15/6/2008 (7:44)
L’ombra della pedofilia su Auroville, l’ultimo villaggio hippy dell’India meridionale
PABLO TRINCIA
Per circa 40 anni, il suo nome è stato sinonimo di pace e tranquillità: Auroville, la Città dell’alba. Una piccola Utopia abitata da idealisti, anarchici e figli dei fiori ritrovatisi in una provincia dell’India meridionale. Da qualche giorno, tuttavia, i termini idilliaci di armonia, sogno e unità umana hanno lasciato il posto a quelli infamanti di scandalo, abusi sessuali e pedofilia. A far scoppiare la bomba è stato un servizio della Bbc andato in onda a fine maggio. Si parla di adescamenti, di occidentali che attirano i bambini dai poveri villaggi circostanti – dove vivono le comunità Tamil –, di sesso in cambio di denaro o cibo, di omertà tra i membri del centro, di scarso controllo. «Quando avevo dieci anni ho avuto una relazione con un abitante di Auroville», dice un giovane identificato con il nome di Sundrun. «Mi vergogno ancora oggi per quello che è successo. Ma è una prassi che continua ad aver luogo, soprattutto nelle aree intorno alla spiaggia».
Tesi confermata in parte da un ex abitante di Auroville, Raj Bandra, il quale – intervistato – accusa la comunità di totale disinteresse nella questione. «Quando ho sentito di questi abusi ne ho parlato con gli altri membri», dice. «Appena hanno saputo che le vittime erano indiane e non occidentali, hanno perso interesse nella vicenda. I colpevoli se la cavano proprio per questo motivo». Accuse pesanti, di quelle indelebili, che rischiano di mettere in imbarazzo più di qualche abitante. Auroville è stata supportata attivamente dall’Unesco, riceve fondi dal governo indiano, ha diversi donatori internazionali. Presto, qualcuno potrebbe chiudere i rubinetti. Forse non aveva in mente questo Mirra Alfasa, la donna che quattro decenni fa fondò questa piccola comunità a 12 chilometri dalla città di Pondicherry. I suoi discepoli, che la ricordano ancora come “la Madre”, sono andati avanti. Hanno invitato architetti da ogni angolo del pianeta e costruito un centro e il tempio di Matrimandir (la famosa cupola d’oro), oltre a un complesso residenziale a forma di spirale, che oggi ospita i quasi 1800 residenti (più della metà dei quali stranieri). Hanno trovato finanziamenti, creato una zona tax-free, sviluppato l’agricoltura di un’area verde di quasi 500 ettari, costruito scuole e quartieri dai nomi altamente evocativi: Sincerità, Aspirazione, Fratellanza, Abbandono, Avventura. Oggi ci possono passare anche turisti e semplici curiosi. I quali, dopo lo scandalo sugli abusi, potrebbero scegliere altre mete. Anche se – va detto – l’impietoso servizio dell’emittente britannica qualche dubbio lo lascia.L’India è un paese molto conservatore e chi viene sorpreso ad adescare bambini, corre il rischio di essere linciato in mezzo alla strada. E dunque: se la pedofilia è una pratica da anni così apertamente diffusa tra gli occidentali di Auroville, come mai i genitori dei villaggi Tamil circostanti continuano a mandare i figli nelle scuole della comunità? Carel Thieme, uno dei coordinatori di Auroville che abbiamo raggiunto telefonicamente, ci spiega che – in passato – tre persone sono state allontanate dopo essere state accusate di abusi su minori.
«La Bbc ha montato un pezzo scandalistico che rischia di danneggiarci, visto che per le nostre attività sociali riceviamo fondi dall’estero», dice Thieme, arrivato ad Auroville dall’Olanda 22 anni fa. «Questa è una regione piena di turisti alla ricerca di bambini. Ma cosa c’entra questo, con il nostro centro? Perché le persone che oggi ci accusano nel servizio tv non hanno mai sporto denuncia?». Loïch Rich, un 35enne inglese che lavora come freelance, è vissuto per alcuni mesi ad Auroville, all’età di nove anni. Loïch non ha un bel ricordo del posto: «È una setta religiosa che mostra arroganza, ingenuità e rifiuto dei valori liberali della classe media», racconta sulle pagine del quotidiano online The First Post. «Mettono in serio pericolo i propri bambini. Ai tempi della mia permanenza avevo sentito parlare di rapporti tra adolescenti, rapporti sessuali con bambini dei villaggi Tamil circostanti e persino quello che oggi definirei abusi sessuali su minori». Per intuire cos’è Auroville potrebbe bastare un dettaglio: dalle fontane di questa città dell’armonia zampilla acqua dinamizzata, ossia passata attraverso un curioso processo di purificazione. Il liquido viene lasciato per qualche ora ad ascoltare le musiche di Bach e Mozart, prima di essere considerato potabile. La comunità è stata fondata da Mirra Alfasa, una santona cresciuta a Parigi a cavallo fra ‘800 e ‘900 ma emigrata ben presto in Algeria per compiere studi di occultismo. Affascinata dal paranormale, negli Anni 40 si legò al guru Sri Aurobindo e al suo ashram nel Sud dell’India. Sognava una nuova umanità.
I suoi discepoli la chiamavano Mère, Madre. Nel 1968, ormai novantenne, costruì questa città ideale in cui oggi vivono oltre 1500 persone provenienti dai quattro angoli del mondo. Da Auroville sono bandite politica, religione e proprietà privata. È governata da una Fondazione riconosciuta dal Parlamento indiano. Per diventare cittadini bisogna essere convinti della sostanziale unità dell’umanità e voler collaborare perché questa unità si realizzi, oltre ad avere almeno 22 aani.
La sTAMPA, 15 GIUGNO 2008
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