IDV): GRAVE TROVARNE DI RADIOATTIVI, A RISCHIO CONTRATTI SMALTIMENTO
(PRIMA) ROMA - “Le tracce radioattive trovate ieri in un carico di rifiuti diretto alla discarica di Savignano Irpino è un fatto veramente molto grave”. Lo dichiara Giuseppe Vatinno, Responsabile Nazionale Ambiente ed Energia dell’Italia dei Valori. “Lo Iodio 131 è un radionuclide che ha una vita media tra le più lunghe e si trova, in tempo di pace, nei rifiuti ospedalieri derivati da tecniche di medicina nucleare. Tali rifiuti devono necessariamente essere smaltiti in discariche speciali proprio per la loro pericolosità per la popolazione. Inoltre, tale fatto, mette a rischio il contratto di smaltimento con la società pubblica di Amburgo che si è fatta carico di smaltire le 30 mila tonnellate di rifiuti campani. Fortunatamente i militari hanno individuato le tracce di radioattività bloccando lo scarico; tuttavia, ciò dimostra che occorre non abbassare mai la guardia per evitare situazioni poi difficili da recuperare”. Ha concluso Vatinno. (PRIMA)
Data: 16/06/08 16:11
Autore: AIA-COM
BORDO (PD): IL GOVERNO SPIEGHI PERCHE' I RIFIUTI ATTRAVERSANO IL PREAPPENNINO
16/06/08
Bordo annuncia la presentazione di un’interrogazione urgente
Michele Bordo, deputato del PD, annuncia la presentazione di un’interrogazione urgente al Ministro dell’Ambiente per comprendere quali siano le “motivazioni che hanno determinato la scelta di far transitare l’immondizia napoletana in territorio pugliese, scartando tutti i i possibili percorsi interni alla regione Campania e provocando disagi e rischi alle popolazioni di 5 Comuni del Preappennino Dauno”.
Con l’interrogazione, Bordo intende attirare l’attenzione delle strutture deputate alla gestione dell’emergenza rifiuti che “il percorso si dipana quasi interamente sulla rete stradale provinciale, particolarmente debole a causa dei frequenti e diffusi fenomeni di dissesto idrogeologico, quindi del tutto inadatta a sopportare un simile sforzo”.
Inoltre, i centri interessati dal passaggio “sono localizzati in zone di pregio ambientale e sono essi stessi borghi storici in cui sono stati attivati, anche con fondi pubblici, programmi di sviluppo e promozione del turismo verde ed enogastronomico”. Infine, “le comunità e gli amministratori dei centri indicati lamentano di non essere stati adeguatamente coinvolti nelle riunioni tecniche in cui si è deciso l’attuale percorso, e di non conoscere le ragioni che hanno indotto a scartarne altri tutti interni al territorio della Campania”.
“La militarizzazione del sito di Pustarza potrà evitare i blocchi stradali ed altre forme eclatanti di protesta – continua Bordo – ma non si possono affrontare problemi di tale gravità senza il coinvolgimento delle comunità che più direttamente subiscono le conseguenze dell’emergenza.
Tra la gente di Accadia, Anzano, Monteleone di Puglia, Panni e Sant’Agata di Puglia inizia a farsi strada l’idea che i tir siano stati dirottati in Puglia per non avere problemi con i paesi irpini. Mi auguro non sia così – conclude Michele Bordo – altrimenti, alla debolezza mostrata dal Governo, in questo frangente, si assommerebbe la subalternità politica dei rappresentanti del nostro territorio nel Governo stesso e nella maggioranza che lo sostiene”.
