Al processo che si celebra col rito abbreviato si scava nei dettagli per capire se l'unico accusato del delitto stia mentendo o no
ultimo aggiornamento: 27 ottobre, ore 21:20
Milano, 27 ott. (Adnkronos) - A oltre due anni dall'omicidio di Chiara Poggi, la terza bicicletta posseduta da Alberto potrebbe entrare a far parte del processo che si celebra col rito abbreviato. Le altre due bici, sequestrate in precedenza all'imputato, non hanno fornito elementi schiaccianti per risolvere il delitto
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Milano, 27 ott. (Adnkronos) - E' nell'analisi dei dettagli, anche quelli apparentemente piu' insignificanti, che si sta scavando per capire se Alberto Stasi, accusato dell'omicidio della fidanzata Chiara Poggi, stia mentendo oppure no. A dirlo potrebbe essere anche il cellulare di Chiara su cui il giudice di Vigevano, Stefano Vitelli ha chiesto ulteriori indagini. Nelle sue dichiarazioni Alberto afferma di aver telefonato piu' volte, durante la mattina del 13 agosto 2007, giorno del delitto, al cellulare di Chiara ma sul suo display quel numero di chiamate, senza risposta, sembrerebbe non corrispondere.
Bisognera' dunque stabilire se il cellulare di Chiara e' in grado di registrare solo l'ultima chiamata persa o se, invece, Alberto potrebbe aver mentito. Un dettaglio, come quello sulla telefonata al 118 che Alberto dice di aver fatto davanti a casa Poggi. Una voce di sottofondo, pero', secondo l'accusa non lascia dubbi: il biondino era' gia' davanti alla caserma dei carabinieri. Un punto su cui ieri, in aula, accusa e difesa si erano dati battaglia. a spuntarla era stata il pm Rosa Muscio: i periti super partes hanno 'corretto' la loro consulenza non escludendo che Alberto potesse essere piu' vicino alla caserma che alla villetta della vittima. Diversamente da quanto scritto in precedenza, il gup di Vigevano non ha sciolto la riserva sul possibile sequestro della terza bicicletta di Alberto. Una bicicletta nera da donna che dal giorno del delitto si trova nell'officina di papa' Stasi e sulla quale gli inquirenti si erano da subito espressi: non e' quella vista da una vicina, appoggiata al muro di casa Poggi, la mattina del delitto.
Le voci iniziali sul rigetto dell'istanza, trapelate dalla porta chiusa dell'aula in cui si svolge il processo, sono state smentite dagli stessi protagonisti. Il giudice si e' riservato sul possibile sequestro fino a quando non ascoltera' il maresciallo Marchetto della caserma di Garlasco e una vicina di casa che ha visto una bici parcheggiata davanti a casa Poggi, ma non ricorda con precisione se si trattava della mattina del delitto. La loro testimonianza e' attesa per la prossima udienza, fissata per venerdi'.
Il sequestro al quale si e' opposta la difesa e' stato chiesto da Gian Luigi Tizzoni, legale che tutela gli interessi della famiglia della vittima. A oltre due anni dal delitto, era il 13 agosto 2007, la terza bicicletta posseduta da Alberto potrebbe entrare a far parte del processo che si celebra col rito abbreviato. Le altre due bici, sequestrate in precedenza all'imputato, non hanno fornito elementi schiaccianti per risolvere il delitto.
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