4 febbraio 2008 alle 11:03 —
È ripreso questa mattina poco dopo le 9,30 il processo in Corte d’Assise a Como per la strage di Erba.
Dopo una prima eccezione preliminare (la difesa chiedeva che i loro periti di parte potessero assistere alla deposizione del medico del 118, Mario Fazzari, e dell’ingegner Massimo Bardazza dei vigili del fuoco, richiesta che ha avuto l’opposizione da accusa e parti civili) è toccato proprio al medico di origini fiorentine in servizio presso la sede distaccata del 118 di Como ad aprire la carrellata dei testimoni di oggi. “La chiamata è giunta alla nostra centrale operativa alle 20,35 e tre minuti dopo eravamo sul posto”, ha iniziato descrivendo le condizioni di Mario Frigerio che presentava una profonda ferita al collo e delle bruciature alle arcate sopraccigliari, oltre ad alcuni graffi sul torace verso l’addome, “come se fossero graffi di gatto.
Non c’erano altre bruciature oltre a quelle appena dette e ai peli del naso”. Fazzari non è potuto entrare nell’appartamento di Raffaella Castagna: “Mi era stato impedito perché, appunto, dentro c’era un incendio molto esteso”. Fazzari ha detto che Frigerio, pur nella gravità delle sue condizioni “mi ha ripetutamente indicato con un dito il piano superiore e ho pensato che di sopra potessero esserci altre persone”. Particolare questo emerso anche la scorsa settimana dal racconto di Glauco Bartesaghi, il volontario dei pompieri che per primo prestò soccorso all’anziano ex commerciante. Anche oggi Olindo Romano e Rosetta Bazzi sono presenti in aula. Lui con indosso con il solito maglione marrone sotto a una giacca a vento e un paio di jeans. Gli stessi abiti che indossava il giorno dell’arresto. Lei, invece, un golfino di color rosso vivo e un paio di jeans. Uno accanto all’altra, tenendosi spesso per mano, senza tradire sul volto un qualsiasi stato emotivo. L’avvocato della difesa, Luisa Bordeaux, ha chiesto al medico precisazioni su una relazione riguardante le condizioni del piccolo Youssuf. Una, in particolare, riporterebbe aspetti che potrebbero lasciar intendere che il decesso del bambino fosse avvenuto per intossicazione. Sul punto Fazzari, che ha lasciato il banco dei testimoni dopo 20 minuti non ha saputo riferire limitandosi a spiegare alla Corte che “non è una mia relazione. Il bambino non ho potuto vederlo”.
Fonte: Repubblica
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