(m.rom.) Le carte le vogliono scoprire un po' alla volta. Ed è per questo motivo che il pool di difensori di Olindo Romano e Rosa Bazzi (capeggiato dal noto penalista lariano Enzo Pacia) stanno temporeggiando in questi giorni. Fanno capire e poi ritraggono. Forse sì, ma forse anche no. La loro nuova mossa in Corte di Assise - dove domattina riprenderà con una nuova udienza il processo per la strage di Erba - potrebbe essere quella della perizia psichiatrica. Una possibile via di fuga per evitare - in caso di condanna - il carcere a vita. Ma per cercare di imboccare la strada, certo non meno difficile, dell'ospedale psichiatrico giudiziario. Il 'saggio' Pacia chiama attorno a sé i due colleghi del collegio e sorride sornione: «Perizia ' Questo lo dite voi... E poi noi vogliamo stare abbottonati e giocare bene le nostre carte».Lasciando chiaramente intendere - anche ai più profani - che hanno in serbo qualche sorpresa da presentare ai giudici. Compresa la richiesta - o meglio, un sollecito ai giudici - di attuare i loro poteri e disporre la consulenza psichiatrica per accertare le capacità dei coniugi Romano. Ipotesi suggestiva, ma anche ipotetica. Molto ipotetica. Visto che a processo già iniziato - e con i primi testimoni già sentiti - sarà davvero difficile riuscire a convincere il presidente Bianchi ed i componenti della giuria popolare che è necessaria la perizia psichiatrica. Una strada che può sembrare ormai tardiva. Tanto più una consulenza d'ufficio disposta dalla Corte. I due imputati, al momento, non hanno evidenziato alcunché di anomalo. E dunque un'eventuale consulenza va inquadrata seriamente in ottica dibattimentale: può servire oppure è solo una perdita di tempo'Ma non è neppure escluso che Pacia e soci possano scegliere altre mosse. Domani si saprà già qualcosa. I tre, infatti, dovranno affrontare un'udienza impegnativa, forse una delle più cruciali del processo. Quella con due testimoni chiave da parte del Pm Massimo Astori che finora ha 'incassato' pareri a lui favorevoli dai giudici su eccezioni preliminari e testi da ammettere in aula. A sedersi sulla sedia dell'Assise, infatti, prima Massimo Bardazza, consulente per l'incendio appiccato nella casa di Raffaella Castagna, poi il medico legale Giovanni Scola. Che, inevitabilmente, dovrà ripercorrere l'orrore di quella sera con la sequenza della morte, i colpi inferti alle quattro vittime, la loro gravità. Saranno mostrate in aula - ma solo ai giudici e ai vari testimoni - alcune foto di particolari molto crudi dell'esame autoptico. Scola potrebbe dare un nuovo spunto alla tesi del pm che ritiene Olindo e Rosa autori del massacro alla pari, ugualmente responsabili: se la donna, infatti, ha ammesso nella sua prima confessione di avere ucciso il piccolo Youssef, sul suo braccio potrebbero essere rimaste 'tracce' della mano di Olindo. Un livido e alcuni segni che, secondo l'accusa, sarebbero la 'firma' dei due imputati sui cadaveri. Per questo quella che si apre domani alle 9 sarà un'udienza cardine. Al pari di quella che vedrà sedersi sulla sedia dei testimoni il superstite Mario Frigerio, probabilmente ai primi di marzo.
Corriere di Como 3 febbraio 2008
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