pugliave.net 16 giugno 2008
Pedofilia, Mele marce nell’Eden: la cupola di Auroville
15/6/2008 (7:44)
L’ombra della pedofilia su Auroville, l’ultimo villaggio hippy dell’India meridionale
PABLO TRINCIA
Per circa 40 anni, il suo nome è stato sinonimo di pace e tranquillità: Auroville, la Città dell’alba. Una piccola Utopia abitata da idealisti, anarchici e figli dei fiori ritrovatisi in una provincia dell’India meridionale. Da qualche giorno, tuttavia, i termini idilliaci di armonia, sogno e unità umana hanno lasciato il posto a quelli infamanti di scandalo, abusi sessuali e pedofilia. A far scoppiare la bomba è stato un servizio della Bbc andato in onda a fine maggio. Si parla di adescamenti, di occidentali che attirano i bambini dai poveri villaggi circostanti – dove vivono le comunità Tamil –, di sesso in cambio di denaro o cibo, di omertà tra i membri del centro, di scarso controllo. «Quando avevo dieci anni ho avuto una relazione con un abitante di Auroville», dice un giovane identificato con il nome di Sundrun. «Mi vergogno ancora oggi per quello che è successo. Ma è una prassi che continua ad aver luogo, soprattutto nelle aree intorno alla spiaggia».
Tesi confermata in parte da un ex abitante di Auroville, Raj Bandra, il quale – intervistato – accusa la comunità di totale disinteresse nella questione. «Quando ho sentito di questi abusi ne ho parlato con gli altri membri», dice. «Appena hanno saputo che le vittime erano indiane e non occidentali, hanno perso interesse nella vicenda. I colpevoli se la cavano proprio per questo motivo». Accuse pesanti, di quelle indelebili, che rischiano di mettere in imbarazzo più di qualche abitante. Auroville è stata supportata attivamente dall’Unesco, riceve fondi dal governo indiano, ha diversi donatori internazionali. Presto, qualcuno potrebbe chiudere i rubinetti. Forse non aveva in mente questo Mirra Alfasa, la donna che quattro decenni fa fondò questa piccola comunità a 12 chilometri dalla città di Pondicherry. I suoi discepoli, che la ricordano ancora come “la Madre”, sono andati avanti. Hanno invitato architetti da ogni angolo del pianeta e costruito un centro e il tempio di Matrimandir (la famosa cupola d’oro), oltre a un complesso residenziale a forma di spirale, che oggi ospita i quasi 1800 residenti (più della metà dei quali stranieri). Hanno trovato finanziamenti, creato una zona tax-free, sviluppato l’agricoltura di un’area verde di quasi 500 ettari, costruito scuole e quartieri dai nomi altamente evocativi: Sincerità, Aspirazione, Fratellanza, Abbandono, Avventura. Oggi ci possono passare anche turisti e semplici curiosi. I quali, dopo lo scandalo sugli abusi, potrebbero scegliere altre mete. Anche se – va detto – l’impietoso servizio dell’emittente britannica qualche dubbio lo lascia.L’India è un paese molto conservatore e chi viene sorpreso ad adescare bambini, corre il rischio di essere linciato in mezzo alla strada. E dunque: se la pedofilia è una pratica da anni così apertamente diffusa tra gli occidentali di Auroville, come mai i genitori dei villaggi Tamil circostanti continuano a mandare i figli nelle scuole della comunità? Carel Thieme, uno dei coordinatori di Auroville che abbiamo raggiunto telefonicamente, ci spiega che – in passato – tre persone sono state allontanate dopo essere state accusate di abusi su minori.
«La Bbc ha montato un pezzo scandalistico che rischia di danneggiarci, visto che per le nostre attività sociali riceviamo fondi dall’estero», dice Thieme, arrivato ad Auroville dall’Olanda 22 anni fa. «Questa è una regione piena di turisti alla ricerca di bambini. Ma cosa c’entra questo, con il nostro centro? Perché le persone che oggi ci accusano nel servizio tv non hanno mai sporto denuncia?». Loïch Rich, un 35enne inglese che lavora come freelance, è vissuto per alcuni mesi ad Auroville, all’età di nove anni. Loïch non ha un bel ricordo del posto: «È una setta religiosa che mostra arroganza, ingenuità e rifiuto dei valori liberali della classe media», racconta sulle pagine del quotidiano online The First Post. «Mettono in serio pericolo i propri bambini. Ai tempi della mia permanenza avevo sentito parlare di rapporti tra adolescenti, rapporti sessuali con bambini dei villaggi Tamil circostanti e persino quello che oggi definirei abusi sessuali su minori». Per intuire cos’è Auroville potrebbe bastare un dettaglio: dalle fontane di questa città dell’armonia zampilla acqua dinamizzata, ossia passata attraverso un curioso processo di purificazione. Il liquido viene lasciato per qualche ora ad ascoltare le musiche di Bach e Mozart, prima di essere considerato potabile. La comunità è stata fondata da Mirra Alfasa, una santona cresciuta a Parigi a cavallo fra ‘800 e ‘900 ma emigrata ben presto in Algeria per compiere studi di occultismo. Affascinata dal paranormale, negli Anni 40 si legò al guru Sri Aurobindo e al suo ashram nel Sud dell’India. Sognava una nuova umanità.
