sabato 2 maggio 2009

Garlasco, Sentenza rinviata. Alberto, "Voglio solo la verità"

Alberto: «Voglio solo la verità»

L’indagato: avrei desiderato essere già fuori, l’importante è chiarire tutto

VIGEVANO (Pavia) — «So­no interessato solo a che si giunga alla verità». Arriva co­sì, al termine di una giornata convulsa, la reazione di Alber­to Stasi. Lui, che dall’inizio del processo che lo vede come uni­co imputato per l’omicidio del­la fidanzata Chiara Poggi ha già perso notti di sonno e di­versi chili, ha ascoltato l’ordi­nanza del giudice Stefano Vitel­li impassibile, come sempre. Mentre si allontanava dal tri­bunale di Vigevano dopo la de­cisione del gup di disporre nuovi supplementi di indagi­ni, il giovane si è lasciato anda­re a un solo commento: «Avrei voluto essere già fuori, ma l’importante è che tutto sia chiarito». E ad un certo punto ieri è sembrato davvero che la verità sul delitto avvenuto il 13 agosto 2007 a Garlasco sa­rebbe stata chiarita entro sera.

Al termine delle controrepli­che della difesa (che ha parla­to per quasi cinque ore), infat­ti, qualcuno aveva interpreta­to il saluto del giudice alle par­ti come una possibile antica­mera della sentenza. Di inno­cenza o colpevolezza. «Ci ve­diamo per la sentenza sull’omi­cidio, poi deciderò per il secon­do processo sulla pedoporno­grafia », erano state le parole del gup. Alla fine il pronuncia­mento non è arrivato né per l’una né per l’altra accusa. E quando, al termine di una ca­mera di consiglio durata quat­tro ore, il giudice si è espresso tracciando la terza via, quella di nuove perizie, gli avvocati della difesa e della parte civile hanno rotto un silenzio lungo nove udienze. I genitori di Chiara, Rita e Giuseppe Poggi, fuori dall’aula non hanno evi­tato i giornalisti e, per la pri­ma volta dall’inizio del proces­so, hanno accompagnato il lo­ro legale, l’avvocato Gian Lui­gi Tizzoni, davanti a fotografi e telecamere: «Siamo soddi­sfatti perché, anche se ci vorrà ancora del tempo, le perizie di­sposte dal gup andranno a chiarire tutti i punti più con­troversi di questo procedimen­to », è stato il commento di Tiz­zoni.

Che rilancia, sicuro: «Siamo così convinti che un perito su­per- partes non possa far altro che confermare le nostre tesi che andiamo incontro a questi approfondimenti con assoluta serenità». Le tesi della parte ci­vile hanno da tempo sposato quasi del tutto le ipotesi della procura, da sempre convinta della colpevolezza di Alberto.Più che mai certa dell’inno­cenza del ragazzo resta invece la difesa del ragazzo. «Le no­stre osservazioni hanno incul­cato il dubbio nella testa del giudice, tanto da giungere alla disposizione di nuove perizie — ha spiegato uno degli avvo­cati di Stasi, Giuseppe Colli — Studieremo le carte del giudi­ce e aspetteremo».

Un’attesa che sarà ancora lunga. Per Alberto. E per i geni­tori di Chiara.

Erika Camasso
corriere della Sera 01 maggio 2009

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