giovedì 11 marzo 2010

La giornalista sposa il mostro: «L’ho amato da sempre»

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di Patricia Tagliaferri

Roma Alla fine lo hanno trovato, andandolo a scovare tra le associazione di volontariato e dopo un inutile appello ai Tg alla vigilia della cerimonia, il quarto testimione che mancava all’appello. E ieri, alla fine, l’improbabile matrimonio tra la giornalista Donatella Papi, che mesi fa aveva annunciato pubblicamente il suo amore, e il massacratore del Circeo Angelo Izzo, è stato celebrato.

Luogo delle nozze: il carcere di Viterbo, dove lui sta scontando due ergastoli per l’omicidio di Rosaria Lopez, seviziata e uccisa nel 1975 in una villetta del Circeo e per quello di Maria Carmela Linciano e di sua figlia Valentina Maiorano, di 14 anni, eliminate e sepolte nel giardino di un’abitazione di Ferrazzano, in provincia di Campobasso, nel 2005, mentre Izzo era in semilibertà.

Un passato da brivido, dunque, che pare non aver turbato affatto la neosposa, convinta più che mai del grande passo. «Ho sposato l’uomo che amavo da sempre - ha commentato la Papi uscendo dal penitenziario - e lui ha detto sì alla donna che lo aspettava da tutta una vita. È stato un vero matrimonio d’amore». Una cerimonia intima. C’erano solo i due sposi, i quattro testimoni trovati a fatica dopo molti rifiuti, un pubblico ufficiale dell’ufficio Stato civile, il direttore generale del Comune di Velletri e il direttore del carcere, Claudio Picardi. Nessun parente di marito e moglie, assenti anche i difensori di Izzo. L’atmosfera era comunque quella del grande evento.

Lei si era fatta bella per l’ormai marito-ergastolano. Aveva i capelli biondi raccolti sulla nuca e indossava un abito di seta rosa cipria e un soprabito bianco, scarpe decoltè nere e borsa in tinta. «Sono una sposa serena - ha assicurato ai giornalisti che assediavano l’uscita del carcere -. Non ho paura, non abbiamo fatto nulla di male». Donatella Papi ha ringraziato tutti coloro che le hanno consentito di coronare il suo sogno d’amore e ha raccontato di quando conobbe Izzo giovanissima, oltre 35 anni fa, nel quartiere dove entrambi abitavano. «Angelo è un uomo con un enorme patrimonio spirituale - ha detto - è dotato di un autentico codice sentimentale. Ha alle spalle una grave situazione, ma non per questo non ha il diritto di sposarsi». Lei era e resta convinta dell’innocenza dell’uomo al quale ha detto sì, lui, accusato di crimini orrendi, è stato comunque ritenuto capace di intendere e di volere dai giudici. Un matrimonio che ha lasciato perplessi un po’ tutti. «Mi sorella direbbe “povera Papi, la farà fuori sicuramente”.

E non ci sono dubbi, ma del resto ognuno sceglie come morire e lei evidentemente vuole morire tra le braccia di Izzo. A meno che non lo uccida lei per difendersi», commenta Letizia Lopez, sorella di Rosaria, vittima del massacro del Circeo. «Non posso intromettermi nelle decisioni private - dice l’avvocato Filomena Russo, che assiste il detenuto - certo ho le mie riserve, che sono di carattere strettamente professionale. Di fronte a questa vicenda mi pongo come spettatrice. Credo nei buoni propositi della moglie che ha ritenuto di sposarsi con una persona come Izzo, ma forse dietro a questo matrimonio potrebbero esserci altre motivazioni che al momento ci sfuggono». «Pensiamo alle cose serie», taglia invece corto Stefano Chiriatti, legale di alcuni familiari delle vittime.
il giornale 11 marzo 2010

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