lunedì 16 giugno 2008
Rifiuti, nuova indagine: nel mirino dei pm i carichi di immondizia dirottati da Lipsia in altri siti tedeschi
DANIELA DE CRESCENZO Sarà la Germania la prossima tappa degli inquirenti che stanno indagando sui treni dei rifiuti. La missione potrebbe essere imminente. L’obiettivo: stabilire dove realmente finiva la nostra spazzatura. In questo caso la rotta dell’immondizia sarebbe inversa a quella utilizzata dai clan che hanno riempito la Campania di rifiuti tossici. I pm Sirleo e Noviello con l’inchiesta «rompiballe» hanno ipotizzato, infatti, che i rifiuti portati oltralpe dalla Ecolog non fossero recuperati negli impianti della Wev, come previsto dal contratto, ma finissero fraudolentemente in discarica. Dopo 25 arresti le indagini continuano e i carabinieri del Noe collaboreranno con i magistrati anche nella nuova trasferta. Per ricostruire la trama del giallo che va in scena tra Napoli e Lipsia bisogna fare un passo indietro. E tornare a quel Kurt Schmitz che nell'ordinanza del Gip Rosanna Saraceno è più volte citato. Secondo il magistrato, il tedesco, già denunciato nel suo Paese per traffico illecito dei rifiuti, «ha curato e mantenuti rapporti tra Miracle e tale Doruch gestore o responsabile della discarica tedesca» L’imprenditore è uno dei soci della Gts, la società che negli ultimi momenti di vita della Ddr acquistò per una cifra che si avvicina agli attuali 5 milioni di euro la miniera di salgemma di Teutchsental nei pressi di Lipsia. Nel 2000 Schmitz fu ascoltato dalla commissione rifiuti italiana e spiegò che la miniera poteva essere agevolmente riempita di ogni tipo di immondizia avendo una impermeabilizzazione naturale. Negli anni successivi ci finirono anche gli scarti di Porto Marghera. Nella Gts Italia ha una quota azionaria anche l’Aim, l’azienda pubblica di Vicenza presieduta fino a qualche anni fa da Giuseppe Rossi, che ha poi lasciato perchè coinvolto, attraverso la Servizi Costieri, nell’inchiesta Houdini su un traffico illecito di rifiuti. Ma Schmitz parla agli italiani per conto della Wev, l’impresa che avrebbe dovuto bruciare l’immondizia mandata in Germania con il codice R12 che indica «Scambio di rifiuti». Naturalmente non c’è stato alcuno scambio, e secondo gli inquirenti, anche nessun recupero. Lo spiega chiaramente lo stesso Schmitz in una conversazione con il direttore tecnico della Ecolog, Lorenzo Miracle, intercettata dagli inquirenti: «Va quasi tutto in discarica», ripete il tedesco In Germania i siti possono essere riempiti solo con spazzatura stabilizzata. Ma nelle intercettazioni si parla di «una passata veloce» da fare negli impianti della Wev proma di seppellire tutto nella solita buca. Quando i boss nascondevano veleni in Campania gli imprenditoro settentrionali dimezzavano i costi e il business criminale volava. Ma la spazzatura portata in Germania è stata, invece, pagata a peso d'oro dai contribuenti. Il primo contratto con la Ecolog, infatti, fu stipulato dal commissarato nel febbraio del 2001 e da allora è stato sempre rinnovato con una spesa complessiva che si aggira intorno ai 200 milioni di euro. Una bella cifra per nascondere ancora una volta l'immondizia in una buca.
Il Mattino 16 giugno 2008
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