PESCARA (14 giugno) - Filmavano ricche donne tedesche durante rapporti sessuali e poi le ricattavano. A gestire la truffa una famiglia di Pescara e un complice svizzero. L'uomo, Helg Sgarbi, 43 anni, agganciava in Germania donne facoltose e il capo famiglia di Pescara, Ernano Barretta, 68 anni originario di Pescosansonesco filmava i loro rapporti sessuali. Poi le ricattava. Insieme a Barretta sono finiti in carcere la moglie, Beatrice Batschelet, 50 anni, svizzera, e il figlio Marcello, 32 anni, nato in Svizzera. La figlia Clelia, 35 anni, anche lei di origini svizzere, è stata posta agli arresti domiciliari. Sgarbi è stato arrestato in Germania. In carcere anche la moglie Franziska Gabrielle Sgarbi, 40 anni. L'organizzazione aveva la propria sede a Pescosansonesco (Pescara) presso il rifugio Valle Grande gestito da Barretta. I soldi delle estorsioni venivano investiti in immobili e auto di lusso. In totale si ritiene che le truffe abbiano fruttato all'organizzazione circa 9 milioni e 600 mila euro. Le accuse per la banda sono truffa, estorsione, riciclaggio, e reimpiego di denaro derivante da attività delittuosa. Le misure cautelari sono state emesse dal gip del tribunale di Pescara, Maria Gabriella Tascone, su richiesta del Pm Gennaro Varone.
Il messaggero 16 giugno 2008
Sequestrate nel rifugio di Pescosansonesco una decina di auto di grossa cilindrata tra Ferrari, Audi, Mercedes e Lamborghini e un milione e 700 mila euro in contanti che Barretta teneva nascosti.
Le indagini hanno preso il via in Germania in seguito a truffe ai danni di due donne avvenute nell'ultimo semestre del 2007. Nel febbraio 2008 della vicenda è stata interessata la Polizia di Pescara, a cui le autorità tedesche hanno chiesto di ritrovare sette milioni di euro estorte a una tedesca. Nel frattempo nel gennaio 2008 in Germania è stato arrestato in fragranza di reato Sgarbi mentre da una donna si faceva consegnare 14 milioni di euro. Secondo l'accusa Ernano Barretta inoltre a Pescosansonesco si era creato l'immagine di Santone, tanto che l'operazione è stata chiamata «Settari» per riuscire ad avere attorno a sè e alla propria famiglia persone, per lo più donne straniere, da far lavorare nel rifugio gratuitamente e più in generale per farsi dare del denaro. Il rifugio è stato oggetto di perquisizione il 29 maggio scorso e in quella occasione sono stati trovati un milione e 700 mila euro in contanti.
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