I suoi discepoli la chiamavano Mère, Madre. Nel 1968, ormai novantenne, costruì questa città ideale in cui oggi vivono oltre 1500 persone provenienti dai quattro angoli del mondo. Da Auroville sono bandite politica, religione e proprietà privata. È governata da una Fondazione riconosciuta dal Parlamento indiano. Per diventare cittadini bisogna essere convinti della sostanziale unità dell’umanità e voler collaborare perché questa unità si realizzi, oltre ad avere almeno 22 aani.
La sTAMPA, 15 GIUGNO 2008
L’ombra della pedofilia su Auroville, l’ultimo villaggio hippy dell’India meridionale
PABLO TRINCIA
Per circa 40 anni, il suo nome è stato sinonimo di pace e tranquillità: Auroville, la Città dell’alba. Una piccola Utopia abitata da idealisti, anarchici e figli dei fiori ritrovatisi in una provincia dell’India meridionale. Da qualche giorno, tuttavia, i termini idilliaci di armonia, sogno e unità umana hanno lasciato il posto a quelli infamanti di scandalo, abusi sessuali e pedofilia. A far scoppiare la bomba è stato un servizio della Bbc andato in onda a fine maggio. Si parla di adescamenti, di occidentali che attirano i bambini dai poveri villaggi circostanti – dove vivono le comunità Tamil –, di sesso in cambio di denaro o cibo, di omertà tra i membri del centro, di scarso controllo. «Quando avevo dieci anni ho avuto una relazione con un abitante di Auroville», dice un giovane identificato con il nome di Sundrun. «Mi vergogno ancora oggi per quello che è successo. Ma è una prassi che continua ad aver luogo, soprattutto nelle aree intorno alla spiaggia».
Tesi confermata in parte da un ex abitante di Auroville, Raj Bandra, il quale – intervistato – accusa la comunità di totale disinteresse nella questione. «Quando ho sentito di questi abusi ne ho parlato con gli altri membri», dice. «Appena hanno saputo che le vittime erano indiane e non occidentali, hanno perso interesse nella vicenda. I colpevoli se la cavano proprio per questo motivo». Accuse pesanti, di quelle indelebili, che rischiano di mettere in imbarazzo più di qualche abitante. Auroville è stata supportata attivamente dall’Unesco, riceve fondi dal governo indiano, ha diversi donatori internazionali. Presto, qualcuno potrebbe chiudere i rubinetti. Forse non aveva in mente questo Mirra Alfasa, la donna che quattro decenni fa fondò questa piccola comunità a 12 chilometri dalla città di Pondicherry. I suoi discepoli, che la ricordano ancora come “la Madre”, sono andati avanti. Hanno invitato architetti da ogni angolo del pianeta e costruito un centro e il tempio di Matrimandir (la famosa cupola d’oro), oltre a un complesso residenziale a forma di spirale, che oggi ospita i quasi 1800 residenti (più della metà dei quali stranieri). Hanno trovato finanziamenti, creato una zona tax-free, sviluppato l’agricoltura di un’area verde di quasi 500 ettari, costruito scuole e quartieri dai nomi altamente evocativi: Sincerità, Aspirazione, Fratellanza, Abbandono, Avventura. Oggi ci possono passare anche turisti e semplici curiosi. I quali, dopo lo scandalo sugli abusi, potrebbero scegliere altre mete. Anche se – va detto – l’impietoso servizio dell’emittente britannica qualche dubbio lo lascia.L’India è un paese molto conservatore e chi viene sorpreso ad adescare bambini, corre il rischio di essere linciato in mezzo alla strada. E dunque: se la pedofilia è una pratica da anni così apertamente diffusa tra gli occidentali di Auroville, come mai i genitori dei villaggi Tamil circostanti continuano a mandare i figli nelle scuole della comunità? Carel Thieme, uno dei coordinatori di Auroville che abbiamo raggiunto telefonicamente, ci spiega che – in passato – tre persone sono state allontanate dopo essere state accusate di abusi su minori.
