Alberto: «Voglio solo la verità»
L’indagato: avrei desiderato essere già fuori, l’importante è chiarire tutto
VIGEVANO (Pavia) — «Sono interessato solo a che si giunga alla verità». Arriva così, al termine di una giornata convulsa, la reazione di Alberto Stasi. Lui, che dall’inizio del processo che lo vede come unico imputato per l’omicidio della fidanzata Chiara Poggi ha già perso notti di sonno e diversi chili, ha ascoltato l’ordinanza del giudice Stefano Vitelli impassibile, come sempre. Mentre si allontanava dal tribunale di Vigevano dopo la decisione del gup di disporre nuovi supplementi di indagini, il giovane si è lasciato andare a un solo commento: «Avrei voluto essere già fuori, ma l’importante è che tutto sia chiarito». E ad un certo punto ieri è sembrato davvero che la verità sul delitto avvenuto il 13 agosto 2007 a Garlasco sarebbe stata chiarita entro sera.
Al termine delle controrepliche della difesa (che ha parlato per quasi cinque ore), infatti, qualcuno aveva interpretato il saluto del giudice alle parti come una possibile anticamera della sentenza. Di innocenza o colpevolezza. «Ci vediamo per la sentenza sull’omicidio, poi deciderò per il secondo processo sulla pedopornografia », erano state le parole del gup. Alla fine il pronunciamento non è arrivato né per l’una né per l’altra accusa. E quando, al termine di una camera di consiglio durata quattro ore, il giudice si è espresso tracciando la terza via, quella di nuove perizie, gli avvocati della difesa e della parte civile hanno rotto un silenzio lungo nove udienze. I genitori di Chiara, Rita e Giuseppe Poggi, fuori dall’aula non hanno evitato i giornalisti e, per la prima volta dall’inizio del processo, hanno accompagnato il loro legale, l’avvocato Gian Luigi Tizzoni, davanti a fotografi e telecamere: «Siamo soddisfatti perché, anche se ci vorrà ancora del tempo, le perizie disposte dal gup andranno a chiarire tutti i punti più controversi di questo procedimento », è stato il commento di Tizzoni.
Che rilancia, sicuro: «Siamo così convinti che un perito super- partes non possa far altro che confermare le nostre tesi che andiamo incontro a questi approfondimenti con assoluta serenità». Le tesi della parte civile hanno da tempo sposato quasi del tutto le ipotesi della procura, da sempre convinta della colpevolezza di Alberto.Più che mai certa dell’innocenza del ragazzo resta invece la difesa del ragazzo. «Le nostre osservazioni hanno inculcato il dubbio nella testa del giudice, tanto da giungere alla disposizione di nuove perizie — ha spiegato uno degli avvocati di Stasi, Giuseppe Colli — Studieremo le carte del giudice e aspetteremo».
Un’attesa che sarà ancora lunga. Per Alberto. E per i genitori di Chiara.
Erika Camasso
corriere della Sera 01 maggio 2009
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