La decisione del gip collegiale: fondato l'impianto accusatorio
Sono state confermate dal nuovo organo collegiale, composto da tre giudici per le indagini preliminari, istituito dal recente decreto del governo, le misure cautelari sia agli arresti domiciliari sia quelle interdittive nei confronti dei 25 indagati (tra i quali la vice di Bertolaso, Marta Di Gennaro, responsabili degli impianti di cdr, dirigenti Fibe) accusati di presunti illeciti nello smaltimento dei rifiuti in Campania. Lo ha reso noto ieri il procuratore Giovandomenico Lepore. «Il positivo vaglio giurisdizionale effettuato da diversi organi del Tribunale, per un totale di dieci giudici, conferma - ha sottolinea il procuratore a margine di una conferenza stampa su trenta fermi eseguiti in materia di terrorismo internazionale - la fondatezza dell'impianto accusatorio». Ecco le motivazioni che hanno spinto il gip collegiale (in questo caso la sezione era composta dai gip Antonella Terzi, Giuseppe Ciampa e Nicola Miraglia del Giudice) ad assumere questa decisione: «Vanno integralmente condivise le argomentazioni svolte dal gip nell'ordinanza impositiva della misura e ribadite in quella con la quale la stessa veniva attenuata per taluni indagati. L'impianto accusatorio ha poi ricevuto un'ulteriore collaborazione dagli esiti degli interrogatori di garanzia di numerosi indagati, in particolari dalle ammissioni dei sette capi-impianto, che hanno riferito dell'effettivo malfunzionamento di alcuni macchinari installati negli impianti di selezione dei rifiuti della Fisia, di sergio asprone e di Dino Di Battista, che hanno parlato dell'omesso o comunque non corretto funzionamento della frazione umida». Accuse corroborate anche dalle dichiarazioni di altri indagati «che hanno convenuto sul cattivo stato degli impianti e dei macchinari - a loro noto - e hanno indicato responsabilità correnti».
Il mattino 19 giugno 2008
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