«La Bbc ha montato un pezzo scandalistico che rischia di danneggiarci, visto che per le nostre attività sociali riceviamo fondi dall’estero», dice Thieme, arrivato ad Auroville dall’Olanda 22 anni fa. «Questa è una regione piena di turisti alla ricerca di bambini. Ma cosa c’entra questo, con il nostro centro? Perché le persone che oggi ci accusano nel servizio tv non hanno mai sporto denuncia?». Loïch Rich, un 35enne inglese che lavora come freelance, è vissuto per alcuni mesi ad Auroville, all’età di nove anni. Loïch non ha un bel ricordo del posto: «È una setta religiosa che mostra arroganza, ingenuità e rifiuto dei valori liberali della classe media», racconta sulle pagine del quotidiano online The First Post. «Mettono in serio pericolo i propri bambini. Ai tempi della mia permanenza avevo sentito parlare di rapporti tra adolescenti, rapporti sessuali con bambini dei villaggi Tamil circostanti e persino quello che oggi definirei abusi sessuali su minori». Per intuire cos’è Auroville potrebbe bastare un dettaglio: dalle fontane di questa città dell’armonia zampilla acqua dinamizzata, ossia passata attraverso un curioso processo di purificazione. Il liquido viene lasciato per qualche ora ad ascoltare le musiche di Bach e Mozart, prima di essere considerato potabile. La comunità è stata fondata da Mirra Alfasa, una santona cresciuta a Parigi a cavallo fra ‘800 e ‘900 ma emigrata ben presto in Algeria per compiere studi di occultismo. Affascinata dal paranormale, negli Anni 40 si legò al guru Sri Aurobindo e al suo ashram nel Sud dell’India. Sognava una nuova umanità.
I suoi discepoli la chiamavano Mère, Madre. Nel 1968, ormai novantenne, costruì questa città ideale in cui oggi vivono oltre 1500 persone provenienti dai quattro angoli del mondo. Da Auroville sono bandite politica, religione e proprietà privata. È governata da una Fondazione riconosciuta dal Parlamento indiano. Per diventare cittadini bisogna essere convinti della sostanziale unità dell’umanità e voler collaborare perché questa unità si realizzi, oltre ad avere almeno 22 aani.
La sTAMPA, 15 GIUGNO 2008
L'ordine dei medici di Genova: andremo a fondo sul dentista che curava in cambio di sesso
GENOVA (16 giugno) - L'ordine dei medici di Genova andrà a fondo alla questione del dentista che ha annunciato sul web cure dentali in cambio di sesso. La vicenda è divenuta di pubblico dominio dopo che una cronista de «Il Secolo XIX» ha risposto al suo annuncio e l'ha intervistato. «Mi muoverò con cautela ma andrò fino in fondo a questa faccenda assolutamente disdicevole che getta cattiva luce sulla categoria in un momento in cui è già abbastanza vessata» afferma il presidente dell'ordine dei medici di Genova Enrico Bartolini.
«In primo luogo - precisa - mi rivolgerò al quotidiano che ha condotto l'inchiesta per chiedere collaborazione. Se non otterrò informazioni scriverò alla Procura della Repubblica per sapere se hanno aperto un fascicolo. In terzo luogo, mi rivolgerò ai carabinieri del Nas».
Il medico, con studio nel centro storico di Genova, aveva messo un annuncio sulla bacheca virtuale Kijiji.it usando il nomignolo «Driver500cc».
Il messaggero 16 giugno 2008
«In primo luogo - precisa - mi rivolgerò al quotidiano che ha condotto l'inchiesta per chiedere collaborazione. Se non otterrò informazioni scriverò alla Procura della Repubblica per sapere se hanno aperto un fascicolo. In terzo luogo, mi rivolgerò ai carabinieri del Nas».
