Garlasco: per l'accusa Stasi ha mentito sulla chiamata al 118. Un testimone: "Vidi un uomo chino su una bici"
L'AUDIO DELLA TELEFONATA AL 118
È ancora guerra sulle perizie, al processo sull'omicidio di Chiara Poggi, in tribunale a Vigevano. La pubblica accusa ritiene che l'imputato, Alberto Stasi, abbia mentito sulla telefonata che fece al 118 il giorno dell'omicidio. Anziché chiamare dalla casa di Chiara, secondo l'accusa Stasi avrebbe telefonato quando già era vicino ai carabinieri: lo confermerebbe il fatto che il suo telefono abbia agganciato la cellula Telecom vicina alla caserma di Garlasco.
La telefonata al 118, di cui peraltro si trova registrazione in parecchi siti internet, è stata sempre uno dei punti più controversi fra difesa e accusa. Alberto Stasi ha sempre sostenuto di aver fatto quella telefonata al Pronto soccorso dopo essere entrato in casa di Chiara e averla trovata riversa sulle scale e mentre raggiungeva la caserma dei carabinieri a meno di un chilometro di distanza.
L'accusa sostiene invece che Alberto, dopo aver ucciso Chiara ed essersene tornato a casa sua, ha raggiunto di nuovo casa Poggi, ma senza entrarci nuovamente e si è diretto subito alla stazione dei carabinieri. Da lì davanti avrebbe fatto la telefonata al 118. A sostegno di questa tesi ci sarebbe la registrazione di alcuni rumori, come lo scatto del cancello della caserma.
Dalla superperizia disposta dal gup Stefano Vitelli emergerebbe che Stasi avrebbe potuto benissimo cominciare la telefonata davanti a casa Poggi e terminarla davanti alla caserma dei carabinieri.
In aula è stato proiettato anche un video che ricostruisce la possibile fuga in bici dell'assassino, che avrebbe avuto 9 minuti per uccidere. Secondo gli esperti super partes l'attore che impersona l'assassino pedala troppo velocemente, quindi il video non sarebbe realistico.
Le prossime udienze sono state fissate per il 4 novembre (quando si discuterà la perizia medico-legale) e l'11 novembre, quando si parlerà della consulenza chimica e di quella sulla camminata di Alberto sulla scena del crimine.
Intanto spunta un supertestimone nella vicenda. Un musicista amico del padre di Chiara, Pietro Emilio Franchioli, avrebbe visto una persona china su una bici, come se controllasse la ruota anteriore. La testimonianza di Franchioli è approdata a "Chi l'ha visto?" ed è riportata anche da Qn. A Franchioli sembrò che si trattasse di un uomo, ma non è sicuro, e nemmeno vide bene di che colore fosse la bici.
È ancora guerra sulle perizie, al processo sull'omicidio di Chiara Poggi, in tribunale a Vigevano. La pubblica accusa ritiene che l'imputato, Alberto Stasi, abbia mentito sulla telefonata che fece al 118 il giorno dell'omicidio. Anziché chiamare dalla casa di Chiara, secondo l'accusa Stasi avrebbe telefonato quando già era vicino ai carabinieri: lo confermerebbe il fatto che il suo telefono abbia agganciato la cellula Telecom vicina alla caserma di Garlasco.
La telefonata al 118, di cui peraltro si trova registrazione in parecchi siti internet, è stata sempre uno dei punti più controversi fra difesa e accusa. Alberto Stasi ha sempre sostenuto di aver fatto quella telefonata al Pronto soccorso dopo essere entrato in casa di Chiara e averla trovata riversa sulle scale e mentre raggiungeva la caserma dei carabinieri a meno di un chilometro di distanza.
L'accusa sostiene invece che Alberto, dopo aver ucciso Chiara ed essersene tornato a casa sua, ha raggiunto di nuovo casa Poggi, ma senza entrarci nuovamente e si è diretto subito alla stazione dei carabinieri. Da lì davanti avrebbe fatto la telefonata al 118. A sostegno di questa tesi ci sarebbe la registrazione di alcuni rumori, come lo scatto del cancello della caserma.
Dalla superperizia disposta dal gup Stefano Vitelli emergerebbe che Stasi avrebbe potuto benissimo cominciare la telefonata davanti a casa Poggi e terminarla davanti alla caserma dei carabinieri.
In aula è stato proiettato anche un video che ricostruisce la possibile fuga in bici dell'assassino, che avrebbe avuto 9 minuti per uccidere. Secondo gli esperti super partes l'attore che impersona l'assassino pedala troppo velocemente, quindi il video non sarebbe realistico.
Le prossime udienze sono state fissate per il 4 novembre (quando si discuterà la perizia medico-legale) e l'11 novembre, quando si parlerà della consulenza chimica e di quella sulla camminata di Alberto sulla scena del crimine.
Intanto spunta un supertestimone nella vicenda. Un musicista amico del padre di Chiara, Pietro Emilio Franchioli, avrebbe visto una persona china su una bici, come se controllasse la ruota anteriore. La testimonianza di Franchioli è approdata a "Chi l'ha visto?" ed è riportata anche da Qn. A Franchioli sembrò che si trattasse di un uomo, ma non è sicuro, e nemmeno vide bene di che colore fosse la bici.
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