lunedì 9 marzo 2009

Lady Bmw, confessa il gigolò Sgarbi "Mi scuso per quello che ho fatto"

Piena confessione di Helg Sgarbi imputato di aver sedotto e ricattato l'ereditiera Susanne Klatten
Assente la vittima e le altre tre miliardarie cadute nel raggiro. La sentenza forse domani



Lady Bmw, confessa il gigolò Sgarbi "Mi scuso per quello che ho fatto"

L'imputato Helg Sgarbi


MONACO DI BAVIERA - Confessa Helg Sgarbi, il gigolò svizzero che ha sedotto e ricattato Susanne Klatten, erede della famiglia Quandt, proprietaria della casa automobilistica Bmw. Nell'udienza di apertura del processo, a Monaco di Baviera, l'avvocato di Sgarbi ha annunciato che il suo assistito ammette le sue responsabilità e rende una completa confessione.

La Klatten non era presente in aula e, secondo alcuni esperti, alla luce della confessione dell'imputato, potrebbe non essere chiamata a testimoniare. Superflue potrebbero essere anche le audizioni delle altre tre miliardarie ricattate dal gigolò e già domani dovrebbe arrivare la sentenza.

Sgarbi si è presentato in aula elegantissimo, con un completo scuro, cravatta blu e il volto abbronzato. Ha
abbassato gli occhi alla lettura dei capi di imputazione: truffa, tentata truffa e ricatto. Rischia più di dieci anni di carcere. "Chiedo scusa alle vittime", ha detto il gigolò dinanzi alla corte.

Secondo l'accusa, Sgarbi operava all'interno di un'organizzazione gestita dall'italiano Ernano Barretta e specializzata nei ricatti e nelle estorsioni ai danni di ricche signore tedesche. Il gigolò agganciava le donne, intratteneva con loro relazioni sentimentali, mentre Barretta filmava i rapporti intimi. I video venivano poi utilizzati per ricattare le vittime. Sgarbi sarebbe riuscito a scucire a Klatten, una fra le donne più ricche d'Europa, sposata e madre di tre figli, 7 milioni di euro, e altri 40 milioni li voleva per evitare la diffusione dei video hard.

"Mi diceva che era ricattato dalla mafia italo-americana", aveva raccontato alla polizia Susanne Klatten. "Raccontava che lo minacciavano di morte perché, in un incidente automobilistico, aveva investito un bambino figlio di mafiosi. E se non li avesse risarciti lo avrebbero ammazzato. Ci ho creduto, sembrava sincero, gli ho dato i primi sette milioni e mezzo di euro e poi sono cominciate le minacce e i ricatti".

Una delle altre vittime confermò che Sgarbi "era sempre gentile, premuroso, ci accompagnava, ci sorprendeva sempre con il suo modo di fare e anch'io, come le altre mie amiche, sono caduta nel tranello, ho pagato alcuni milioni di euro ma poi l'ho denunciato". "Nell'albergo di Innsbruck dove l'ho conosciuto - ha aggiunto Monika Sandler che al gigolò ha regalato oltre 500 mila euro - Helg era gettonatissimo. Me ne sono invaghita. Lo chiamavamo James Bond".

(la Repubblica 9 marzo 2009)

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