Il medico, con studio nel centro storico di Genova, aveva messo un annuncio sulla bacheca virtuale Kijiji.it usando il nomignolo «Driver500cc».
Il messaggero 16 giugno 2008
Pescara, truffa ai danni di ricche donne tedesche: filmate durante rapporti sesuali e ricattate
PESCARA (14 giugno) - Filmavano ricche donne tedesche durante rapporti sessuali e poi le ricattavano. A gestire la truffa una famiglia di Pescara e un complice svizzero. L'uomo, Helg Sgarbi, 43 anni, agganciava in Germania donne facoltose e il capo famiglia di Pescara, Ernano Barretta, 68 anni originario di Pescosansonesco filmava i loro rapporti sessuali. Poi le ricattava. Insieme a Barretta sono finiti in carcere la moglie, Beatrice Batschelet, 50 anni, svizzera, e il figlio Marcello, 32 anni, nato in Svizzera. La figlia Clelia, 35 anni, anche lei di origini svizzere, è stata posta agli arresti domiciliari. Sgarbi è stato arrestato in Germania. In carcere anche la moglie Franziska Gabrielle Sgarbi, 40 anni. L'organizzazione aveva la propria sede a Pescosansonesco (Pescara) presso il rifugio Valle Grande gestito da Barretta. I soldi delle estorsioni venivano investiti in immobili e auto di lusso. In totale si ritiene che le truffe abbiano fruttato all'organizzazione circa 9 milioni e 600 mila euro. Le accuse per la banda sono truffa, estorsione, riciclaggio, e reimpiego di denaro derivante da attività delittuosa. Le misure cautelari sono state emesse dal gip del tribunale di Pescara, Maria Gabriella Tascone, su richiesta del Pm Gennaro Varone.
Il messaggero 16 giugno 2008
Sequestrate nel rifugio di Pescosansonesco una decina di auto di grossa cilindrata tra Ferrari, Audi, Mercedes e Lamborghini e un milione e 700 mila euro in contanti che Barretta teneva nascosti.
Le indagini hanno preso il via in Germania in seguito a truffe ai danni di due donne avvenute nell'ultimo semestre del 2007. Nel febbraio 2008 della vicenda è stata interessata la Polizia di Pescara, a cui le autorità tedesche hanno chiesto di ritrovare sette milioni di euro estorte a una tedesca. Nel frattempo nel gennaio 2008 in Germania è stato arrestato in fragranza di reato Sgarbi mentre da una donna si faceva consegnare 14 milioni di euro. Secondo l'accusa Ernano Barretta inoltre a Pescosansonesco si era creato l'immagine di Santone, tanto che l'operazione è stata chiamata «Settari» per riuscire ad avere attorno a sè e alla propria famiglia persone, per lo più donne straniere, da far lavorare nel rifugio gratuitamente e più in generale per farsi dare del denaro. Il rifugio è stato oggetto di perquisizione il 29 maggio scorso e in quella occasione sono stati trovati un milione e 700 mila euro in contanti.
Il messaggero 16 giugno 2008
Sequestrate nel rifugio di Pescosansonesco una decina di auto di grossa cilindrata tra Ferrari, Audi, Mercedes e Lamborghini e un milione e 700 mila euro in contanti che Barretta teneva nascosti.
Le indagini hanno preso il via in Germania in seguito a truffe ai danni di due donne avvenute nell'ultimo semestre del 2007. Nel febbraio 2008 della vicenda è stata interessata la Polizia di Pescara, a cui le autorità tedesche hanno chiesto di ritrovare sette milioni di euro estorte a una tedesca. Nel frattempo nel gennaio 2008 in Germania è stato arrestato in fragranza di reato Sgarbi mentre da una donna si faceva consegnare 14 milioni di euro. Secondo l'accusa Ernano Barretta inoltre a Pescosansonesco si era creato l'immagine di Santone, tanto che l'operazione è stata chiamata «Settari» per riuscire ad avere attorno a sè e alla propria famiglia persone, per lo più donne straniere, da far lavorare nel rifugio gratuitamente e più in generale per farsi dare del denaro. Il rifugio è stato oggetto di perquisizione il 29 maggio scorso e in quella occasione sono stati trovati un milione e 700 mila euro in contanti.
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