COMO (8 febbraio) - Per il codice Da Vinci c'è tempo. Molto più facile decifrare quello che è stato ribattezzato «codice Olindo», vale a dire il sistema crittografico che Olindo Romano, imputato con la moglie Rosa Bazzi della strage di Erba, ha utilizzato in carcere per prendere appunti in carcere su una copia della Bibbia. Il volume era stato sequestrato dalla procura di Como e oggi un gruppo di studiosi ha depositato in procura le sue conclusioni, con la traduzione degli appunti. Il sistema utilizzato era piuttosto semplice: a ogni segno corrisponde una lettera diversa dell'alfabeto, come peraltro si sarebbe potuto evincere dai simboli indicati praticamente uno vicino all'altro. Questo ha consentito di capire il contenuto delle pagine disegnate dal netturbino, e in particolare dei nomi mascherati scritti sotto alcuni titoli in stampatello, sempre scritti da Romano, tra i quali «Requiem», «Finis terrae», «Libbro dei morti» e sotto la frase «la vendetta ha la memoria lunga». Romano ha indicato in questo elenco, si presume di persone di cui potrebbe desiderare la morte, i nomi di magistrati e investigatori, con accanto dodici croci: vi sono i quattro pubblici ministeri che hanno condotto le indagini (nell'ordine Massimo Astori, Antonio Nalesso, Mariano Fadda, Simone Pizzotti), il gip che lo ha rinviato a giudizio (Nicoletta Cremona), poi il maresciallo dei carabinieri di Erba («M.Gallorini e famiglia e sbirri collaboratori»).In questi nomi è inoltre indicato «C.Carlo e famiglia», probabilmente riferito a Carlo Castagna, poi vi sono i nomi dei due figli di Mario Frigerio, il superstite-accusatore e dell'ex sindaco di Erba Enrico Ghioni. Tra le frasi criptate, anche passi di diverso tenore: «amore quando verrà la nostra fine saremo insieme abbracciati», e altre espressioni di affetto rivolte alle moglie.
9 febbraio Il Messaggero
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