Forte come un toro, robusto e con i capelli corti
Il fax giunto in Procura
Passano i giorni, scorrono i testimoni. Le dichiarazioni vengono sostenute, molte confermate, alcune ritrattate. Ma da sempre la certezza suprema è che il vero punto di svolta del processo per la strage di Erba dell'11 dicembre 2006 sarà il 28 febbraio, giorno in cui dovrebbe entrare in aula il supertestimone, Mario Frigerio, scampato al massacro solo per miracolo e, per usare le parole del medico legale Giovanni Scola, dopo che «era già morto». Molto è stato detto in questi mesi sulle sue prime descrizioni dell'aggressore, su quella «carnagione olivastra» e quello «straniero» che sembrano - è la tesi della difesa - alleggerire la posizione di uno dei due imputati, Olindo Romano. Ma secondo il fax inviato alla Procura di Como dall'avvocato di Frigerio, Manuel Gabrielli, le cose sarebbero diverse e l'identikit, già in quelle ore concitate successive alla strage, molto preciso.A partire proprio dalle dichiarazioni date a Simone Pizzotti - la mattina del 15 dicembre 2006 - che non conterrebbero nessun riferimento alla persona «straniera» ma solo alla «carnagione olivastra», aggiunte a particolari come «forte come un toro», oppure «occhi da cattivo». Solo poche ore dopo, inoltre, di fronte al proprio avvocato, la descrizione di Frigerio si faceva oltremodo precisa, pur senza nominare ancora espressamente Olindo Romano. Nell'ormai famoso fax inviato da Gabrielli alla Procura la mattina seguente, il 16 dicembre, Frigerio descriverebbe infatti il suo aggressore come «una persona più alta di me», con «molti capelli neri e corti», «senza cicatrici», «molto robusto». Confermano il «forte come un toro» detto a Pizzotti solo qualche ora prima, ma già cancellando ogni riferimento alla «carnagione olivastra».Un identikit, quello dato dunque da Mario Frigerio al suo legale nella sera del 15 dicembre, corrispondente in gran parte alla figura di Olindo Romano, il vicino di casa che mai e poi mai il marito di Valeria Cherubini si sarebbe aspettato di trovarsi di fronte quando, una volta avvicinatosi alla porta di Raffaella Castagna, fu assalito dalla furia devastatrice dell'assassino di via Diaz. Il nome di Olindo Romano, il vicino insospettabile, uscì poi dalla bocca del supertestimone il 26 dicembre prima e il 2 gennaio poi, davanti ai pubblici ministeri Massimo Astori e Antonio Nalesso. Una vicenda che comunque verrà ripercorsa, come detto, il 28 febbraio, quando Mario Frigerio sarà in aula e deporrà con i figli, Andrea e Elena.
Corriere di Como Mauro Peverelli
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